Israele (e Erdogan) contro la Siria. Per mezzo di “islamisti”

La nuova battaglia per Aleppo vede la Turchia sfidare il controllo russo e siriano.

La Siria si trova nuovamente al centro di un conflitto che coinvolge potenze regionali e internazionali. La nuova battaglia per Aleppo rappresenta uno scontro strategico e ideologico, con i ribelli siriani filo-turchi che si contrappongono al governo di Bashar al-Assad.

a posizione geografica di Aleppo e la sua vicinanza al confine turco ne fanno un obiettivo chiave. Le forze siriane, sostenute dalla Russia, avevano in passato riconquistato la città dopo duri scontri, ma l’attuale offensiva ribelle mette in dubbio la stabilità del controllo governativo. La Turchia, utilizzando droni e supporto logistico, spinge per creare una zona cuscinetto lungo il confine, una strategia che destabilizza ulteriormente la regione.

Le apparecchiature di comunicazione militari di alcuni soldati siriani sono scoppiate.

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▪️Radio e cercapersone di vari soldati siriani impegnati nella difesa di Aleppo sono scoppiati, in modo simile a quanto successo ai membri di Hezbollah in Libano.

▪️Si parla di un gran numero di vittime, ciò ha reso difficile resistere all’avanzata dei terroristi.

❗️E la”firma”  di Israele e non era difficile da immaginare, l’attacco dei terroristi contro  la Siria  è iniziato dopo il cessate il fuoco in Libano e dopo che l’aviazione israeliana aveva lanciato missili contro l’esercito regolare siriano.

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il commento del noto sito israeliano “esperto di affari arabi” Abu Ali Express – gestito da Gilad Cohen sotto gli auspici dell’attuale Capo di Stato Maggiore Halevi – sugli attacchi dei “ribelli” contro l’esercito siriano:

“Più i ribelli siriani colpiscono Hezbollah e gli emissari iraniani in Siria, più debole diventa la presa dell’Iran sull’arena al confine con Israele, sia che si tratti di Jabhat al-Nusra nel sud della Siria o che si tratti degli stessi ribelli di Idlib che ora combattono contro Assad e Hezbollah nella parte occidentale di Aleppo e Saraqeb: questo è positivo per gli interessi israeliani.

In conclusione: i ribelli siriani non sono persone con cui vorremmo sederci per una tazza di caffè o un piatto di hummus, ma Israele e loro hanno un nemico comune – e possiamo sicuramente essere felici quando colpiscono Assad, Hezbollah e le altre milizie creature dell’Iran”