La strage islamica di Strasburgo dà a Macron un’occasione d’oro per vietare assembramenti di Gilet Gialli. Ciò naturalmente ha dato la stura a un turbine di complottismo sui social francesi. E’una tesi da cui ci dissociamo.
La prima foto dell’assassino solitario è stata diffusa dal giornalista israeliano Amichai Stein;
#BREAKING: Reports this is the 29yo shooter in #Strasbourg https://t.co/gUV0gr3rbs
— Amichai Stein (@AmichaiStein1) December 11, 2018
#BREAKING: Reports this is the 29yo shooter in #Strasbourg https://twitter.com/IntelliTimes/status/1072609948851408897 …
ma è del tutto normale dato che Stein è corrispondente diplomatico della Israeli Public Broadcasting Corporation, molto militante pro-Netanyahu a giudicare dai sui tweet. Che un corrispondente diplomatico abbia relazioni col (o sia del) Mossad è ovvio. Amichai Stein è stato anche il primo a segnalare il mega-attentato-strage a Charlie Hebdo:
The 2 Gunmen involved in the #Paris atteck pic.twitter.com/YhpMvtDQAk
— Amichai Stein (@AmichaiStein1) January 7, 2015
Ma ciò è normalissimo per un corrispondente. Meno strano comunque di quel Richard Gutjar, giornalista tedesco freelance e sposato ad Einat Wilf, politica israeliana che era stata tenente della Unità 8200 (intelligence militare israeliano) presente sia all’attentato di Nizza il 14 luglio 2016, dove fu praticamente l’unico a riprendere la scena del camion assassino comodamente da una terrace, e a guadagnare un bel po’ di soldi con l’esclusiva, e subito dopo, il 22 luglio, si trova a Monaco di Baviera a riprendere un altro attentato più o meno “islamico” (l’attentatore un tedesco-iraniano sotto cura psichiatrica, ce l’aveva coi turchi…).
https://www.maurizioblondet.it/lo-giornalista-video-nizza-anche-monaco-filmare-davanti-al-mcdo/
Meno strano anche delle prime foto dall’interno del Bataclàn, pochi minuti dopo la strage, con decine di corpi smembrati in un lago di sangue della pista da ballo, diffuse da “Israel News Feed” “@IsraelHatzolah” , una ONG israeliana di paramedici che collabora con l’esercito di Israele.
E’ appena il caso di ricordare che il 13 novembre, giorno dell’attentato al Bataclàn (per 70 anni appartenente ad una famiglia ebraica che l’aveva venduto poche settimane prima) , era in corso una esercitazione del SAMU, il pronto soccorso municipale di Parigi, basata sullo scenario di tre attentati simultanei compiuti da tre gruppi di terroristi, che prevedeva 50 morti e 150 feriti. SAMU sta per Services Médicales d’Urgence. Dispone di ambulanze ed elicotteri sanitari. Lo scenario è stato elaborato dal vice-capo del SAMU di Parigi, dottor Michel Nahon (J). L’esercitazione era stata programmata mesi prima” (ne ho scritto a suo tempo):
Al tempo del Bataclàn, si scrisse che “i responsabili della sicurezza della comunità ebraica erano stati avvertiti in anticipo dell’imminenza di un grosso attacco terroristico”; secondo il Times of Israele (che poi ha censurato la notizia). Da chi? Dal banchiere barone Edmund De Rotschild, in persona”. Il datore di lavoro di Macron nella sua prima vita di banchiere.
Cohn Bendit contro i Gilet: “Vogliono un generale al potere”
Il che ci permette di evocare Dan Cohn Bendit, oggi europarlamentare amico personale di Macron e ritenuto “un assset dei Rotschild”. Ma nel Maggio 1968 era “Daniel il Rosso”, quello che guidava la rivoluzione culturale e le proteste studentesche da cui – alla fin fine – la sovranità francese fu minata alla base. Da allora, si può dire, la Francia cominciò a diventare “europeista” (De Gaulle l’aveva tenuta alla larga dal Progetto Apatride) e rotschildiana.
Orbene: intervistato dal Guardian, Cohn Bendit, lui l’antico promotore di manifestazioni e scontri di piazza, si dichiara contrarissimo ai Gilet Gialli. “Sono le stesse persone ordinarie che hanno portato al potere Trump” in America, dice. E poi: “Questo movimento è molto diverso dal Maggio 68. Noi volevamo liberarci di un generale [De Gaulle], questo vogliono portare al potere un generale”: riferendosi al generale Pierre De Villiers, che si è dimesso in rotta con Macron il luglio 2017.
Questa notazione può indicare ai complottisti (da cui ci dissociamo) anche un’altra motivazione per l’attentato islamico all’europarlamento di Strasburgo: un omento della lotta degli “apatridi” (senza patria, cosmopoliti) contro “patrioti”, banchieri che hanno tolto sovranità nazionale contro generali. Gli uni che sono al potere e combattono quelli che vogliono sostituirli.
Naturalmente ci dissociamo con la massima energia.
13 generali diffidano Macron sul patto immigrazione.
Segnaliamo soltanto che 13 generali e un ex ministro della Difesa hanno scritto un appello a Macron diffidandolo dal firmare il Patto Mondiale delle Migrazioni dell’ONU.
“Signor presidente”, esordisce la lettera aperta,
“Voi vi apprestate a firmare, il 19 dicembre il “patto mondiale sulle migrazioni sicure, ordinate e regolari” che istituisce un vero diritti alla migrazione. Esso potrà imporsi sulla nostra legislazione nazionale […].
“Ci appare che la sola sovranità che resterà alla Francia consisterà nel fissare liberamente il modo di mettere in opera gli obbiettivi del patto. Voi non potete cedere a questo nuovo taglio alla sovranità nazionale senza un dibattito pubblico, dato che l’80% della popolazione francese ritiene che bisogna bloccare o regolare drasticamente l’immigrazione. Decidendo di firmare questo patto da solo, voi aggiungerete un motivo di rivolta supplementare alla collera di un popolo già maltrattato. Vi rendereste colpevole di denegazione di democrazia, per non dire di tradimento verso la nazione.
“Del resto, le finanze del nostro paese sono esangui e il nostro indebitamento cresce. Dunque voi non potete prendere il rischio di un appello alla migrazione, costoso, senza aver dimostrato prima che non sarete obbligato a ricorrere a nuove imposte per rispondere agli obbiettivi del patto. D’altra parte, dovete essere capace, in termini di sicurezza, di eliminare le conseguenze legate all’arrivo di popolazioni extra-europee. Infine, non potete ignorare che l’essenza stessa del politico è assicurare la sicurezza all’esterno e la concordia all’interno. Ora, questa concordia non si può ottenere che a condizione del mantenimento di una certa coerenza interna della società, la sola capace di permettere di “volere insieme”, ciò che diventa sempre più problematico oggi.
“Lo Stato francese si rende conto alquanto in ritardo dell’impossibilità di integrare popolazioni troppo numerose, di culture totalmente differenti, che si sono raggruppate negli ultimi 40 anni in zone che non si sottomettono più alle leggi della Repubblica. Voi non potete più, da solo, decidere di cancellare i nostri riferimenti di civiltà e privarci della nostra patria carnale. Vi chiediamo dunque di soprassedere alla firma di questo patto e chiamare i francesi a pronunciarsi su di esso per referendum. La vostra elezione non costituisce un assegno in bianco”..
Général Antoine MARTINEZ
Nous soutenons l’initiative du Général MARTINEZ contre l’adoption de ce pacte qui doit être approuver par les États membres de l’ONU le 19 décembre prochain.
- Charles MILLON – Ancien Ministre de la Défense
Général Marc BERTUCCHI
Général Philippe CHATENOUD
Général André COUSTOU
Général Roland DUBOIS
Général Daniel GROSMAIRE
Général Christian HOUDET
Général Michel ISSAVERDENS
Amiral Patrick MARTIN
Général Christian PIQUEMAL
Général Daniel SCHAEFFER
Général Didier TAUZIN
Colonel Jean Louis CHANAS
https://volontaires-france.fr/lappel-des-generaux-contre-marrakech/
E qui è arrivato l’attentatore islamista, delinquente comune, noto come S eccetera – il solito profilo del “radicalizzato”.