Il CONSUETO RITARDO CULTURALE DELLA CHIESA. ULTIMO ESEMPIO.

Da Radio Vaticana: “Papa Francesco ha ricevuto in udienza privata questa mattina Emma Bonino. Il colloquio – informa la Sala Stampa vaticana – si è focalizzato soprattutto sui temi dei flussi migratori, dell’accoglienza ai migranti e della loro integrazione”.

Il giorno stesso della vittoria elettorale di Donald Trump, portato da un vento rivoluzionario, è una strana e ridicola conferma: il consueto ritardo culturale con cui le gerarchie adottano le mode del mondo.  Io che sono vecchio, ne ho viste tante di queste adesioni.  Prelati comunisti quando il comunismo stava fallendo sotto gli occhi di tutti.   “Teologi della liberazione” il giorno prima del crollo del marxismo sovietico.  Adoratori di Mao  e di Allende,  sempre  un po’ indietro sui fatti.   Preti sedotti dal freudismo che discettavano di “pulsioni inconsce”, “sessualità repressa”,  interpretazione dei sogni e  si facevano psicanalizzare anni dopo che  il mondo della psichiatria scientifica aveva  buttato Freud nelle discariche ideologiche, constatando che – come terapia – non guariva. C’è stata una stagione in cui i soli a volersi sposare erano i preti (e qualche LGBT).  Naturalmente, potrei  enumerare una lunghissima  schiera di evoluzionisti darwiniani  porporati e cattedratici di teologia, ignari che il darwinismo  sta  cedendo sotto gli attacchi di biologi e paleontologi;  praticamente il Vaticano è l’ultimo bastione dell’evoluzionismo che inviti a conferenze internazionali i superstiti credenti che veniamo tutti da amebe primordiali,  per puro caso e selezione.    Adesso il Vaticano è globalista mentre la globalizzazione liberista entra in crisi, con Trump; promuove il governo mondiale delle oligarchie tecnocratiche, nei mesi in cui finalmente vengono contestate dalle opinioni pubbliche occidentali; è fautore dell’abbattimento dei confini quando le opinioni pubbliche li alzano, della mixità  etnica indifferente alle culture e alle identità religiose, secondo il verbo di George Soros che è uno dei grandi perdenti  dell’ora, e che presto sparirà.

Emma Bonino, l’imperialista amerikana

Il fatto che “Francesco” ha ricevuto Emma Bonino,  tanto più “in udienza privata” (come si fa’ per i capi di stato), a parlare della “accoglienza migranti e loro integrazione”, dà a questo fenomeno di ritardo culturale una punta di comicità in più. Ora El Papa abbraccia “la trasgressione”, fuori tempo massimo; forse  credendo di scandalizzare gli ultimi cristiani che  resistono alle sue aperture, abbraccia una settantenne ultima sopravvissuta di altre stagioni, del tutto depassées. Non scandalizza, fa’ cascare le braccia. E’ scomparso Pannella, e con lui “la mitologia del Pannella pioniere e profeta” del progressismo trasgressivo, creata dai “giornali lontani anni luce  dall’Italia vera” (Antonio Socci); oggi il partito radicale ha sì e  no mille iscritti, ed ha bisogno della CEI e del Papa per far finta di contare qualcosa.  Vuole stupirci, Francesco,   abbracciando la vecchia  procuratrice di aborti;  e  nemmeno sa che la Bonino, col suo partitino, è da sempre la più sfegatata atlantista, che ha sempre appoggiato gli “interventi umanitari” armati all’estero della NATO  per “espandere la democrazia”, fautrice “dell’accelerazione dei processi di disarticolazione neocapitalistica degli Stati, delle nazioni e della classi sociali”. Sto citando Paolo Borgognone, L’Immagine sinistra della globalizzazione, da cui estraggo alcune  perle biografiche  di Emma.

Il 13 maggio 2013, ricevendo in visita ufficiale a Roma John Kerry (il governo Letta, creatura dei poteri forti, l’aveva fatta ministra degli esteri) la Bonino afferma: “Il processo di pace in Medio Oriente si sta accelerando grazie all’impressionante dinamismo dell’amministrazione Usa”.  Appena insediatasi alla Farnesina, aveva reso noto sulla pagina del ministero  che aveva  impegnato il governo italiano “ad accelerare una soluzione politica della crisi siriana con l’uscita di scena di Assad, a fronte delle gravissime conseguenze umanitarie del conflitto”: gravissime conseguenze  a cui  dobbiamo   le ondate di profughi,  provocate dall’impressionante  dinamismo dell’amministrazione Obama.  Ha invocato  la   neoconservatrice  “responsabilità di proteggere”: “Assad e gli alawiti che gli stanno attorno danno l’assalto al loro popolo”;  allo stesso modo dieci   anni prima aveva invocato l’intervento occidentale in Afghanistan “per liberare le donne dal chador”.  Nel 2011, quando i suoi amici transnazionali esponenti di mercati privati  internazionali decisero la guerra a Gheddafi, Emma si entusiasmò, e mise l’elmetto,  sostenendo che Gheddafi si stava abbandonano ad una “strage degli innocenti”, inesistente: “Bisogna che il cielo libico venga chiuso immediatamente all’aviazione di Gheddafi ….ancorché tardiva,  si deve esortare l’ONU a proclamarla quanto prima … la no fly zone è propedeutica ad ogni altra azione”,  cioè all’invasione occidentale.

Naturalmente durante l’operazione israeliana Piombo Fuso, quando Israele massacrò con bombe al fosforo e frammentazione (vietate)  1200 civili inermi a Gaza, fra cui 400 bambini, “la nostra missionaria della difesa dei popoli più deboli  accusò Hamas”  che aveva gettato 8 razzi kassam, senza fare un solo ferito fra gli ebrei: “Hamas si è comportato in modo irresponsabile anche rispetto ai palestinesi, quando ha deciso l’escalation militare  [8 razzi fatti  in casa ] che ha  generato la reazione israeliana che vediamo. Se per  alcuni l’operazione Piombo Fuso è sproporzionata, lo è altrettanto il lancio di migliaia di razzi [numero 8] in reazione a un embargo economico”.   Non a caso il razzista sionista di destra  Riccardo Pacifici la loda: “..Da anni ho la tessera dei radicali […] non fa’ politica, ma esprime valori [..]: la libertà religiosa, il rispetto della costituzione, l’antifascismo,  il diritto a Israele di esistere. E’ indiscutibile che la Bonino si sia battuta da sempre per Israele e ne abbia proposto tra i primi l’ingresso nell’Unione Europea”.  Ovviamente  i radicali hanno sostenuto il governo di Mario Monti, insediato col golpe eurocratico e sovrannazionale.

Insomma, quando abbraccia la Bonino, El Papa abbraccia in lei “i settori ‘illuminati’ e narcisisti , i sostenitori della globalizzazione americanocentrica, delle moltitudini flessibilizzate e consumiste, la “new middle class postmoderna”,  volontaria di complemento di tutte le battaglie politiche funzionali al capitalismo di mercato e  all’imperialismo Usa”,  a cui dobbiamo  i mali  sociali e il degrado anche spirituale  dell’ultimo ventennio – il McWorld – quella “economia dello scarto”  che  El Papa   dice di aborrire – e probabilmente aborrirebbe in Emma, se  il suo livello culturale  gli permettesse di capire chi  sta abbracciando.

E lo fa fuori tempo massimo, quando  nel centro dell’Impero si volta pagina – e la Chiesa cattolica americana è con Trump.    “Ovvio, quando smetti di creare pensiero in proprio e assorbi quello degli altri, è normale che resti indietro di qualche puntata” come mi dice l’amico Angelo Pulvirenti. E’ lo spettacolo ridicolo e triste: la Chiesa che vuole essere “alla moda”  risulta poi sempre fuori moda,  coll’abito della stagione passata.  In fondo, anche le chiese moderniste sono così: vecchie, superate,  denunciano che erano “alla moda” negli anni 70.  Le chiese  romaniche sono invece sempre attuali, mille anni dopo. Per loro il tempo non passa.