Convoglio militare italo-britannico cade in agguato in Libia
Lo ha affermato il sito ebraico DEBKA, notoriamente vicino al Mossad.
Rapida traduzione:
“Il convoglio di Marines italiani, con le forze speciali britanniche e le truppe libiche era in viaggio dalla città nord-occidentale di Misurata verso la roccaforte ISIS di Sirte, che si trova 273 chilometri a sud-est, quando è caduto in un’imboscata e duramente colpito dalle forze ISIS.
“Ci sono stati uccisi e feriti fra le truppe italiane, mentre mancano informazioni se ci sono state vittime inglesi. Alcuni rapporti dicono che membri delle forze occidentali sono stati fatti prigionieri da ISIS, ma devono ancora essere identificati.
E ‘possibile che eventuali ostaggi siano in mano alle “Forze Armate libiche”, una milizia comandata dal generale Khalifa Belqasim Haftar, un libico che ha la cittadinanza americana”.
[vero che Haftar è americano. La frase di DEBKA è ambigua, vuole incolparlo. Può avere i suoi motivi. Nota di Blondet]
“Secondo le informazioni delle fonti di DEBKAfile, veicoli imbottiti di esplosivo si sono affiancati al convoglio che trasportava le truppe italiane e britanniche e si sono fatti esplodere. Poi kamikaze hanno attaccato il gruppo ed altri combattenti ISIS il convoglio, tempestandolo di colpi di mortaio e di mitragliatrice pesante. Le forze occidentali sono riuscite a svincolarsi solo dopo l’intervento di aerei ed elicotteri italiani ed inglesi.
“Proprio la scorsa settimana , il 22 aprile , la prima Brigata Aerea italiana per operazioni speciali aveva completato un’esercitazione di 19 giorni alla base aerea di Cervia. Sono stati simulati combattimenti contro lo sbarco di forze ISIS per attaccare basi strategiche italiane, distanti dalla Libia solo 200 chilometri. “Le fonti militari di DEBKAfile sottolineano che il metodo ISIS di attacco usato nell’agguato è stato molto simile a quello utilizzato dal affiliato dell’organizzazione terroristica nella penisola del Sinai contro le forze egiziane. Il metodo comprende autobombe, kamikaze, bombe e artiglieria pesante.
[i servizi israeliani lo sanno bene, visto che “gestiscono” i terroristi islamisti del cosiddetto IS sicuramente in Siria, e probabilmente nel Sinai per destabilizzare il regime di Al-Sisi, che la Mamma- di- Regeni ha reso nostro nemico– nota di Blondet]
“Le nostre fonti – continua DEBKA – riferiscono che il giorno dopo la battaglia, il 28 aprile, il ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni ha detto al parlamento a Roma, che “l’Italia non ha intenzione di inviare truppe in Libia senza una richiesta del governo di unità nazionale che è sostenuta dalle Nazioni Unite , “. Il ministro ha risposto alla notizia di uno dei principali quotidiani del paese, Corriere della Sera, che ha riferito che Roma era pronta a schierare una forza di tra 600 e 900 truppe in Libia per proteggere i campi e le installazioni petrolifere del paese.“Fonti militari europei dicono che una molto più grande forza sta per giungere in Libia, 6.000 soldati italiani a con un migliaio di britannici. Negli Stati Uniti, il Segretario della Difesa Ashton Carter e il capo del Joint Chiefs of Staff, il generale Joseph Dunford, hanno parlato nel corso di un’audizione dal Comitato dei Servizi Armati del Senato il giovedi. Essi hanno sostenuto le forze appoggiate dagli USA avevano fatto progressi nella guerra contro l’ISIS in Iraq e in Siria, ma i membri della commissione erano scettici. Né Carter né Dunford detto una parola sugli eventi in Libia”.
Un lettore mi chiede un commento su questo lancio di DEBKA.
Cosa c’è da commentare? Tutto come previsto. Il governo italiano ha smentito tutto: anche questo come previsto, anzi obbligatorio. Mi sono accontentato di sottolineare: esistono “libici di cittadinanza americana” che forse, quando occorre, fanno la parte dell’ISIS. Debka dice che i libici hanno usato i metodi dei terroristi islamici nel Sinai: gli israeliani conoscono benissimo questi metodi, per evidenti motivi. Il Sinai è nella loro lista dei desideri, e la destabilizzazione del regime egiziano per prendersi la penisola è nelle loro possibilità, forse anche nelle loro attività. Ricordiamoci che in Siria hanno armato, curato e combattenti contro Assad nei loro ospedali, perché destabilizzare la Siria resta un punto fisso della loro strategia. Che volete commentare? Questi sono i nostri “alleati”, che giocano contro di noi sui due tavoli.
Bisognava pensarci prima. Uscire prima da questa “alleanza”, dove i nostri alleati sono indistinguibili dai nostri nemici: diciamo dal 2001, 11 settembre. Non ci resta che concludere dando ragione a DEBKA: “l’attacco ha dimostrato che le forze europee non sono pronte per questo tipo di guerriglia . Le fonti hanno anche detto che i pianificatori dell’invasione sono stati sorpresi dalle capacità elevate di combattimento dei combattenti ISIS”. Invasione? Eh sì, della Libia: “Questa battaglia”. In cui le forze IS-americane hanno “schiacciato le truppe italiane e britanniche”, “ si tradurrà in ritardo dell’invasione occidentale programmata della Libia , perché ha rivelato la suddetta impreparazione. Come previsto, siamo lì con forze e capacità insufficienti. Sparsi con “i nostri ragazzi” su distanze enormi. Contro le milizie varie, fra cui quelle del “ generale Khalifa Belqasim Haftar, un libico che ha la cittadinanza americana”.
Anche qui, non resta che copiare e incollare ciò che ha già scritto Fulvio Scaglione:
“Una volta fatto cadere e ammazzare Gheddafi, ci siamo precipitati a riconoscere il Governo di Tobruk, perché più “laico” e soprattutto perché dotato di un’armata, quella guidata dal generale Khalifa Belqasim Haftar che è un vecchio amico degli Usa: già arruolato negli anni Ottanta ne tentativo di rovesciare il regime di Gheddafi, Haftar fu poi riscattato, portato in America, dotato di cittadinanza americana e nel 2011 riportato in Libia per dare un leader all’insurrezione contro Gheddafi. Nel 2015 è stato nominato ministro della Difesa e capo di Stato maggiore appunto dal Governo di Tobruk.
Peccato che ora siano proprio il “nostro” Governo, quello di Tobruk, e il “nostro” generale, Haftar appunto, a silurare il piano Onu per un Governo di unità nazionale, la cui richiesta (e questa è la posizione italiana) potrebbe poi aprire le porte a un intervento sotto l’egida delle Nazioni Unite. Mentre il Governo islamista (più o meno moderato) di Tripoli, che abbiamo fin qui osteggiato, sarebbe d’accordo”.
“Grande strategia. Anche perché mentre i mediatori trattatano e l’Italia insiste, altri Paesi lavorano per mandare tutto a monte e arrivare alla famosa partizione del Paese: Tripolitania, Cirenaica e Fezzan. La Francia ha già mandato reparti speciali dell’esercito e dei servizi segreti a dare una mano alle truppe di Haftar, ora impegnate a scontrarsi con le milizie Isis attestate nella regione di Sirte. Le ragioni di Hollande sono chiare e sono le stesse per cui Sarkozy scatenò la guerra nel 2011: instaurare un protettorato sulla Tripolitania e garantirsi il controllo dei giacimenti off shore di gas e dei gasdotti. La Gran Bretagna, a sua volta, mira alla Cirenaica con i suoi pozzi di petrolio e il lungo confine con l’Egitto.
http://www.fulvioscaglione.com/2016/02/25/solita-strategia-libia-divide-impera-spara/
Ma state tranquilli, italioti: c’è la NATO, c’è – vero o no? – la “difesa comune europea” che ci proteggono e fanno nostri interessi. Gridate forte: “Verità per Regeni!”, e buona domenica. Domani o dopo griderete: “Via dalla Libia! Subito!”. Imperiosi come sempre, italioti. Via da tutto, è la vostra “soluzione”. Perché non siete capaci di pensarci prima.