Posto qui alcune considerazioni che vengono da fonti militari estere – di cui non posso giudicare la qualità e veridicità. Ma tuttavia, interessanti. La prima viene da Valentin Vasilescu, pilota da guerra, già vice-comandante militare dell’aeroporto di Otopeni, diplomato all’Accademia militare di Bucarest – e aggiungo io – palesemente filo-Mosca.
Siria: come ci sono arrivati i caccia russi senza esser visti?
Solo a cose fatte, dalle foto satellitari che mostrano gli apparecchi parcheggiati a lato della pista di Latakia, l’Occidente – che ha cercato in tutti i modi di chiudere loro lo spazio aereo degli stati che avrebbero sorvolato – s’è accorto che erano ormai lì. Sono 12 Su-25SM e 16 elicotteri d’attacco e di trasporto Mi-24PN, Mi-35M, Mi-8AMTSh. Erano di stanza (dice Vasilescu) nelle “ basi 387 et 368 di Boudionnovsk nel Caucaso”, e sono apparsi lì. Teleportati?
La sorpresa ha preoccupato Israele abbastanza da far alzare in volo, il 20 settembre (dopo che le immagini satellitari avevano mostrato i russi a Latakia), uno dei suoi mini-AWACS, un Gulfstream G550 lungo la costa libanese del Mediterraneo, e quasi fino a Cipro – apparentemente due volte – senza che i suoi radar segnalassero niente. Come dimostrerebbe l’erratica rotta tenuta:
I mezzi russi sono giunti nella pancia di un Antonov? O al suo fianco, volando alla stessa velocità in formazione serrata, condizione in cui gli echi-radar si fondono? Questo può valere per i Sukhoi (ma se vengono da 2400 chilometri, devono essere attrezzati con serbatoi ausiliari che ne penalizzano velocità ed altitudine), ma non certo per gli elicotteri, che non possono certo tener dietro a un Antonov.
“Il mistero dell’invisibilità russa – assevera Vasilescu – si spiega con l’applicazione agli aerei di container ECM (sta per Electronic Counter Measures) di tipo SAP-518/ SPS-171, e agli elicotteri di dispositivi di contromisure elettroniche del tipo Richag-AV, il tutto avente un raggio d’azione di 400 chilometri”. Lascio al comandante romeno la responsabilità di quel che dice. Egli aggiunge che la Romania aveva comprato da Mosca nel 1986 degli apparecchi simili, di generazione precedente (SPS-141), “ma abbandonati dopo l’adesione alla NATO”.
Le foto satellitari hanno rivelato un altro apparecchio arrivato senza esser visto in Siria: un Il-20 M1, con un sistema ELINT (Electronic Intelligence) carico di dispositivi di intercezione e di scrambling di comunicazioni militari, radar e telefonia mobile; dispone anche di apparecchi fotografici ad alta risoluzione (A – 87P), di un radar Kvalat-2 che fornisce una carta del terreno in forma digitale nel raggio di 300 chilometri, che “identifica in modo automatico i veicoli, movimenti e blindati e pezzi d’artiglieria”. Con quattro turboreattori e 8 ore di autonomia, integrato ai droni Pchela 1T, il ricognitore sta certamente fornendo alle forze siriane preziosi bersagli da colpire.
Potete credere che sia tutta propaganda putiniana, date le evidenti simpatie di Vasilescu. Ma l’altra è una fonte militare francese, la pubblicazione Vexilla Galliae, che pone la questione: Invincibilità delle forze armate Usa:realtà o illusione?
Usa, un costoso flop militare
Gli Stati Uniti spendono da soli quasi la metà ( il 43%, più il ‘nero’) della spesa militare mondiale. Quanto corrisponde questa enorme spesa ad una reale efficacia? Le fonti militari francesi se ne allarmano, specie in considerazione della loro appartenenza alla NATO, nel cui nome gli Usa stanno riempiendo di missili anti-aerei Polonia, Baltici, repubblica ceka provocatoriamente a ridosso dei confini russi (“una Cuba a rovescio”) , mettendoci in pericolo di guerra come europei.
Attualmente la superpotenza affida la sua proiezione di forza alle portaerei e alle loro flotte d’appoggio. Bastano a far paura a paesi del terzo mondo. Ma quanto potrebbero sopravvivere in una guerra contro una vera forza armata moderna? Negli anni ’70 l’ammiraglio Rickover, il padre della marina nucleare, disse davanti al Senato: “Due-tre giorni, poi le colano a picco. Forse una settimana, se restano in porto”.
Secondo il sito francese, le cose non sono migliorate da allora. Anzi. E forniscono una serie di episodi che giudicano altrettanti campanelli d’allarme trascurati (o peggio, censurati).
Ottobre 2000, Mar del Giappone: una coppia di caccia russi sorvola raso-ponte la portaerei Kitty Hawk ad altissima velocità; e come ha risposto la portaerei? Nel panico. Ci ha messo più di mezz’ora a far decollare un intercettore (a bordo ha 85 aerei)…
Aprile 2014, Mar Nero: la modernissima fregata USS Donald Cook si avanza nel Mar Nero. Con ciò violando gli antichi accordi di Montreux, che vietano l’entrata di navi da guerra estranee ai paesi rivieraschi di quel mare interno. Ma che importa? Questa è la superpotenza. La Donald Cook è equipaggiata del più avanzato sistema di combattimento Aegis, che consente l’identificazione, l’aggancio e la distruzione di più bersagli in simultanea; in più, dispone di quattro (diconsi 4) grandi radar di potenza immensa. Per la propria protezione, ha oltre 50 missili anti-aerei di diverso modello.
Ed ecco, compare in cielo un aereo russo. Uno solo. Un Su-24. Non è armato. Ma vistosamente, simula tre attacchi missilistici a bassa altitudine sulla nave americana. E come risponde la USS Donald Cook? Non risponde: appena il Sukhoi s’è avvicinato, tutti i sistemi radar di bordo, di controllo e trasferimento dei dati, si sono paralizzati. L’orgoglioso sistema Aegis, fuori servizio. La nave è rimasta esposta cieca e sorda ad un attacco – per sua fortuna simulato. Il Sukhoi era fornito di un apparato di guerra elettronica chiamato “Khibiny”.
Che a bordo della nave americana si siano vissuti attimi di vero terrore, è provato dal fatto che il comandante ha scelto di far rientrare la fregata a tutta velocità al suo porto (in Romania), dove – dicono i francesi – “27 membri dell’equipaggio, in stato di choc, hanno dato le dimissioni dal servizio attivo”!.
30 maggio 2015, ancora nel Mar Nero. E’ una replica della – diciamo – disavventura americana. La USS Ross, fregata lanciamissili munita di sistema Aegis, della Sesta Flotta, fa’ rotta – diranno poi i russi – verso le acque territoriali di Mosca. Si alzano un numero imprecisato di Sukhoi in missione d’intedizione. Dev’essere successo qualcosa di simile al precedente incidente, perché la USS Ross cambia rotta. La stessa provocazione viene ritentata il 31 maggio e il 1 giugno, stavolta la nave americana è accompagnata da una ucraina. E’ la Ross a cedere e cambiare rotta. Gli americani dicono che i russi avevano le traveggole, loro non stavano affatto facendo rotta per le acque territoriali russe, e non hanno cambiato rotta. Anzi, precisano dopo, la USS Ross ha osservato i voli di dei Su-24”, che erano voli “di routine” e “non c’è stata interazione fra la nave e gli aerei, che entrambi facevano evoluzioni in acque internazionali”. Insomma non è successo nulla; circolare, non c’è niente da vedere.
http://www.defens-aero.com/2015/06/su-24-russe-effectue-passages-bas-autour-navire-us-navy.html
Il terzo fatto allarmante riguarda un sottomarino francese.
Marzo 2015, al largo della Florida. Esercitazione navale della Us Navy, a cui partecipa il sottomarino d’attacco francese Saphir, che ha propulsione nucleare. Prima, il Saphir viene incaricato di fare l’alleato e protegge la flotta Usa; poi, lo si incarica di fare “il nemico”. Comunicato della Marina gallica. “Il Saphir è penetrato discretamente nel cuore dello schermo formato dalle fregate americane che proteggevano la portaerei, evitando la contro-identificazione dei mezzi aerei onnipresenti”. Quando l’ordine di aprire il fuoco è stato dato, il sottomarino era in posizione ideale per “far colare a picco non solo la Theodore Roosevelt” (la portaerei), ma anche buona parte della flotta che l’accompagnava”. Ed il Saphir è un naviglio vecchio, è stato varato nel 1984; figurarsi cosa può subire la flotta Usa da un sommergibile russo di ultima generazione. Poi ci sarebbero le numerose vittorie dei “Rafale” in combattimento diretto con gli F-22.
Vista l’arroganza con cui gli americani incamerano militarmente, ed armano pesantemente, paesi fino a ieri nella zona d’influenza russa, la domanda è: hanno i mezzi per la loro arroganza? Noi europei siamo sicuri sotto il loro ombrello. I francesi si sono convinti di no. Il loro ombrello è pieno di buchi. La qualità dei loro comandi è stata provata in Vietnam, Afghanistan ed Irak, che sono lungi dall’essere dei successi. I russi non vantano, ma sono rapidi ed invisibili, fanno uso geniale della sorprese, dell’audacia e degli stratagemmi.
Ciò non vale a concludere che sia auspicabile una guerra contro Usa e Russia. Ma che gli europei devono far smettere l’alleato superpotente di fare provocazioni dal loro territorio, e mettersi dalla parte della pace e del diritto internazionale contro “il terrorismo”, come ha consigliato Putin nel discorso all’Onu. E sappiamo chi è che alimenta “il terrorismo” in Siria.
ULTIMA ORA.
MERCOLEDì 30 SETTEMBRE, ALLE 14, bombadieri russi hanno iniziato massicci bombardamenti specie attorno ad Homs. Si tratta di Su-34 arrivati anch’essi senza che nessuno se ne accorgesse. Tutti i paesi interessati sono stati avvertiti dell’asse dlle azioni in corso, ha notificato il presidenteVladimir Putin. Agli americani è stato consigliato di ritirare i loro aerei dallo spazio siriano durante l’azione russa. L’Usaf ha continuato a bombardare….