Non so se vi ha appassionato la battaglia legale dell’Fbi contro Apple: la polizia federale vuole entrare nel telefonino del terrorista islamico Syed Rizwan Farook che con la giovane moglie Tashfeen Malik, il 2 dicembre 2014 ha fatto irruzione in un centro di San Bernardino uccidendo 14 persone. L’Fbi vuole leggere le informazioni che il terrorista ha tenuto segrete, per capire che contatti avesse con Al Qaeda, eventuali complici eccetera. Ma Apple si oppone: no, la privacy è sacra!
Non so voi, ma i media italiani si sono appassionati. Dibattiti, talk show. Hanno chiesto il vostro parere: ha ragione l’Fbi o ha ragione Apple? E’ lo scontro fra i due grandi valori occidentali: la vostra sicurezza contro la privacy. La legittima Lotta al Terrore contro l’inviolabilità delle e-mail. Uno scontro epico: Hollywood ci farà un film.
Tutto appassionante, a patto di non far vedere questa foto:
come sapete, mostra il corpo del terrorista Syed Farook appena ucciso dalla polizia, quel tragico giorno a San Bernardino.
Ucciso con un colpo in testa, e con i polsi ammanettati dietro la schiena. Strano davvero. L’hanno ammazzato dopo averlo ammanettato? Perché? Come ricorderete, i familiari e il loro avvocato hanno subito espresso dubbi sulla versione. Non credono che il loro Sayed fosse un terrorista. Né che la giovane moglie Tafsheen Malk abbia lasciato la figlioletta di sei mesi per imbracciare, minutina qual era, un mitragliatore d’assalto e sparare, avendo anche il tempo – nel pieno dell’azione – di twittare un messaggino in cui dichiarava la sua fedeltà al Califfo dell’ISIS, nel lontano Irak.
Sicché, grazie ai nostri potenti mezzi giornalistici, siamo in grado di dare la versione non ufficiale della vicenda. E’ il contrario di quel che vi raccontano i media.
Non è l’Fbi, bensì la famiglia dell’ucciso Syed che vuole poter accedere al suo telefonino, dove ritiene di poter trovare qualche prova della sua innocenza; l’Fbi non vuole, ovviamente: l’ha ammazzato proprio perché non raccontasse la verità (tutti i terroristi islamici vengono ammazzati prima). Non sa come negare l’accesso,e tira fuori la scusa: Apple non ci dà le chiavi d’accesso; vero, Apple? Ma certo che no, conferma a petto in fuori Apple (che ha già dato all’Fbi ciò che il morto ha messo nel cloud): io difendo la privacy dei miei clienti fino alla morte – dei clienti. Anzi anche dopo la morte dei clienti.
E ne approfitta per farsi pubblicità – sono in troppi ormai a sospettare che i suoi smartphone e il suo software sono a disposizione della polizia e dei servizi – emanando (tramite l’ufficio-stampa e propaganda) il comunicato seguente:
“Il governo Usa ci ha chiesto qualcosa che semplicemente non abbiamo, e che consideriamo troppo pericoloso creare. Ci hanno chiesto di costruire una backdoor all’iPhone. Nello specifico, l’Fbi vuole farci creare una nuova versione del sistema operativo dell’iPhone che aggiri importanti funzioni di sicurezza dello stesso, e poi di installarlo sull’iPhone sottoposto a indagine. Nelle mani sbagliate questo software – che ad oggi non esiste – potrebbe potenzialmente sbloccare qualsiasi iPhone una volta che sia in mano a qualcuno”. (Impagabile: “Nelle mani sbagliate…un software che non esiste..”
Una eccezionale pubblicità per la Casa produttrice.
Tanto che anche Google, Facebook, Twitter e Whatsapp si sono schierate con la Casa: no, non daremo i vostri dati sensibili alle autorità! Per nessun motivo! Con noi siete tranquilli! Affidateci pure i vostri dati, li conserviamo nel cloud: ma è sicuro, garantiamo noi!
Apple, Google, Facebook, Twitter, Whatsapp sono mega-imprese con fatturati di decine di miliardi. E’ bello vedere che per loro non è il profitto che conta, ma i valori. Sarà bellissimo vedere come poi Apple dovrà cedere sotto ingiunzione di un giudice federale: cosa volete, per la vostra sicurezza, utenti. Da Radio24: “Pensate se dentro un telefonino di un terrorista ci fosse un codice per far scoppiare una atomica a Roma…rispettereste la privacy?”.
Tutto vero, aprite il dibattito su questo. Non sulla foto dell’ammanettato.
Bersani, sempre agli ordini dei padroni
Siccome in questi giorni sembra in atto una manovra europea contro Renzi, in cui i signori hanno lanciato il loro delegato Mario Monti, vorrei ricordare che se c’ qualcosa di peggio del governo Renzi, è il governo Monti. Quello che abbiamo già provato e che ha distrutto l’economia. Su ordine dei poteri forti. E con il sostegno della componente di Bersani del PD, che – chissà perché – i media dichiarano “di sinistra” o “progressista”.
Per ricordare in che mani siamo con Bersani, soccorre questa foto rivelatrice:
E’ Bersani che sul palco, nel 2012, sostiene, a nome del PD, la “Armata Siriana Libera”, dichiarando che questi terroristi sono in realtà l’opposizione democratica. E’ precisamente quello che allora sostenevano Obama, Hollande, Cameron perché avevano deciso di invadere l’Irak, sterminare Assad e i suoi, e mettere al suo posto i terroristi di Al Qaeda, poi ISIS : bisognava infatti promuovere la democrazia. Poco tempo dopo avrebbero trovato il pretesto: un attacco al sarin nella località di Ghouta, con centinaia di morti (si disse): Assad “ha gasato il suo stesso popolo”, mandiamo i nostri soldati a liberare i siriani dall’orrendo dittatore. Diamo manforte all’opposizione democratica!
La decisione fu bloccata da Assad che (su suggerimento di Putin) si disse disposto a consegnare tutti i suoi arsenali di gas nervini all’Onu. L’invasione occidentale fu rimandata. Oggi si sa che i gas li avevano sparsi gli stessi terroristi (pardon, opposizione democratica) e che glieli aveva forniti la Turchia, proprio per dare agli americani la scusa di cui avevano bisogno per l’aggressione.
Ciò è stato confermato da varie fonti. Nel marzo 2014, è stato diffuso un tweet risalente a quel momento, in cui Davutoglu (il numero 2 di Erdogan) si accordava con Hakan Fidan, uno dei capintesta dei servizi turchi e agente di collegamento con la Cia, sull’attentato false flag da compiere in Siria con uomini dei servizi turchi.
Qualche mese fa due deputati turchi, Eren Erdem e Ali Şeker hanno convocato una conferenza stampa ad Istanbul per accusare Erdogan (i coraggiosi) di essere il mandante della strage al sarin di Ghouta. Si legga qui sotto:
In Italia, pochi aderirono davvero alla versione ufficiale. Fra i pochi,come vedete, ci fu Bersani: sempre agli ordini di Bruxelles, di Washington di Londra. Direte che forse non sapeva. Probabile; non è detto che capisca qualcosa di politica estera. Il punto è che, non sapendo, ha scelto di fare propaganda a quella parte che, secondo istruzioni, NATO, CIA, Mario Monti, Bruxelles avevano ordinato di difendere. La famosa opposizione moderata.
Anzi, a fianco di Bersani in quel comizio del 2012, si vede un membro della opposizione moderata:
e’ quel barbuto che porta la bandiera siriana, dietro di lui. E’ lo stesso individuo che appare in quest’altra foto: il 23 giugno, con le armi in mano.
Armi che, secondo fondati sospetti, l’Italia ha fornito ai terroristi anti-Assad nel dicembre 2011, quando era al governo Mario Monti.
Un’agenzia: “22/12/2011 – Un ufficiale libanese ha annunciato che un caccia dell’aviazione italiana è atterrato nella capitale libanese Beirut per consegnare “un carico” ai gruppi di oppositori armati del governo di Bashar Al Assad”. Qui i particolari:
Vero è che è stato invece il governo Renzi a finanziare riccamente il terrorismo islamico anti-Assad, pagando chi dice 7, chi 12 milioni di euro per la “liberazione delle due Vanesse”: un false flag anche questo, all’Italiana.
http://www.stampalibera.com/?a=28601
Giusto per dirvi che non è il caso di appassionarsi al dibattito: ha ragione Monti? Ha ragione Renzi?
Stiamo effettivamente distruggendo la domanda interna”.