Un aneddoto quantomeno preoccupante trasmesso da un lettore sacerdote (18/7/2017).
La storia risale a qualche giorno fa. Non è un fatto isolato, ma un episodio che si incastra con molti altri, e che svela un aspetto piuttosto inquietante della personalità del Papa, in tutti i casi molto distante dalla cordialità presentata dai media.
Peraltro, lo stesso sacerdote mi confida: «Un amico argentino, che conosceva bene il Vescovo Bergoglio, mi dice che sa essere molto duro con i deboli».
L’affidabilità della fonte (di cui non desidero svelare l’identità, ma che è una personalità nota) è al di sopra di ogni sospetto.
Un gruppo di giovani preti, tutti appartenenti alle stessa diocesi, e che sono stati appena ordinati, ha fatto un pellegrinaggio a Roma. Non sono tradizionalisti, ma giovani preti del giorno d’oggi, camicia bianca col colletto, classici, pii, normali, assai felici del dono di Cristo che hanno appena ricevuto. Naturalmente, hanno chiesto e ottenuto di desinare a Santa Marta e di essere presentati al Papa, e anche di concelebrare con lui l’indomani.
Arrivano dunque a Santa Marta all’ora stabilita, e si mettono nel posto che viene loro indicato. Un segretario li segnala al Papa che sta arrivando verso di loro. Il Papa: «Di dove siete?». E loro, tutti fieri: «Della diocesi di X». E lui, con l’espressione delle cattive giornate: «Ah, a X, ci sono ancora molti preti. Significa che là c’è un problema, un problema di discernimento». E prosegue il suo cammino.
I giovani preti, sbalorditi, si guardano tra loro, si consultano, ed escono senza mangiare. E, l’indomani, hanno fatto a meno della concelebrazione di Santa Marta.
[Fonte : Benoit et moi by MiL.]
Dalla “Lettera di un Pezzo Grosso” pubblicata da Marco Tosatti
Ho trovato nella mia casella di posta una lettera scritta da un Pezzo Grosso; un nome molto noto, un cattolico, che però non ha niente a che fare direttamente con il Vaticano o la Cei.
Gentile dottor Tosatti,
da ben 4 anni sento dire che ‘nessuno’ voleva Bergoglio; ma allora chi lo ha nominato? Lo sento sempre più criticare in quasi tutti gli ambienti, persino in quelli laicisti, ormai. Percepisco, anche se ci sono arrivato con fatica e con molte discussioni con teologi , “l’opera“ che sta compiendo. Ma continuo a domandarmi , ma chi lo ha eletto in Conclave sapeva cosa avrebbe fatto? Mica si è eletto da solo. E’ possibile che il Papa rinunciatario non abbia cercato di organizzare la sua successione ? ( in modo di dare senso strumentale alla rinuncia e orientarla ad un obiettivo). Vorrei ora raccontare una storia vera, la mia coscienza mi stimola a raccontarla in questo momento di manifesta presa di consapevolezza di ciò che sta succedendo nella chiesa. Non posso fare nomi, che farei peraltro solo in confessionale (ma solo sapendo chi è il confessore, in più). Il successore di Benedetto XVI veniva eletto il 13 marzo 2013. Due o tre giorni dopo mi trovavo a Roma a pranzo con una importante personalità del mondo politico-economico internazionale, molto ben collegata e informata; riporto a memoria la conversazione.
Mi domanda: ‘Che ne pensi di questo nuovo Papa appena eletto?’.
Rispondo: ‘nulla più di quello che ho letto sui giornali’.
Mi dice ‘Questo Papa produrrà dei danni alla tua Chiesa, enormi e irreversibili…’ .
Sono quattro anni che non penso che a questo commento; un commento che mi insinua il dubbio che detta elezione fosse stata voluta e pianificata.
Non solo: anche la certezza che il successore di Benedetto XVI fosse ben conosciuto. Caro Tosatti, ho voluto confidarle quanto esposto, pur volendo necessariamente mantenere riservato il mio nome”.