Cercapersone con l’esplosivo dentro… fatti in Iran?

Tra Libano e Siria i cercapersone degli uomini di Hezbollah sono esplosi da remoto simultaneamente causando 8 morti e 2.750 feriti.

Come è potuto succede lo spiega l’analista militare Elijah Magnier ad Al-jazeera .

“Si tratta di un attacco molto sofisticato e, solitamente, su questa scala, “richiede la collaborazione di più entità”.

Se l’intelligence israeliana è riuscita a compromettere i cercapersone forniti a Hezbollah, ciò non esclude che siano riusciti ad accedere alla fornitura dell’Iran, perché è l’Iran che fornisce a Hezbollah la maggior parte delle sue attrezzature.

“Un’operazione di questa portata richiede la presenza di esplosivi ad alto potenziale, anche in piccole quantità, e un tempo notevolmente  lungo per sedersi a ogni singolo cercapersone e inserire manualmente da 1 a 3

grammi di materiale altamente esplosivo e tuttavia preservare la funzionalità del cercapersone, dello schermo e di tutta l’elettronica senza che tutto ciò venga compromesso”. Ciò richiede l’intervento di più servizi segreti e un’interruzione del canale di fornitura e potrebbe anche indicare la presenza di un esplosivo, perché le batterie non esplodono da sole a Beirut, nella valle della Bekaa, nel suddel Libano e in Siria e ovunque ci sia un cercapersone nello stesso istante.

Non si tratta di un problema legato al malfunzionamento del cercapersone, ma di qualcosa che è stato implementato in esso e trasmesso tramite una frequenza, molto probabilmente una radiofrequenza. “Ciò significa che non solo hanno preso tempo, ma hanno anche conservato questa fornitura per molto tempo prima che raggiungesse la destinazione finale e molto probabilmente gli iraniani ora esamineranno tutti i loro prodotti e le loro attrezzature per assicurarsi che nessuno abbia manomesso ciò che hanno acquisito”.

Immagine

L’idea di usare le comunicazioni per colpire il nemico è già stata usata dagli israeliani. Nel gennaio 1986, Yahya Ayyash, alias l’ingegnere, responsabile di numerosi attentati kamikaze e preparatore di bombe saltò in aria rispondendo al cellulare dove era stata inserita una microcarica.

Più ‘rudimentale’, il sistema usato a Parigi anni prima contro un alto esponente dei palestinesi: gli fu riempito di plastico il telefono di casa e fu fatto detonare a distanza quando andò lui a rispondere a una chiamata.

Leonardo SANTI (https://t.me/+YDzsA-czuosyNjFk)

(https://neoprometheus.org/)

Derisioni sioniste:

I ribelli siriani a Idlib celebrano le migliaia di militanti di Hezbollah feriti/uccisi oggi distribuendo caramelle. Ricordate che Hezbollah ha più nemici tra i suoi “fratelli” in Siria e Libano di quanto la maggior parte delle persone creda…

https://twitter.com/NiohBerg/status/1836037128918085973

Io e milioni di altre persone abbiamo visto i video dei membri di Hezbollah dopo il cyberattacco di oggi in Libano.

Immagine

L‘ex contraente dell’intelligence della NSA, Edward Snowden su X: Mentre giungono informazioni sui cercapersone esplosi in Libano, sembra più probabile che  si tratti di esplosivi impiantati, non di un hackeraggio. Perché? Troppe ferite costanti e molto gravi. Se si trattasse di batterie surriscaldate che esplodono, ci si aspetterebbe molti più piccoli incendi e mancate accensioni.

mia valutazione:

Se si conferma che i cercapersone li ha forniti l’Iran, significa che un gruppo di traditori  iraniani ben organizzato e ha operato per fare questo regalo a Israele. In odio puro verso il regime.

Significa anche e soprattutto che il regime degli ayatollah ha perso la gioventù iraniana evoluta, e soprattutto  le popolose e potenti e inquiete  minoranze etniche- anzitutto i curdi perennemente  sull’orlo della rivolta,  che da sempre aspirano ad avere un loro stato,e i turchi turcofoni, i Baluci, i turcomanni – con le sue persecuzioni ipocritamente  “religiose”,  impiccagioni, incarcerazioni –  la gioventù non riconosce la legittimità di un regime che si legittima per aver  cacciato  lo Scià, quarant’anni orsono; ma la popolazione iraniana ha un’età media di 27 anni…  il regime, io temo, non può mobilitare questa gioventù  in una vera guerra…