Per giorni la notizia è rimasta dubbia, perché a darla per prima è stata DEBKA File, sito israeliano specialista di disinformazione come d’intelligence: la portaerei cinese Liaoning-CV-16 aveva passato il canale di Suez, era nel Mediterraneo diretta verso le coste della Siria; l’accompagna un incrociatore lanciamissili;era a Latakia; no, ha già attraccato a Tartus. Adesso le fonti si moltiplicano, iraniane, siriane, arabe, sicché si può forse dire con qualche sicurezza: sì, i cinesi sono arrivati. Nel quadro, a dire il vero, di una esercitazione navale congiunta russo-cinese da tempo annunciata: ma davanti alla Siria, e con la portaerei?
Data la nota prudenza di Pechino, c’è qualcosa di molto importante ad averla decisa ad appoggiare l’azione anti-Isis di Putin a sostegno del regime di Assad, così lontano dalla sua area di influenza diretta.
Probabilmente la cosa è questa: 3500 uiguri – della temuta minoranza musulmana cinese – si sono insediati in Siria, in un villaggio presso Jisr-al Shagour appena strappato all’esercito regolare di Assad, vicino alla roccaforte del Partito Islamico del Turkestan (TIP), uiguro, che è integrato nella Armata di Conquista (Jaish al-Fatah), un temibile e ben organizzato gruppo composto di otto formazioni guerrigliere, da Al Nusra e di Fratelli Musulmani di Siria.
Il grosso reparto di uiguri è ritenuto essere arrivato sotto la protezione dell’intelligence turca, che avrebbe arruolato questi combattenti e li avrebbe forniti di falsi passaporti. I jihadisti del Tip, turcofoni, hanno diffuso ai primi di settembre delle foto, dove mostrato d’aver conquistato la base aerea siriana di Abu Duhour , strappandola alle truppe di Assad,e trovandoci vecchi ma efficienti MiG e armi sofisticate.
Nel marzo scorso, con l’aiuto della Turchia, la formazione di uiguri è stata la protagonista nel debellare i siriani di Assad a Jisr al Shughour
In breve – valuta l’analista Christina Lin, del Center for Transatlantic Relations at SAIS-Johns Hopkins University – la componente uigura, per la sua combattività e disciplina, sta diventando il gruppo prominente nella coalizione terrorista. Ciò ovviamente con l’aiuto di Ankara, che favorisce l’egemonia di turcofoni nella galassia di jihadisti arabi.
Per Pechino, stroncare questo gruppo armato è un caso d’interesse nazionale. Il terrorismo uiguro ha già compiuto sanguinosi attentati in territorio cinese, fra cui un clamoroso attentato suicida in piazza Tienanmen nel dicembre 2013, e l’ancor più feroce strage avvenuta il 17 agosto 2015 a Bangkok, dove la bomba contro il tempio induista di Erawan uccise venti turisti e ne ferì oltre cento. Fra gli uccisi, almeno cinque erano cinesi; l’attacco era una ritorsione contro il governo thailandese che aveva consegnato a Pechino un centinaio di uiguri ricercati, e voleva appunto colpire turisti cinesi; non senza l’aiuto, come ha dimostrato la polizia Thai, di elementi del Lupi Grigi turchi…
Non c’è voluto molto, per Pechino, per identificare nel pericoloso crescere del terrorismo uiguro la mano “ottomana”, e le smisurate ambizioni di Erdogan, che non fa’ mistero di sognare una ricostituzione dell’impero ottomano con tutti i suoi kanati: fra cui lo Xinjang cinese.
Nel gennaio di quest’anno, quando ha ricevuto il capo palestinese Abbas nel suo sfarzoso palazzo presidenziale, Erdogan lo ha atteso su una scalinata, affiancato da una guardia d’onore di 16 guerrieri in costumi storici, fra cui ce n’era uno in antico costume del kanato degli uiguri.
E da mesi i media vicini ad Erdogan conducono una accanita campagna di stampa contro il regime cinese, colpevole di reprimere la religione musulmana, per esempio di vietare il digiuno del Ramadan; a Istanbul la folla se l’è presa coi ristoranti cinesi, che hanno subito danni…Abbastanza per convincere Pechino che il presidente turco sta giocando o la carta dell’irredentismo uiguro contro la propria integrità territoriale, nel quadro della sua guerra ottomana per interposti terroristi contro Assad, i curdi interni ed esterni (in Irak), senza dimenticare di mettersi ai ferri corti con l’egiziano Al Sisis ed Hamas.
http://chinamatters.blogspot.it/2015/07/turkey-plays-uyghur-card.html
Il risultato è che Erdogan ha oggi la portaerei cinese nel mare di casa. E Pechino farà di tutto per salvare il governo di Assad e sterminare i jihadisti cino-turcomanni. “Pechino ha deciso di contribuire alla lotta contro Daesh, per questo ha inviato la sua nave da guerra alle coste siriane”, ha dichiarato Igor Morozov, senatore russo. L’Iran ha mandato forze armate e sul terreno si coordina con le forze russe; il governo iracheno (sciita) si coordina con Iran, Russia e Siria nella lotta contro Daesh (invece che con la coalizione messa insieme dagli Usa); a questo scopo, è stato allestito a Baghdad un centro di informazioni e intelligence congiunto per coordinare le operazioni anti-ISIS.
Una nuova alleanza militare
E non basta. Secondo la già citata Christina Lin, “se Assad lo chiede e ne ha il permesso dalla Russia, la Cina e gli altri membri dello SCO lo assisteranno militarmente” anche inviando truppe, perché ciò sarebbe “in accordo col diritto internazionale, essendo il regime di Assad ancora il governo legittimo e riconosciuto dall’Onu”.
Oltretutto, i cinque anni di crudele destabilizzazione operati da Usa, Israele e i Saudit via jihadisti hanno ottenuto, oltre ai 250 mila morti e i milioni di fuggiaschi, anche questo effetto probabilmente imprevisto: lo SCO, Shanghai Cooperation Organization, si sta trasformando radicalmente e rapidamente in una vera e propria alleanza militare. Di cui anche l’Egitto (oltre la Siria) ha chiesto di far parte da giugno. L’Iran ne fa già parte dal 2013.
“L’audace mossa unilaterale di Putin ha dato scacco matto a Wahington,” che oggi non ha altra scelta che “collaborare con la Russia per stabilizzare la Siria e scongiurare la caduta della regione nell’anarchia”, ha commentato il notista Alasatir Croke. Persino Erdogan, persino Cameron cominciano ad ammettere che sì, Assad, forse, può rimanere.
Ma c’è uno che non ci sta. Hollande ha cominciato la sua guerra, ed i suoi aerei hanno cominciato a bombardare le postazioni dell’ISIS in Siria. Così, da solo, come se non ci fossero russi, iraniani, cinesi, uiguri…”Per legittima difesa”, ha proclamato il capo del governo Valls. Cosa abbia bombardato, non si sa. Ma continua a proclamare che Assad deve andarsene.
Maria Zahkarova, portavoce del ministro Lavrov (Esteri), ha così commentato le imporese del Tartarin de Tarasconne: “Vorrei conoscere i dettagli del concetto di legittima difesa riguardo a bombardamenti aerei su uno Stato che non ha dato il suo consenso e non ha aggredito nessuno, nonché la conformità di queste azioni col diritto internazionale”…e poi: “Che inventori! Il referendum in Crimea è una annessione, ma i bombardamenti aerei senza il mandato del Consiglio di Sicurezza e senza l’accordo del paese colpito è legittima difesa….La Francia sta uccidendo il diritto internazionale agli occhi della comunità internazionale”…Putin ha cambiato le regole del gioco, e Hollande non se n’è accorto.
http://francais.rt.com/international/7447-france-tue-droit-international