L’Italia “che sta per Gabriele”, Regeni e le due Vanesse. Un’Italia speciale.

“L’Italia si mobilita per Gabriele Del Grande”, titolava l’Ansa.  Per il “documentarista” fermato in Turchia  perché stava dove non doveva stare, il clamore ufficiale è di fatto immenso.  Quando a chiedere  la sua liberazione immediata si uniscono Bruno Vespa e Roberto Saviano, già capite che il personaggio è molto caro a quella “Italia”. Ma che dico? “Appelli in suo favore sono giunti dalla presidente della Camera, Laura Boldrini, e da quello dell’Europarlamento, Antonio Tajani. Il M5s Europa, in un post sul blog di Beppe Grillo, chiede la convocazione  dell’ambasciatore turco a Roma.  L’hashtag è stato rilanciato anche dall’ex premier Matteo Renzi. Il ministro degli Esteri Angelino  Alfano ha chiamato il suo omologo turco, Mevlut Cavusoglu, per ribadire la “ferma richiesta del rilascio immediato” di Del Grande. Il senatore Luigi Manconi (addetto ai Diritti Umani, nonché compagno della Berlinguer): “E’ indispensabile una mobilitazione” e “una stretta alleanza con le istituzioni per restituire Gabriele alla  libertà”.

Ma perché, scusate, le “istituzioni”? Sono state le istituzioni a mandare questo documentarista di documentari che nessuno ha visto  al confine della Turchia della Siria? Se sì, si apre un discorso: perché? Su mandato di chi?

 

Ma per quanto ne sappiamo, c’è andato lui di testa sua, da “ribelle” e “alternativo”  in polemica con le istituzioni – come si descrive nei suoi pezzi.  E’ una decisione privata e la sua disavventura è la disavventura privata di un freelance che si è messo nei guai – che peraltro non rischia di essere ucciso, né è stato condannato. Come mai quest’ansia così corale, così bi-partisan e così “alta”  fra le oligarchie dominanti?

Ho la vaga sensazione, caro lettore, che se io – o lei – fossimo stati messi in detenzione alla frontiera della Siria,  nessun Saviano e nessun Vespa, nessun Manconi né uno straccio di Boldrini muoverebbe un dito per noi. Per  meritare  una tale mobilitazione e commozione ufficiale, ufficiosa e mediatica, bisogna essere speciali.

Speciali come, chiediamo: come Regeni  o come  le due Vanesse? Anche per le due Vanesse abbiamo visto la stessa mobilitazione. Eppure le due avevano a) fondato una “organizzazione non governativa” fatta da loro due più un amico; b) raccolto “aiuti” per la guerriglia anti-Assad, non si sa coi soldi di chi; c) andate in Siria  di capocchia loro, per confricarsi coi jihadisti; dopodiché, d) sono state  sequestrate dagli stessi amici jihadisti e e) liberate dopo il pagamento di un riscatto di ben 11 milioni elargiti dal ministro degli esteri, il conte Gentiloni Silverj.

Soldi di noi contribuenti. Una cifra enorme, pure.  A noi malfidenti, è rimasto il vago sospetto  che le due Vanesse fossero d’accordo coi loro sequestratori amici, e che tutto il salvataggio ufficiale con esborso di 11 milioni di noi contribuenti, fosse in realtà un finanziamento dello stato italiano alla guerriglia anti—Assad, secondo i desiderata della Cia e Dipartimento di Stato allora condotto da Hillary, di cui il conte Gentiloni Silverj è un noto ammiratore.

E Regeni? Per far contenta la mamma di Regeni, il governo ha fatto rompere le relazioni diplomatiche con l’Egitto; Repubblica  ha nominato “Donna dell’anno”  la suddetta mamma; tutti i comuni de’ sinistra hanno esposto sui loro balconi “Verità per Regeni”.  Una verità che   tutte le autorità e i grandi media  pretendono al presidente egiziano Al Sisi,  ma non dagli inglesi che il povero Regeni hanno mandato a morire. Sì, perché il giovine era  al Cairo  per completare un dottorato di ricerca, commissionatogli da una filiale dell’università di Cambridge. Lo scopo era  “svolgere ricerche sui sindacati indipendenti” anti Al-Sisi;   era stato fornito anche di almeno 10  mila sterline per pagare informatori,  cosa un po’ strana per una ricerca scientifica…

http://www.lastampa.it/2017/01/23/esteri/regeni-il-video-mai-visto-dellincontro-con-il-sindacalista-che-lo-denunci-yhua7G20fmQ3j5ZkmuQ3AK/pagina.html

Anzi, l’università inglese si è rifiutata di  dire la verità su Regeni;  e   “L’Italia” – la loro Italia – ha continuato a pretenderla dall’Egitto, fino a rovinarci i rapporti , che erano ottimi grazie all’ENI. Anche qui, la commozione è stata tributata al più alto livello ufficiale:

“Non vogliamo e non possiamo dimenticare”, ha sancito il presidente della Repubblica, Mattarella.

http://www.corriere.it/esteri/16_aprile_15/regeni-mattarella-non-vogliamo-non-possiamo-dimenticare-c2b24eda-02e5-11e6-8461-f1f7219be504.shtml

Siamo sicuri, caro lettore, che se fosse successo a te e me, nemmeno lontanamente il Capo dello Stato  avrebbe pronunciato uno dei suoi discorsi stitici  ma altisonanti  e ben  vibrati. Bisogna essere “speciali” .

Speciali come la povera Valeria Solesin. Ricordate? Rimasta uccisa  da strani terroristi islamici  con altri 130 spettatori al Bataclan, mentre assisteva a un concerto  pop.  Anche lì, ci era andata per scelta privata, da ragazza   che (ha detto il padre, subito elevato  “modello” dai media per il suo “dignitoso dolore”) “in  Francia ha iniziato a definire il suo progetto di vita spinta dalla curiosità del mondo  (nel) nel contesto in  cui viveva a Parigi, l’istituto di demografia, l’università, il bistrot dove amavano incontrarsi tanti ragazzi e ragazze come Valeria, gioiosi, operosamente rivolti verso un futuro che tutti come lei vogliono migliore”.

Uno Stato parallelo

Ma come mai allora per la povera Valeria  è stato celebrato un funerale di Stato? Bandiere a mezz’asta. Inno nazionale italiano e francese, presente  Mattarella, il capo dello Stato, e vari ministri. Funerale laicissimo ma con la benedizione dei “rappresentanti delle tre religioni monoteiste”, il presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane, Renzo Gattegna, che rivolgendosi ai genitori di Valeria li ha ringraziati  “per aver cresciuto una ragazza italiana che ha amato la vita” e “per aver aperto oggi, nel vostro dolore, le porte a tutte di questa cerimonia civile a tutti i cittadini che sono impegnati nel difendere e a trasmettere questi valori alle giovani generazioni”.

Ma  quali valori, scusate, sono qui onorati  così altamente? Andare  ai concerti pop? La cosa è stata strana, stranissima: come se la povera Valeria fosse caduta “in servizio”, mentre  svolgeva  una missione  pubblica,  o forse come se non dovesse trovarsi lì  in quelle ore,  la sua vita più preziosa di quella degli  altri ammazzati dovesse essere preservata, e avesse diritto  a un risarcimento  in esequie pubbliche?

E’ strano,ammettetelo. Quando  si vedono queste commozioni ufficiali e mobilitazioni di Manconi, Vespa e Saviano, di Mattarella e Gentiloni; quando l’ANSA dice “l’Italia si mobilita per Del Grande”,  scopriamo che esiste  una Italia  che di noi non si occupa, ma di quelli speciali sì.  Intuiamo l’esistenza di uno Stato parallelo  che decreta i suoi eroi che non sono i nostri, che celebra i figli loro speciali come eroi e martiri di non sappiamo quale religione, come caduti  nell’adempimento di non si capisce quale missione. E per loro questo Stato parallelo è disposto a pagare cifre sproporzionate.

Quindi,  anche in Gabriele Del Grande è istruttivo osservare alcuni dei caratteri che rendono “speciali”  i figli di questa Italia loro, oligarchica, parallela.

 

Vediamo: la sua  “compagna”, con cui ha due figli, si chiama Alexandra D’Onofrio, è mezzo greca e mezzo inglese e un po’ anche italiana, vive ad Atene, ma pubblica con una università britannica –quella di Manchester,  – lavori sui  migranti dal titolo: “REACHING FOR THE HORIZON: EXPLORING EXISTENTIAL POSSIBILITIES OF MIGRATION AND MOVEMENT THROUGH PARTICIPATORY ANIMATION”, opera capitale letta fino ad oggi da 43 persone.  Alexandra è impegnata in profondi studi di “Teatro Applicato e Antropologia Visuale” che sono certo arricchenti, ma non aiutano a mantenere i due figli avuto da  Del Grande.

http://manchester.academia.edu/AlexandraDOnofrio

Abbiamo letto che “Lucca si mobilita per la liberazione di Del Grande”. Ma anche che il Del Grande, laureatosi a Bologna «da tempo non vive più a Lucca e in Italia. Ha abitato a Milano, Londra ed ora ad Atene, città di cui è originaria la compagna Alexandra D’Onofrio da cui ha avuto due  figli». http://iltirreno.gelocal.it/lucca/cronaca/2017/04/12/news/gabriele-del-grande-a-casa-giovedi-1.15186449

 

Perché una città che non lo vede da anni si mobiliti, con cartelloni e striscioni prestampati, bisogna essere speciali. Non si disturbi la pubblica  commozione ed ansia per il destino di “Gabriele” in Turchia con la gretta domanda: come lavora, Gabriele, da cosa guadagna abbastanza per mantenere se non la compagna, i figli?

La sua attività, la descrive lui stesso nel suo blog, così: “ Sei anni di viaggi nel mondo globalizzato mi hanno convinto che […]   la migliore categorie su cui ragionare sia quella della gioventù. La gioventù che si ribella alla dittatura e alla frontiera. La gioventù che chiede di abitare la modernità a titolo pieno. Con la democrazia in casa propria e la possibilità di viaggiare liberamente all’estero per cercare un posto nel mondo dove definire se stessi”.

Bello, nobile: ma sei anni a gironzolare per il Mediterraneo, Siria Libia, zone di sovversione e di guerra civile, costa.  Ma rende? Un amico mi scrive: il nostro eroe “produce  reportage che nessuno vede e legge, ha due figli..: con che soldi vive e gira? I suoi genitori pare siano semplici gestori di un’osteria nel lucchese”.

Che domanda gretta: Del grande si mantiene col “crowdfunding”. Insomma ci sono tanti amici anonimi che gli danno i soldi per questo profondo lavoro di vivere “La gioventù che si ribella alla dittatura e alla frontiera, che chiede di abitare la modernità a titolo pieno, e ci cercare un posto nel mondo dove definire se stessi”.

Un finanziamento di George Soros

Beh, poi c’è  stato un finanziamento della Open Society, ossia di George  Soros.   MA poco, e lo dice lui stesso nel blog: “Nel 2011 è stata la fondazione Open Society Institute a finanziare un progetto di 37.000 euro (lordi) con cui è stato possibile pagare: quattro collaboratori per tradurre il sito in inglese, arabo e francese; una borsa di studio per Gabriele Del Grande, comprensiva del rimborso dei tanti viaggi di ricerca effettuati nel 2011 tra Tunisia, Egitto, Libia, Francia e sud Italia; una regista, un fotografo e un montatore per una produzione low-budget dei tre corti sui centri di identificazione e espulsione. Dal 2012 il blog non riceve più nessun tipo di finanziamento”  .

http://fortresseurope.blogspot.it/p/contatti.html

Ma certo, Gabriele Del Grande vive in un mondo felice dove i soldi da guadagnare ogni mese, che tanto avvelenano il nostro mondo conformista, non sono un problema. Un mondo di gratuità, un mondo “speciale”.

Dai suoi reportages di frontiera, si capisce che quello è lo stesso mondo, suppergiù, delle due Vanesse.   Quello dei “ribelli” contro Assad, con cui Del Grande ha condiviso giornate indimenticabili a Zarzur,  in Siria.:

“ È quello che gli uomini di religione chiamano jihad. Ed è quello che sta spingendo centinaia di giovani da tutto il mondo a unirsi alla rivoluzione siriana. Ragazzi come Abu Zeid e Abu Moaz, che in Siria sono arrivati da molto lontano. Non tutti hanno una formazione islamista radicale. Tanti sono venuti semplicemente per seguire un grande ideale di solidarietà con la comunità musulmana sunnita siriana, a cui sentono di appartenere al di là delle frontiere. Né più né meno come i comunisti italiani che nel 1936 andarono in Spagna a combattere contro il fascismo”.

E continua: “…Abu Zeid   non è siriano, bensì tunisino. È venuto ad Aleppo un mese fa. I contatti giusti li ha avuti tramite un gruppo salafita di Sfax e il fucile belga di alta precisione con cui fa il cecchino nelle fila dell’Esercito libero, lo ha comprato di tasca propria”.

Vedete,   che mondo felice, quello dove la gioventù trova  come definire se stessa? Hai bisogno di un fucile da cecchino ad alta precisione, e  non solo lo trovi sul mercato, ma lo compri “di tasca tua”.   E’ normale, nel mondo “speciale”  dello Stato parallelo.   Un po’ di quattrini dalla Open Society, poi più nulla, e te la cavi lo stesso.

Racconta ancora, Gabriele, quel che ha visto: “Gronda sangue  il sacco sulle spalle del vecchio appena uscito dalla sede della brigata islamista. Dentro ci sono i vestiti degli shabbiha catturati nei giorni scorsi. Si tratta dei criminali assoldati dal regime per perseguitare gli oppositori. A tagliare loro la gola è stato l’afgano, con una specie di spada. I corpi li hanno sepolti nella piazzola sotto il cavalcavia, dove hanno già sotterrato un’altra ventina di sgherri del regime giustiziati alla stessa maniera”.

E’ il mondo speciale, insomma. Un  mondo coi suoi eroi, coi suoi prigionieri da liberare, e quelli invece da sgozzare con una specie di spada.

http://fortresseurope.blogspot.it/2012/10/speciale-siria-internazionalisti-o.html

Mattarella si è  già stentoreamente  associato alla protesta contro la Turchia.

26 commenti

  1. lady Dodi

    Non se ne può più!
    Non solo e non tanto di questi “idealisti” che si cacciano nei guai, ma soprattutto dell’atteggiamentio autolesionista dell’Italia. Volevo scriverlo ieri sera: “Regeni” è stato avvistato in Turchia dove si fa chiamare Del Grande. Ma sarei stata fuori tema.
    Poco prima del “caso Regeni” fra Italia ed Egitto era stato scoperto il più grosso giacimento petrolifero del Mediterraneo. (Zhor?) Avrebbe arricchito l’Egitto e l’Italia con l’Eni. Forse è andato tutto a monte. Per averlo detto sono stata accusata di miseria morale, interessi petroliferi (?), e mancanza di”ideali”. Una cosa ancora mi distingue dalla maggior parte di chi scrive qui: se l’Italia sprofonda inghiottita dal mare, per favore NON avvisatemi nemmeno!

  2. rossodisera

    Gentilissimo Direttore,
    spero stavolta non cancelli il mio commento solo perchè non sono credente.
    Nonostante quello che può pensare di una persona che crede solo a se stessa e (sforzandomi), agli uomini inteso come Umanità, le dico solo con vero rammarico che è di Uomini come Lei che il mondo ha bisogno.
    L’articolo è magistrale, un articolo da prima pagina, dovrebbe essere sbattuto davanti agli occhi di quanti si riempono la bocca e le tasche di questa “solidarietà” ai non meglio definiti viaggiatori interculturali.
    Complicità, complicità è la parola che sgorga lampante da queste sue righe, complicità alla lenta soppressione della nostra società…
    Leggerla è come trovare un oasi nel deserto continui così..
    Cordialmente,
    RossodiSera

  3. Piero61


    “La gioventù che si ribella alla dittatura e alla frontiera, che chiede di abitare la modernità a titolo pieno, e di cercare un posto nel mondo dove definire se stessi”…

    Potrebbero comprarsi della terra, allevare animali e seminare ortaggi … come hanno fatto alcuni “giovani” (per lo più trentenni) delle mie zone …
    Con i figli che “razzolano” all’aria aperta e imparano tutto il sale della vita…
    Come “definire te stesso” in questo modo , non lo faranno da nessun altra parte
    saluti
    Piero e famiglia


  4. “Alexandra è impegnata in profondi studi di “Teatro Applicato e Antropologia Visuale” che sono certo arricchenti, ma non aiutano a mantenere i due figli avuto da Del Grande.”

    Questo paragrafo mi ha bloccato la lettura dell’articolo.
    Della serie la realtà supera la fantasia . Nemmeno Orwell ha osato tanto. Direttore non amo fare complimenti ma stavolta : chapeau!
    Certe informazioni folgorano chi legge.

  5. Diego Grandi

    E proprio vero: le “rivoluzioni” si fanno con i soldi e la pancia piena…


  6. Scusate la banalità ma mi viene in mente che Celentano qualche lustro nello show del sabato sera ci aveva ragione :
    Ci mise in guardia dalla ipnosi televisiva. Mi ricordo anche di Vasco Rossi in senso positivo. Questi era ospite d’onore al festival cgilcisluil del 1 maggio a piazza San Giovanni a Roma e disse :- Ragazzi non date retta a tutte le fesserie della televisione ed imparate a ragionare con la vostra testa- . Cito a memoria.
    Mo’ ci abbiamo pure Povia con le sue coraggiose ed ignorate canzoni contro il sistema della menzogna.
    Insomma , pur prediligendo l’ascolto della lirica e sinfonica, non possiamo trascurare chi nella musica leggera trasmette qualcosa di rivoluzionario ; istigazione alla verità.
    Che centra con l’articolo? Non so esattamente , ma penso che se tutte le persone di buona volontà nell’ambito dei mainstream e dello spettacolo facciano quadrato sugli ignorati di talento si potrebbe migiorare qualcosa.
    Mimmo Cavallo, Rino Gaetano, Lucio Battisti sono artisti bistrattati ed ignorati nonchè, qualcuno, morto troppo presto …..
    Insomma nei media imperversano “artisti osceni ” tipo Morgan(satanico puro) i De filippiani genderizzati e schifezze varie.
    Mi sto chiedendo perchè sto scrivendo tutto cio’ andando palesemente fuori tema. Due bicchieri di vino ,forse .
    No ! Gli è che per squarciare il velo delle menzogne seriamente, non bisogna trascurare il nazional-popolare come disse Pippone Baudo.
    Forse è giunta l’ora della mobilitazione degli artisti in video di osare ,rischiando, di reclamare le apparizioni di artisti contro.
    Totti ,in grande audience , a San Remo ha detto che il suo cantante preferito era Povia. Seguitelo.
    La moneta buona scaccia la cattiva. Basta con Saviano,Fazio e tutto il lurido sinistrume satanico e mendace di Manconi Sinistrone in Berlinguer ,nome di santità laica che non convince nessuno.
    .


    1. è la moneta cattiva che scaccia quella buona (altrimenti detta legge di Gresham)


  7. Da un punto di vista prettamente geografico, l’Europa non è nient’altro che l’estrema appendice occidentale del continente euroasiatico.
    Ma ciò che ha fatto sì che l’Europa non fosse solo una semplice appendice geografica, e il concetto di fortezza Europa, cioè il fatto che nel corso dei secoli l’Europa ha sempre difeso la propria specificità dalle invasioni straniere. In altre parole l’Europa è Europa perché bianca e cristiana. Altrimenti non sarebbe che una mera espressione geografica, cosa che purtroppo sta oggi diventando. Perché chiamare Fortress Europe un blog dedicato a migranti, jihadisti ed affini?
    Il tutto sembra avere un tono decisamente canzonatorio.
    Insomma, questo individuo dà l’impressione di aver chiamato il proprio blog in questa maniera non perché veramente attaccato alla civiltà europea, ma al contrario perché ostile. Si vuol prendere beffe di ciò che ha fatto l’Europa Europa.
    Nulla da dire: costui è uno dei loro, dov’è per loro si deve intendere in indici della civiltà europea bianca e cristiana.


  8. Nel ’92 dovetti posticipare un viaggio di lavoro in Iran e finii per commettere l’errore d’imbarcarmi l’ultimo giorno di validità del mio visto, che scadeva alla mezzanotte, mentre ero in volo. Arrivato a Tehran alle 5:00 non ci fu verso di ottenere un’estensione. Il caposcalo dell’Alitalia, un tizio che non appariva per nulla “in carriera” e perciò doveva averla fatta grossa per essere stato sbattuto lì, provò perfino a raccontarmi di aver “tirato giù dal letto il nostro ambasciatore” per aiutarmi (ma davvero?). Il comandante della polizia aeroportuale mi urlò in faccia le mie colpe (mi ricordo ancora le sue pessime otturazioni), poi mi fece brancare da un paio dei suoi e ricaricare sullo stesso aereo di provenienza. A modo loro, tutti contribuirono a ricordarmi che non sono nessuno (non che ce ne fosse bisogno) e che gli errori si pagano.
    Sono quei momenti nei quali, qualunque sia l’esito, l’italiano qualunque vorrebbe vedere che i suoi rappresentanti ci sono e lo supportano, o per lo meno mostrano di provarci. Invece, in questa e in molte altre occasioni ho dovuto constatare che lo stato esiste solo per quelli che contano. “Perché io so’ io e voi nun siete un ca**o”, diceva il Marchese del Grillo. Oggi, nel quadro internazionale dove non contiamo più nulla, non ci sono più i marchesi, ma ci sono i sottopanza alla Regeni, carne da cannone per le lotte tra i servizi segreti; Gente che spera di “fare carriera” in questo modo, o la va o la spacca. Oppure gente alla Del Grande (un Regeni cresciuto) o alla Vanessa Marzullo (figlia di un Regeni in pensione dopo onorata carriera). E’ il LORO paese, non il nostro.

    1. Nico-

      @ diego grandi, sarebbe bello capire se la resistenza un minimo valore esignificato ce l’ha .
      Se ci ha davvero salvati dal un possibile piano di dominio germanico nel continente (come l’attuale unione europea germanica ed euro),
      o se invece baffetto e quello senza capelli hanno lottato davvero contro le forze del male.

      1. Diego Grandi

        No, la resistenza mica voleva “liberare” l’Italia, la voleva assoggiettata al peggiore dei mali: l’Unione Sovietica. Nel dopoguerra i trinaciruti non sono riusciti a fare la repubblica sovietica ma hanno occupato cultura e giustizia… oggi ne possiamo ben vedere i disastrosi risultati. Sì, c’è questo parallelismo tra il Terzo Reich Hitleriano e l’odierno Terzo Reich Democratico. Non so, non ho mai vissuto sotto Adolfo, ma sotto la C.na. Inch.le sì, e non mi piace per nulla. Mussolini fu uno dei pochi statisti dell’Italia unita: (l’altro Craxi?) all’inizio fu un golem per i francobritannici, (Interventismo contro gli Imperi Centrali) poi, da patriota fece gli interessi della sua Paese, e sappiamo che fine gli fecero fare.

  9. SpadaccinoNero

    ricordo quando raccontarono della tizia italiana al batclan : si diceva che fosse lì per aiutare i senzatetto, passavano le foto di lei con oggetti marchiati emergency e poi il fratellino concludeva dicendo che non gli importava di come fossero andate le cose.

    no comment

  10. SpadaccinoNero

    l’attuale eu NON è a trazione Tedesca.
    Assimilato questo semplice concetto sarà più semplice rispondere al tuo quesito.

    1. Nico-

      il mio dubbio nasce dal fatto che l’euro e l’unione europa hanno giovato solo alla germania e ai suoi satelliti(olanda,austria…)
      Con la lira si stava molto meglio ,e l’italia aveva un minimo di sovranità monetaria.
      Poi come si fa a non ricardare tutti i piani teutonici di dominazione del continente.
      L’impero romano è stato distrutto dalle loro incursioni,lo scima protestante scatenato da lutero ,poi la guerra dei trent’anni.
      Il kaiser wilhelm II finanzio anche la dittatura bolscevica ,per impediere alla russia di vincere la prima guerra mondiale.


  11. questi italiani che vanno a rompere le scatole in casa altrui. E, poi, bisogna anche pagare i danni (intendo chi è contribuente di questa Repubblica democratica con certe IMU e certe Irpef pazzesche).


  12. Complimenti per l’articolo.
    In una cosa però lei sbaglia quando parla del caso Regeni. Regeni non è andato in Egitto per conto dell’Università di Cambrige, in cui abitualmente lavorava, ma per conto della Oxford Analytica.
    «Oxford Analytica è un gruppo che analizza tendenze politiche ed economiche su scala globale per enti privati, agenzie e ben cinquanta governi, una specie di privatizzazione di altissimo livello della raccolta di intelligence. Ha uffici, oltre che a Oxford, a New York, Washington e Parigi, e vanta una rete di 1,400 collaboratori. Promette “actionable intelligence”, informazioni su cui si possa agire, senza ideologie o inclinazioni politiche. [detto in parole povere una grande agenzia di spionaggio che fornisce informazioni sensibili a istituzioni governative e private, magari atte a far scoppiare qualche insurrezione teleguidata (ndr)]
    Dal settembre 2013 al settembre 2014, Giulio ha lavorato alla produzione del “Daily Brief”, una decina di articoli pubblicati ogni giorno sugli eventi principali e mandata a una lista di clienti d’elite. E’ uno dei prodotti di punta del gruppo, modellato sui briefing che Kissinger preparava per Nixon. Già, perché la storia del fondatore di Oxford Analytica, David Young, passa anche per uno dei capitoli più sinistri della storia USA. Young era, nella Casa Bianca di Nixon, tra i dirigenti dei cosiddetti “idraulici”, il gruppo che doveva “tappare” le fughe di notizie e di cui facevano parte anche G. Gordon Liddy e Howard Hunt, entrambi finiti dietro le sbarre per il Watergate. Dopo lo scandalo, Young lasciò l’America per completare un dottorato di ricerca in relazioni internazionali ad Oxford (leggenda vuole che la sua tesi fosse tenuta sotto chiave perché conteneva informazioni riservate), e nel 1975 fondò la Oxford Analytica. Nel cui board figurano anche il famigerato John Negroponte, ex direttore della United States Intelligence Community e Sir Colin McColl, ex capo dell’MI6, il servizio segreto inglese. Mashru spiega che i rapporti speciali del gruppo, che tipicamente comportano da uno a sei mesi di lavoro, restano confidenziali. Certamente l’azienda sta tenendo un basso profilo. Ha mandato un messaggio in forma privata alla famiglia di Giulio, e per il resto è «no comment».  (da un articolo de La Stampa del 16/02/2016)
    Non risulta che nessuna istituzione italiana abbia mai chiesto ufficialmente alla Oxford Analytica lo scopo e gli obbiettivi per cui Regeni è stato mandato in Egitto. Sicuramente da questo punto di vista alla Oxford Analytica sono assai più informati di quanto possa esserlo al-Sisi.

  13. ogogoro

    Ho visto il sito di questo elemento da sbarco, molto eloquente.
    Uno così dovrebbe essere incarcerato per apologia propaganda e supporto morale (e forse non solo) al terrorismo islamista. Purtroppo viviamo in una pornocrazia dalla morale invertita.

    1. -Flavio Dalassio-

      Dovrebbe essere consegnato alle autorità siriane e giudicato alla stregua di ogni altro terrorista wahabita.

  14. -Flavio Dalassio-

    Questo articolo è immenso, proprio come lei Direttore! Non ha però dato risalto, come in altre occasioni ha invece fatto, alla strana convinzione nutrita dai comunisti per cui tutti gli “islamici” (nel senso generalizzato e televisivo del termine) sarebbero di “sinistra” .
    Esilarante questo pezzo, meglio di quello su Regeni.


  15. Articolo magistrale, particolari a cui non avevo fatto caso.

    Dal suo blog: ” Ma forse è proprio questo credere che l’altro ci assomigli così tanto, a metterci in difficoltà.”

    Ecco, ora la sua idea (di quasi tutti i giovani) di uguaglianza si è fermata in Turchia, bloccata, impantanata. Spero gli sia da lezione, gli faccia capire che non siamo tutti uguali, non siamo stati tutti educati in quel Cristo del “porgi l’altra guancia”. Da qui l’importanza delle frontiere. Molto desolante l’ingenuità dei giovani d’oggi…

  16. Piero61

    @Fracecsca Romana Ancona
    non sono ingenui i tipi come costui, sono invece molto presuntuosi, elitari e razzisti …
    saluti
    Piero e famiglia


  17. Hai ragione Piero, mentre scrivevo ero infatti combattuta, ho voluto generalizzare alla fine, pensando a questo nuovo idealismo giovanile delle frontiere aperte. Ma nel caso specifico, questo, e molti altri, è esattamente come lo descrivi. Non posso vedere questo tipo di gente

    1. Piero61

      … io sono del 1961 e, con lievi differenze, questi giovani sono identici a quelli che erano iscritti alla FIGC (federazione giovanile comunista) negli anni 70: stessa spocchia, stesso odio verso chi non la pensa come loro, stessa presunzione di essere degli “eletti”; forse c’è una differenza, quelli degli anni 70 sparavano con armi vere e uccidevano cristiani, questi sparano tante “belinate” e ammazzano il buon senso…
      saluti e buon fine settimana
      Piero e famiglia


      1. Io sono del 65. A me ricordano anche gli Hippy del “tutto il mondo in pace, amore e libertà”, parlo sempre generalizzando e non dei soggetti arroganti in stile comunismo, ma sicuramente erano meglio gli hippy…
        Buon fine settimana a voi tutti


  18. come aggravante, è disgustuoso vedere le varie Vanesse quando tornano atteggiarsi da eroi, con l’appoggio dei mass media (stessa cosa successe per il drammatico caso Sgrena)

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