C’è la protesta, ci sono gli scioperi. Che, a parte gli incommensurabili disagi che causano ai soliti poveri cristi, avrebbero anche la loro ragion d’essere. C’è effettivamente un abisso tra gli slogan propagandistici dell’attuale governo in carica e la situazione “reale” del paese, quella che, a quanto pare, notano solo i poveri cristi (appunto) come noi. Attività che chiudono, negozi storici che abbassano definitivamente le serrande, costo della vita in continuo aumento, politiche folli e distruttive.
Nel mezzo, un paese il cui livello intellettuale medio è ormai tarato sul “Grande Fratello” e “Tú sí que vales”. Mi verrebbe da dire: “Sì, avete vinto”. Ma poi ascolto le parole di chi vorrebbe rivoltare l’Italia come un calzino inneggiando alla rivolta sociale. Lì per lì mi dico che c’è ancora speranza. È un attimo. Guardo i loro nomi e i loro volti. E allora la sentenza diventa definitiva: “Sì, avete vinto”.
Perché non esiste un contraltare alla deriva verso la quale ci stiamo sempre più approssimando. Si tratta solo di controslogan che fanno parte della stessa medaglia.
Perché mi rivolgo a voi, cari Landini, Bombardieri, Schlein e compagnia brutta tutta al completo: dove eravate, e dov’erano i vostri precursori del disastro, quando l’articolo 18 veniva appunto “rivoltato come un calzino”? Furono i “fascisti”, i responsabili? Oppure voi?
Dove eravate quando i governi tecnici imperversavano grazie al vostro supporto per arginare i “fascisti” e tagliavano drasticamente (ma democraticamente) le risorse alla sanità, alla scuola, alla cultura e allo stato sociale? Non eravate voi, sanguisughe di poltrone autoriciclanti senza consenso popolare?
Dov’erano i sindacati? E dov’eravate voi, Conte, Renzi, Calenda, che oggi tanto ululate alla luna alla ricerca della prossima vittima sacrificale contro la quale scagliare la prima pietra?
D.N.
Così parlò D’Alema:
"Più privatizzazioni, più capitalisti, più austerità e più Europa!" In poche righe, il manifesto di un'epoca. Era il compagno D'Alema, allora presidente del consiglio, su La stampa dell'1 novembre 1998. pic.twitter.com/E8YH7VHv0t
— Gilberto Trombetta (@Gitro77) November 30, 2024
I salari reali italiani del 2022 sono più bassi di quelli del 2000. Grazie CGIL!