L’Italia “aveva in parte già pagato il riscatto” per i due lavoratori poi trovati massacrati. A qualcuno che poi se l’è squagliata con i soldi ed è sparito. A quanto capisco, abbiamo offerto 12 milioni di euro. La parte (quanti milioni?) l’abbiamo data all’autista che guidava il giorno in cui i due sono stati rapiti, e lui anche. Mohamed Yhaya, un giovinotto che all’Eni consideravano “sospetto”. Probabilmente è stato lui a organizzare il rapimento, ha fatto finta di essere stato anche lui pestato dai rapitori. Dopo un po’ ha detto ai nostri intelligenti di aver dei contatti, forse, con i rapitori … sapete, l’ISIS. Ho messo in giro la voce, “gli italiani pagano”.. Mi ha contattato uno, non vi posso dire di più. Non ci credono, vogliono vedere i soldi. Se me ne date un po’, ci penso io a sbloccare la situazione. Dovete fidarvi.
Presa la valigetta, e Yahya è sparito. Un trucco che funziona quasi sempre anche a Forcella. Quello che ti fa’ sapere di avere dei contatti nell’ambiente e ti può ritrovare la macchina rubata, ma certo, costa un qualcosa. Ovviamente si deve sapere che quello che ti avvicina per aiutarti a recuperare la refurtiva, è quello che te l’ha rubata. La differenza è che a Forcella sono un po’ più onesti, alla fin fine ti restituiscono la roba tua, una volta che l’hai pagata.
“Noi crediamo che sia stato Yahya ad organizzare il rapimento a scopo di riscatto, consegnato i quattro allo zio, residente nella zona di Sabratha, e noto simpatizzante degli islamici radicali, persino dell’ISIS” ha detto a Cremonesi, inviato del Corriere a Tripoli, Hassan Eldewadi, capo del consiglio municipale di Sabratha.
Mohamed e lo zio, che siano dell’ISIS, è difficile. Lo erano forse. Non adesso che hanno tre o quattro milioni di euro da godersi. Una cosa è certa: hanno diritto alla cittadinanza onoraria italiana. No, non italiana, di Scampia. A Spaccanapoli, un cialtrone così sarebbe O’Re.
Il problema siamo noi. Gli italiani. Che ci crediamo i più furbi. E ci facciamo fregare in questo modo. Tutte le volte, dai levantini, che sono più furbi di noi. E da tizie come con Vanessa e Greta, le due indimenticabili umanitarie che i media ci hanno esaltato, “innamorate dei ribelli siriani” anti-Assad e sequestrate da detti ribelli anti-Assad, con cui probabilmente si erano messe d’accordo: chiedete il riscatto, e l’Italia paga. Sparate alto, il nostro governo è disposto a cacciare milioni.
Avranno fatto a metà? Ma noi abbiamo pagato 7 milioni e forse più, senza metterle sotto inchiesta, le abbiamo addirittura mandate a prendere con un aereo militare, con tutti gli onori. E i politici a riceverle. In coincidenza coi Tg della sera. Ma che importa? “Abbiamo salvato vite umane”. Noi italiani non solo siamo i più furbi. Siamo i più umani e teneri di cuore. Oltre che quelli che nel mondo mangiano più bene.
Questo tendenza italiana di lasciarsi infinocchiare nelle Scampia medio-orientali è così costante, ostinata ed ottusa, da autorizzare i peggiori sospetti. Che siamo stati incaricati di finanziare l’ISIS? Con tutti i milioni che gli abbiamo dato, siamo almeno al quarto posto dopo Sauditi, Turchia e Usa. Quando il Califfo si trova un po’ a corto di liquidità, ordina: “Sequestrate un italiota e telefonate a Roma”. Subito parte la nostra intelligence, con le tasche, anzi le valige piene di contanti, atterra, prende contatto, apre le valige: quanti ne volete? Non fate complimenti. Si tratta di salvare vite umane. E noi italiani siamo furbi, abbiamo capito come si fa a rabbonirvi. Vi paghiamo. Siamo umani (chiamiamo bontà la nostra mancanza di carattere e di stoicismo).
E come si mangia bene in Italia, non si mangia da nessuna parte.
Siamo complici del Califfo. Per complotto? Dopo decenni a studiare le grandi cospirazioni mondiali, penso di averne ricavato una regola: non occorre sospettare un complotto dove la stupidità basta a spiegare gli atti di un governo.
Stupidità, provincialismo, arretratezza culturale.
Con queste doti ci muoviamo nelle trappole sanguinose di Siria, Libia, Egitto: pensando di non aver niente da imparare, niente da temere, perché paghiamo subito. E tanto, mica poco.
Naturalmente, pagare i riscatti, così alti e con questa facilità, per di più facendolo sapere, rende gli italiani che operano in quelle zone meno sicuri. Ne facciamo delle prede succulente. Solo una stupidità titanica, congiunta alla fregola di apparire nei tg della sera come i salvatori delle Due Pirline, dei Due Marò, dei Quattro Rapiti, lo può ignorare. Pagare riscatti fa’ nascere addirittura entità criminali apposite, mascherate da ISIS, che si danno da fare a braccare italiani. In Libia, dove ci conoscono bene, va’ proprio così. Già la nostra “umanità” ha fatto crescere tutti gli scafisti, li abbiamo resi miliardari.
In India, appena ci hanno arrestato I Due Marò,siamo andati a pagare le famiglie degli uccisi: bellissima ammissione di colpevolezza. Pensiamo che l’India sia tutta una Scampia. Ecco: per noi il terzo mondo è, al massimo, come lo Zen di Palermo,o la Vucciria: posti brutti, criminali, ma dove conosciamo i codici, sappiamo come fare. Pagando. Possibile che tra la “opposizione moderata” in Siria ci siano furbi di noi? Noi facciamo politica umanitaria, devono capirlo. Loro, quelli che tengono gli ostaggi, strepitano, minacciano, fanno finta; ma alla fine è solo per avere più soldi. Ci si mette sempre d’accordo. Senza tragedie. Siamo buoni, noi. Saranno buoni anche loro. Senza le palle cioè.
Spiace ricordare il povero Regeni, ma è stato anche lì un equivoco sui codici e le regole non scritte. Ci sono dei sindacati clandestini, contrari al dittatore regnante: cosa vuoi che siano? L’opposizione democratica, umana, che ha ragione. Mi ci ficco, gli do’ del tu, mi esalto perché vogliono la libertà, sono di sinistra come noi di SEL, come Fassina, ci faccio pure un pezzo per il Manifesto.
Nemmeno in grado di capire che in Egitto fra i militari e i Fratelli Musulmani c’è una lotta all’ultimo sangue, un duello mortale, confermato da centinaia di attentati sanguinosi della cosiddetta “opposizione democratica”; una tragedia e un groviglio, dove servizi segreti paranoicamente sospettosi (ed hanno ragione), dove operano altri servizi non si sa quali, un gruppi indipendenti dall’una e dall’altra parte. Uno può avere anche dei buoni studi, ciò che lo frega è la sua italianità. Lo fa’ credere che c’è l’opposizione moderata e la lotta per la democrazia e i diritti, in contesti culturali musulmani dove non si concepiscono né la moderazione, né la democrazia, ma solo: devo vincere io e sterminare il mio nemico, altrimenti se vince lui stermina me, la mia famiglia, la mia kabila, la mia minoranza… Dovremmo aver imparato perché, in quelle zone, i dittatori si comportano così duramente e torturano; perché gli altri, quando vincono, si comportano peggio, torturano e decapitano anche di più, fanno pulizie etniche, crocifiggono, vendono sui mercati le donne dei vinti. Questa è la “dialettica politica” in quei paesi, bisogna aprire la mente e capire. E allora si capisce perché Assad è benemerito, Gheddafi una mano santa, e il generale Al Sisi il nostro miglior amico. Ed evitare di mettergli difficoltà con le nostre simpatie provinciali nei “rivoluzionari” e nei “progressisti”, che vediamo solo noi, coi nostri codici arretrati.
Macché, non ci riusciamo. Su Regeni, l’Egitto ci invita implicitamente a metterci una pietra sopra. Forse è stato un caso personale, invidie, rivali in amore…credeteci, non chiedete di più. E invece noi? “Vogliamo la verità!”. I media, i progressisti, esigono che Al Sisi venga messo sotto accusa, che si dichiari colpevole, che avvii una “riforma dei suoi servizi”, che instauri la democrazia… finisce che ci roviniamo i rapporti col paese più importante dell’area, di cui abbiamo bisogno ora che “andiamo in Libia” coi “nostri ragazzi”.
Troppo stupidi per reggerci nel mondo vero, oltre Scampìa.
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avendo una mentalità levantino-malavitosa i nostri politici e, tutto il sottobosco che ruota attorno a loro ,utilizzano i soldi di noi contribuenti senza nessun senso civico e senza nessuna responsabilità:soldi agli immigrati,soldi per pagare i riscatti,soldi per evitare attentati terroristici come fece Moro con i palestinesi solo che essendo quest’ultimi più furbi e levantini gli attentati continuarono a farli…naturalmente costoro per ogni emulumento dato ci fanno la cresta arrotonadando i loro lauti stipendi…solo che la parte sana del paese purtroppo in pochissimi casi è sana per libera scelta:nella maggior parte dei casi vorrebbe essere come i ladri…decenni di cultura individualista hanno portato alla distruzione del tessuto sociale e di qualsivoglia remora etico-morale…
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Complimenti. Come sempre la “terraferma” della ragione, in un periodo così buio.
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ancora una volta mi trovo a condividere un commento del sig.Jafar.
Evidentemente, io cattolico tradizionalista posso avere più punti in comune con musulmani-sciiti che con molti miei connazionali “laici”. O cattolici entusiasti dell’attuale vescovo di Roma.
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Calandrino è l nostro Eroe nazionale.
Non gli basta di essere fesso, ma vuole pure mettersi a fregare gli altri.
Mohamed e lo zio, evidentemente, sono, sì, arabi, ma italianizzati.
Ora che hanno in tasca 4 milioni di Euri, dove pensano di andare? A depositarli in Svizzera?
Se anche riuscissero a salvare la vita, i soldi dovranno consegnarli fino all’ultimo centesimo e per ricevuta avranno un calcio sui denti che se lo ricorderanno fin che campano.
Italianissimi, anche più di noi.
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Ciò che ci impedisce di comprendere i musulmani (almeno gli arabo-sunniti) è il nostro pregiudizio antropologico, illuministico, di cui è stato forse vittima Regeni. Illudersi che la parola “islam” significa solo “religione”, una forma levantina di cattolicesimo. Un errore bestiale, che sarà pagato da tutte le stronzette che si danno a fidanzati (ora si dice “compagni”) arabi, salvo poi scoprire che metter al mondo figli musulmani non è quello che ti dicono a scuola gli insegnanti che leggono “repubblica” o “il manifesto”.
Quello che qui dice Blondet è un capolavoro di saggezza in cui trasudano decenni di esperienza sul campo.
“Uno può avere anche dei buoni studi, ciò che lo frega è la sua italianità. Lo fa’ credere che c’è l’opposizione moderata e la lotta per la democrazia e i diritti, in contesti culturali musulmani dove non si concepiscono né la moderazione, né la democrazia, ma solo: devo vincere io e sterminare il mio nemico, altrimenti se vince lui stermina me, la mia famiglia, la mia kabila, la mia minoranza… Dovremmo aver imparato perché, in quelle zone, i dittatori si comportano così duramente e torturano; perché gli altri, quando vincono, si comportano peggio, torturano e decapitano anche di più, fanno pulizie etniche, crocifiggono, vendono sui mercati le donne dei vinti. Questa è la “dialettica politica” in quei paesi, bisogna aprire la mente e capire. E allora si capisce perché Assad è benemerito, Gheddafi una mano santa, e il generale Al Sisi il nostro miglior amico. Ed evitare di mettergli difficoltà con le nostre simpatie provinciali nei “rivoluzionari” e nei “progressisti”, che vediamo solo noi, coi nostri codici arretrati..”
Signori che credete alle fesserie de “il manifesto”, di “radio popolare” o di “radio radicale”, giù il cappello!
Qui parla l’esperienza diretta unita allo studio, non i vostri quattro concetti in stile anni ’70.
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Ahahahaaa….. Purtroppo devo ridere per non piangere. Un qualsiasi export manager di una qualsiasi piccola impresa marchigiana che ha un po’ di esperienza di vendite in medio oriente farebbe assai meglio…