Mike Pompeo, il parlamentare che Trump ha messo a capo della “sua” Cia, parlamentare repubblicano, ha uno scopo nella vita: “”Non vedo l’ora di smantellare questo accordo disastroso con il più grande Stato sponsor del terrorismo del mondo”. Ha appena rilasciato una intervista al Weekly Standard, il periodico fanaticamente neocon di Bill Kristol (j, dirige il Project for a New American Century, che ha istigato l’invasione dell’Irak di Saddam Hussein) in cui promette appunto di distruggere l’accordo sul nucleare, concluso da Obama.
http://www.weeklystandard.com/undoing-the-iran-deal-easy./article/2005394#!
Il generale Michael Flynn nominato consigliere speciale per la sicurezza nazionale di Trump, è l’uomo che come capo della DIA ha denunciato l’IS come una creazione di Obama e della Clinton, è relativamente il meno avventurista – ma anche lui fa’ un’eccezione: contro l’Iran, anche per lui “il più grande sponsor del terrorismo islamico” (non l’Arabia Saudita). Steve Bannon è accusato dalla ADL (ebraica) di essere un antisemita, un suprematista bianco, volere una specie di “olocausto” dei musulmani, perché ha proposto di registrare i viaggiatori in entrata da paesi islamici; la sua antipatia per ciò che chiama “Islam” non fa’ distinzioni. John Bolton, il neocon giudeo che Bush jr. ha messo ambasciatore all’ONU, è ancora fra i candidati a diventare Segretario di Stato: anche lui ha appena chiesto al nuovo presidente di impegnarsi al “regime change in Iran”. James Woolsey, uno dei complici dell’11 Settembre, membro del Project for a New American Century (PNAC) che aspira ancora alla carica di consigliere di sicurezza nazionale, ha chiamato l’accordo nucleare con l’Iran “tanto cattivo che deve andare via”; e anche lui ha definito l’Iran “ il primo stato terrorista mondiale”.
“Primo stato terrorista del mondo” (non i Sauditi)
La ripetitività di questa definizione in tali personaggi indica che il suggeritore è lo stesso. India anche – più inquietante – quel suggeritore forse allenta la presa su Assad e forse si rassegna a riconoscere a Mosca la legittimità dei suoi interessi in Siria, ma vuole che l’Iran diventi il Nemico e il Mostro della nuova amministrazione, il nemico da distruggere. “Primo stato terrorista del mondo” è una definizione che richiede, per obbligo morale, un intervento armato risolutivo.
Quasi tutti gli stati che la rivista sionista “Kivunim” suggeriva, nel lontano 1982, di smembrare destabilizzandoli per linee di faglia etniche e religiose, sono stati devastati: Irak e Libia, Somalia e Afghanistan e Siria sono preda alle guerre e odi tribali, esattamente come voluto. Ma la lista è incompleta senza l’Iran. E’ il più grande degli stati di cui Israele vuole la distruzione; è quello che più gli suscita il terrore e disturba il delirio di onnipotenza, perché ha una sua capacità nucleare, almeno potenziale. Nell’auto-narrativa ebraica, questa potenzialità è già reale; non si contano le volte in cui Netanyiahu ha detto che il regime degli ayatollah è “Hitler” del tempo presente, desideroso di farsi l’atomica al solo scopo di sterminare il popolo ebraico, di operare il secondo olocausto.
Non c’è delirio ebraico che la politica Usa non si senta obbligata a soddisfare. Già martedì scorso la camera bassa, con 243 voti contro 174 (coraggiosi, anzi temerari: l’ADL ha preso nota, se ne ricorderà alle prossime elezioni) ha stracciato per parte sua l’accordo firmato da Obama, vietando la vendita di aerei civili (non solo Boeing, ma anche Airbus) che la Casa Bianca aveva già consentito, appunto in forza dell’accordo. Quanto al Senato, il leader della maggioranza Mitch McConnell ha comunicato che i senatori rinnoveranno le sanzioni contro l’Iran che dovevano scadere a fine anno; in ciò incitati anche dall’uscente Obama, che ha scritto una lettera ai senatori invitandoli a “mantenere lo stato di emergenza nazionale verso l’Iran” – uno stato di emergenza che dura dal novembre 1979, fu firmato dal presidente Jimmy Carter, e che era giustificato 38 anni orsono dall’occupazione dell’ambasciata Usa a Teheran dalla folla di attivisti fanatici di una “rivoluzione islamica” agli inizi; è un potenziale atto di guerra.
E’ più che evidente il processo di fabbricazione e ingigantimento del nemico, di escalation di provocazioni, di demonizzazione sempre più intensa che abbiamo già visto operare contro Saddam, e da ultimo contro Assad e contro Vladimir Putin. Come minimo, la montatura esagitante dello stato psichico collettivo – che presto, vedrete, contagerà anche i nostri governi e i nostri media in Europa – è volto a mantenere ed aggravare le sanzioni che dovevano essere sollevate dopo l’accordo 5+1; salendo secondo opportunità a atti di sovversione (creazione di nemici interni all’Iran, già Rudolph Giuliani e John Bolton hanno rapporti con la organizzazione terroristica iraniana Mujaheddin ed-Kalk, MEK, da rifinanziare e addestrare come già fatto per l’IS) o di intervento armato umanitario – reso necessario, magari, da “atti di ostilità”, attentati, insomma false flag, di cui accusare il regime degli ayatollah.
Preparazione al ‘false flag’
Suggerirei di notare con allarme che diversi siti Usa, anche apparentemente insospettabili di simpatie neocon, stanno diffondendo da qualche giorno la seguente ‘informazione’:
“L’Iran sta inviando elementi dei suoi corpi speciali ad infiltrarsi in Usa e in Europa su comando del leader supremo Ali Khamenei”. La fonte sarebbe “un capo militare iraniano, Salar Abnoush”, che viene indicato come “ vice-coordinatore della Guarnigione Khatam al-Anbia”. Il sito di Washington Free Beacon intervista al proposito tale Said Ghasseminejad, indicato come “Un esperto della Foundation for Defense of Democracies” , il quale assicura: “La repubblica islamica ha ucciso centinaia di iraniani e non iraniani nel mondo in una campagna coordinata di terrore. L’Iran può decidere di ricominciare questo progetto adesso che molte imprese occidentali vanno in Iran, e l’Iran crede che la sua azione in Europa non sarà punita con forza”.
Si assapori il distorto giro mentale di questa asserzione. L’ “esperto” sta dicendo: è colpa degli europei, che accorrono a frotte a fare affari con l’Iran, se qui ci saranno omicidi perpetrati dai corpi speciali iraniani infiltrati in Usa ed Europa. E’ la fine delle sanzioni che provocherà i delitti dell’Iran fra noi”.
Riconoscete questo giro mentale? La sua origine, diciamo così, in una cultura che nulla deve al pensiero razionale e alla logica aristotelica , ma tutto alle sottigliezze e capziosità talmudiche?
http://freebeacon.com/national-security/iranian-military-sending-elite-forces-u-s-europe/
Naturalmente sarete tentati di dire: ecco il ben noto antisemita, col suo chiodo fissso.
Allora, vi invito ad andare a vedere che cosa è questa Foundation for Defense of Democracies, da cui esce il suddetto esperto con la veridica informazione che agenti dei corpi speciali iraniani stanno infiltrandosi tra noi, per uccidere in una campagna di terrore. Vediamo, da Wikipedia:
“E’ un think-tank con sede a Washington, che alcuni definiscono neo-conservatore. Lo dirige tal Mark Dubowitz, ovviamente J, “esperto in sanzioni contro l’Iran” (sic). La Fondazione si è data “lo scopo di educare il pubblico e le elite politiche sia in Usa sia all’estero sulle attività dell’Iran e i suoi complici in Siria e Hezbollah. Il FDD attacca l’Iran nelle sue operazioni mediatiche mondiali, nel suo atteggiamento verso Usa ed Europa, nelle sue finanze, nel suo sforzo di sostenere attività terroristiche all’estero. Specificamente, FDD si occupa delle ambizioni nucleari dell’Iran”.
Insomma il FDD è uno strumento della propaganda ebraica per istigare la Casa Bianca e il Congresso alla guerra contro Teheran. Se non siete ancora convinti, date un’occhiata ai finanziatori di questa benemerita istituzione.
Ronald Arnall, un miliardario ebreo padrone della finanziaria ACC Capital Holding (è morto nel 2008) che ha donato 1,8 milioni di dollari. Edgar e Charles Bronfman – il primo celebre capo del Congresso Ebraico Mondiale negli anni ’80, il secondo padrone della Seagram Whisky, valutato oltre 2 miliardi di dollari – hanno donato 1, 050.000. Michael Stenhardt, gestore di fondi speculativi, presidente del progetto Israel Energy Initiatives, ha donato 850 mila dollari. Che dire della famiglia Abramson? Il capostipite, Leonard Abramson, ha fondato una rete di aziende sanitarie (US Healtcare) che poi ha venduto per 8,3 miliardi di dollari; attraverso la Fondazione Abramson, ha dato alla Foundation for Defense of Democracies 822 mila dollari. Ma non dimentichiamo Bernard Marcus, figlio di ebrei russi, fondatore della catena di mega-shopping centers Home Depots, donatore con 6000 mila dollari; e Lewis Ranieri , immobiliarista e banchiere per la Salomon Brothers, che ha dato alla causa 350 mila dollari.
https://en.wikipedia.org/wiki/Foundation_for_Defense_of_Democracies
Si tratta, ha spiegato il blog progressista Think Progress, “di donatori notoriamente attivi nelle cause pro-Israele […] E’ sempre più evidente la FDD promuove gli interventi militari Usa in Medio Oriente”, specificamente “con la sua posizione bellicista contro l’Iran e la sua difesa delle politiche israeliane della più estrema destra”.
Insomma l’Iran sta diventando il prossimo “Amalek”, il popolo che per ordine di JHVH deve “essere cancellato dalla memoria” per mano degli ebrei. In anni lontani quelli in Turchia cominciarono a chiamare “Amalek” gli armeni, ed sapete come sono finiti.
Per tutto il decennio della amministrazione Bush jr., “Bomb bomb bomb Iran” è stato un ritornello di questi influenti ebrei; lo ha cantano con molto entusiasmo il senatore John McCain. Ora forse è arrivato il momento. Ci sono i terroristi iraniani infiltrati fra noi, poiché sono state tolte le sanzioni; vedrete che ci sarà un attentato – iraniano naturalmente – che costringerà Donald Trump a fare la guerra a Teheran.