Dopo averci mostrato come i poveri profughi passavano sotto il filo spinato posto al confine dal malvagio Orban, adesso i media ci mostrano e raccontano come il malvagio Orban ferma a Budapest i treni con cui i poveri siriani vogliono andare in Germania: in Germania dove la generosa Angela Merkel li aspetta a braccia aperte. Si insinua, anzi il ministro degli esteri francese Laurent Fabius è giunto a dichiararlo, che “l’Ungheria non rispetta i valori comuni d’Europa”.
Sono accuse semplicemente vergognose.
Che sorvolano ipocritamente sul fatto che – a causa della configurazione dello “spazio Schengen” senza frontiere interne – sono i paesi che formano la frontiera di questo spazio a sopportare in modo del tutto sproporzionato il peso di questo afflusso selvaggio: Ungheria e Grecia e Italia. Ora, l’Ungheria, con 10 milioni di abitanti, situata in una posizione di facile accesso per i migranti illegali, è responsabile della frontiera strategica dello spazio di 400 milioni di abitanti, che sanno solo criticarla. La Grecia è stata portata dall’Europa alla rovina economica, e viene lasciata davanti all’afflusso di profughi senza alcun aiuto. L’Italia ha le spalle grosse, ma anche noi non riceviamo che rimproveri: “Non li avete registrati tutti! Guai a voi! Punizione!”.
La risposta del ministro ungherese competente, quando la polizia magiara, sopraffatta, ha lasciato passare alcune migliaia di profughi che si sono affollati alla stazione urlando Germania! Germania!, è quella giusta: “Non lascerò partire nessuno che non abbia un passaporto e un visto”, è quella giusta e responsabile.
Questo richiede Schengen: che alla frontiera della UE passi chi ha un passaporto e un visto d’entrata. Poi, dentro, vada dove vuole..Se Budapest lasciasse passare tutti quelli che filtrano sotto il filo spinato, sarebbe inadempiente di fronte all’Europa. E partirebbe subito la “procedura d’infrazione” come ha immediatamente minacciato la Kommissione Interni della UE.
Il punto è che Angela Merkel ha dichiarato che la Germania accetterà i profughi dalla Siria, suscitando le evidenti speranze dei fuggiaschi dalla Siria.
Benissimo. Avrebbe dovuto inviare alle frontiere ungheresi un bel numero di guardie di confine tedesche (chiedendo permesso a Budapest) con fotocamere, tavolini per uffici da campo improvvisati, passaporti in bianco e e timbri sì da apporre visti d’entrata e conferire il diritto d’asilo, diciamo sul campo, a persone che (senza passaporto?) si dichiarano “siriane”. La furba Cancelliera non l’ha fatto. Anzi ha ricordato che “gli accordi di Dublino non sono stati sospesi”; sostanzialmente confermando che i profughi devono fare domanda di asilo nel primo paese in cui giungono: nel caso, come al solito, in Ungheria. O Grecia. O Italy.
La doppiezza di Angela è stata rilevata da una flebile protesta persino della satellite Austria. Quando tremila e più fuggiaschi hanno preso il treno sopraffacendo la polizia magiara, e sono giunti alla frontiera austriaca, le guardie di Vienna li hanno fermati , anche se quelli volevano andare in Germania. Molti li ha respinti perché “avevano già fatto domanda di asilo in Ungheria”; altri ha dovuto lasciarli proseguire, anche lì per sopraffazione delle sue forze dell’ordine, perché quelli avrebbero invece restare in Austria per due settimane. “Il ministro dell’Interno austriaco Johanna Mikl-Leitner ha chiesto alla Germania di chiarire la sua posizione sulle regole europee relative all’asilo in modo che ai rifugiati in Ungheria non vengano date fase speranze. Fra i fuggiaschi s’è sparsa la voce che la Germania stava mandando treni per venirli a prendere…”
Invece no. La Merkel, in conferenza stampa durante la sua visita in Spagna, ha esalato: “Non vedo corresponsabilità” con quel che sta producendo la sua dichiarazione ai confini di Shengen. Ha avuto lezioni per tutti: e cominciare dalla Slovacchia, sgridata perché ha proposto di dare precedenza, nell’accoglienza, ai siriani cristiani; e a chi non vuole la sua quota di rifugiati, giungendo a minacciare che “Shengen viene messo in questione”.
Intanto anche la Grecia è sommersa, a Lesbo sono 15 mila profughi dal Medio Oriente. E i francesi, che criticano tanto Budapest, devono bloccare i treni che li uniscono a Londra perché nell’eurotunnel, fra i binari, ci sono dei profughi..a proposito di diritto di ciascuno a guardare le sue frontiere.
Ma come mai così tutto d’improvviso arrivano tanti profughi, non solo dall’Africa ma dall’Est? Qual è la mano dietro questo fenomeno?
“Ciò che accade attualmente è una componente dell’aggressione non democratiche condotta in Oriente dalla Russia, contro l’Unione Europea”: così ha spiegato il generale romeno Constantin Degeratu alla stampa del suo paese: spiegando che la colpa della ondata migratoria è di Mosca, perché questa ha fornito armi al regime di Assad in Siria, prolungando la durata del conflitto siriano (altrimenti la Siria sarebbe già da tempo pacificata sotto il Califfato…) . Per di più, la Russia tenta di colpevolizzare l’Europa, che è presa alla sprovvista dalla ondata di migranti, occupata com’è ad organizzare le note manovre militari in risposta alla minaccia russa..
..Probabilmente non avrete mai sentito parlare prima del generale Degeratu, e non sapremmo farvene una colpa. Ma segnatevi il nome: con questa asserzione, è di sicuro avviato ad una luminosa ascesa nei ranghi della nuova NATO, quella che seguendo la dottrina del capo di stato maggiore UsaMArtin Dempsey trova nella Russia “la più grande minaccia esistenziale” all’America, meritevole di essere piegata con una guerra.
Naturalmente le accuse rimbalzano, evitando acuratamente di toccare le responsabilità vere: i profughi scappano da paesi che l’Occidente ha destabilizzato.
L’Irak, sotto Saddam Hussein, era un paese civile e moderno, con un sistema scolastico e un sistema sanitario gratuito di tipo eurpopeo; adesso è un cumulo di odii tribali e di macerie, su cui scorrono le truppe del Califfo.
La Siria era un paese ordinato, da cui ben pochi pensavano di fuggire. Oggi sono 2 milioni e mezzo fuori dal paese in fiamme; è Erdogan che ce ne sta mandando a vagonate e navi intere, via Grecia.
La Libia di Gheddafi era uno stato di notevole benessere: adesso, dopo l’aggressione franco-inglese e americana, una terra di nessuno dove il trasporto dei negri in Italia è un business criminale sviluppatissimo. E – cosa che non viene mai detta – un milione e mezzo di libici (probabilmente le persone civili e normali) sono anch’essi profughi, avendo abbandonato la madrepatria. E dove sono andati? Non in Italia: sono nella povera Tunisia.
Strano che dalla Libia per le nostre coste partano solo negri equatoriali.
Com’è strano che i profughi dal Medio Oriente in fiamme non bussino alla porta di Arabia Saudita, Kuweit, Emirati, Katar, Oman: che sono paesi col più alto tenore di vita del mondo, e dove i fuggiaschi potrebbero integrarsi perché ne condividono la lingua e la religione. Invece, due milioni di siriani sono riparati – nel Libano – ora in via di destabilizzazione anch’essa: all’interno una protesta contro la cattiva raccolta della spazzatura può diventare da un momento all’altro una esplosione settaria o “primavera araba”, dal Nord lo Stato Islamico (ossia la truppaglia jihadista manovrata dagli occidentali e pagata dai sauditi) cerca di impadronirsi di territorio libanese, contrastata militarmente solo ha Hezbollah (l’ armata ‘regolare’ libanese, sunnita, è armata dai sauditi e dai francesi…non partecipa).
Fioccano i peggiori sospetti: un serio giornalista siriano, Mustafa al-Mikdad, giunge a sospettare che la Merkel , con la sua offerta di asilo riservata ai siriani, abbia voluto sottrarre alla Siria i combattenti per la libertà e l’indipendenza. “Gli occidentali non tarderanno a decretare delle regole favorevoli specialmente ai soli migranti siriani, e certi paesi andranno fino ad adottare risoluzioni Onu a favore di quei poveri “giovani siriani” soltanto, condannati all’immigrazione, tra fiotti di lacrime e di sincere intenzioni di salvare la loro vita….ciò che svuoterebbe la Siria di quella categorie d’età atta a combattere il terrorismo e a ricostruire il paese – La continuazione della politica di guerra occidentale con altri mezzi, che otterrebbero l’obiettivo che sfugge loro dopo lo scacco di tutte le loro incessanti operazioni di sterminio e di sostegno al terrorismo… La campagna mediatica probabilmente prepara la prossima assunzione di decisioni politiche ‘costrittive’ e sostenute dalle attese garanzie internazionali”.
http://thawra.sy/_kuttab_a.asp?FileName=30121256820150830213816
Non so se Al Mikdad veda giusto. Ma c’è alquanto da tremare alla notizia che – finalmente – l’ONU “si occuperà degli immigrati”. Il 30 settembre il Segretariato generale ha indetto una conferenza internazionale per affrontare il problema, per il 30 settembre, mentre l’Alto Commissariato per i Rifugiati ha (UNHCR) “lanciato un appello alla mobilitazione internazionale”.
Dio ci scampi dalle soluzioni che imporranno. Non solo perché l’UNHC è l’ente da cui viene la Boldrini. E’ che l’ONU è la stessa entità da cui parte la promozione della ideologia gender: questa fu già raccomandata nella Conferenza del Cairo sulla Popolazione e lo Sviluppo (1994) e poi alla “Conferenza mondiale sulle donne” tenuta a Pechino l’anno seguente. Una quantità di istituzioni dell’ONU la adottarono, dall’Organizzazione Mondiale di Sanità (OMS) all’Unesco.
Allora l’idea fu bocciata da una inedita alleanza del Vaticano con gli stati islamici, che si misero agli ordini del Nunzio alle Nazioni Unite, il caro monsignor Raffaele Martino, per far fallire la “direttiva” sul gender. Non escluderei che proprio allora, in salotti irraggiungibili alle nostre orecchie, fu deciso di accelerare il progetto di destabilizzazione e sparizione dalla scena internazionale degli stati islamici.
Spero si possa ancora capire – se l’istupidimento collettivo non è già troppo avanzato – che tra l’ingiunzione mediatico-politica a “accogliere gli immigranti senza limiti” e “obbligo di educare i bambini all’ideologia gender” nelle scuole elementari, c’è una patente affinità di scopo. Nel primo, si mira a strappare gli europei alle loro identità nazionali e tradizionali (ne restano poche ma per lorsignori son sempre troppe) per rifonderli un “Nuovo europeo” generico, omogeneizzato, standard, senza radici; nel secondo, di privare dell’identità sessuale, sostituendola con un “genere” indeterminato e intercambiabile….è il progetto che Umberto Veronesi ha nella sua più recente trasformazione di ideologo del trans: “La specie umana si va evolvendo verso un ‘modello unico’”.
Lo conferma – se ce ne fosse bisogno – il tono utopico (massonico) con cui si vieta di discutere di limiti alla migrazione, bollando i contrari di “razzisti” xenofobi, ed altri insulti. Il più importante giornale di Bruxelles, Le Libre Belgique, ovviamente organo ufficioso della Commissione, ha pubblicato un dettato cogente del “politicamente corretto” da adottare: quasi una direttiva europea, titolo: Migranti: 10 ragioni per aprire le frontiere”: leggete almeno i titoli, sono quelli agitati per ogni campagna anti-proibizionista.
Il punto 10 è quasi una firma della Loggia:
10 – Perché l’apertura delle frontiere permette di riaffermare l’unità dell’Uomo…contro il ritorno degli effetti disastrosi dell’oscurantismo, si tratta semplicemente di rilanciare l’Umanesimo come valore politico”.