Mi commuove la foto di Staffan De Mistura a Sochi mentre, circondato dai delegati che rappresentano quasi tutte le componenti delle comunità, partiti, religioni della Siria, riconosce – a nome dell’ONU di cui è rappresentante speciale per la Siria -la legittimità grande riunione voluta da Putin e Lavrov e chiamata “Congresso del Dialogo Nazionale Siriano” . Ho conosciuto questo strano italo-svedese, nobile ma nato apolide, durante le tragedie balcaniche, nell’assedio di Sarajevo affamata, dove riusciva a portare viveri con l’aiuto di contrabbandieri. Me lo ricordo nelle montagne dell’Albania: dove i serbi scaricavano oltre confine migliaia di cittadini urbani di Pristina, signore in borsetta e tacchi alti, uomini impauriti in giacchetta, persone rastrellate che Milosevic aveva deciso di espellere in Albania in massa, senza bagagli né nulla. In quelle balze buie, la sola “autorità internazionale” presente era lui, De Mistura. Non aveva niente da distribuire a queste folle spaventate, non aveva alcun mandato per loro – e poi niente era più evidente, durante le guerre balcaniche, che l’impotenza delle Nazioni Unite. Nessuno del resto ne era più conscio di lui. Ma calzò il berretto azzurro e si sbracciò per ore a salutare qui profughi che passavano: “Benvenuti! A nome delle Nazioni Unite!”. Pensando così di rassicurarli.
Nelle tragedie internazionali sanguinos, nei grumi inestricabili di odi etnici, dove conta solo la forza, essere funzionario ONU si presta alla derisione, è la rivelazione patente della debolezza dell’utopia della pace universale. Il filo di ridicolo che non era mai lontano dalla sua figura, si univa alla sensazione che in questo diplomatico sovrannazionale, accorto e furbo, ovviamente strettissimo nella sua qualità di super-partes e neutralità, non mancasse un’autentica bontà. E uno capace di prendersi delle responsabilità, superare il suo mandato, per veri fini umanitari. Non quelli dettati dal politicamente corretto, intendo.
Me lo conferma quella foto di lui a Sochi circondato da siriani sollevati sorridenti, e il resoconto che ne fa Thierry Meyssan. Che potete leggere qui in italiano, grazie a Rete Voltaire:
http://www.voltairenet.org/article199589.html
De Mistura è arrivato a Sochi di sorpresa, contrariamente a tutte le previsioni, ed ha riconosciuta la legittimità del Congresso per cui i russi si sono doperati oltre ogni limite. Di quel Congresso siriano che tutte le potenze occidentali (più Turchia ed Arabia Saudita) hanno fatto di tutto per sabotare.
Come ricorda Meyssan:
“Su istigazione degli Occidentali, i curdi del PYD hanno boicottato il Congresso. Ma, contrariamente a un pregiudizio diffuso in Occidente, il PYD è il solo partito esclusivamente curdo, però minoritario tra i curdi di Siria”.
Un altro gruppo, si è rifiutato in anticipo di partecipare al Congresso di Sochi: ha sede a Riad ed obbedisce all’Arabia Saudita. La Turchia ha fatto il doppio gioco, mandando un gruppo di turcmeni e Fratelli Musulmani a boicottare la riunione di Sochi – di cui Ankara è stata uno degli organizzatori, con Mosca e Teheran . Inoltre,
“ il 23 gennaio Macron aveva organizzato a Parigi una conferenza contro il presidente Bashar-al-Assad. Si trattava di metterlo sotto accusa e impedirgli di candidarsi alle elezioni, basandosi sui rapporti [falsi, ndr.] della Missione ONU sull’impiego di armi chimiche”. Tutti i precedenti tentativi di metter attorno al tavolo tutti (o quasi)i rappresentanti della Siria in fiamme, Ginevra, Vienna, Astana sono stati mandati a monte dal piano dell’Amministrazione Obama, che ha voluto “la capitolazione totale e incondizionata della Repubblica Araba Siriana e l’insediamento al potere dei Fratelli Mussulmani con la protezione della NATO”. Questo piano è stato concepito, duramente perseguito e incarnato dal numero 2 che l’ONU ha affiancato a Staffan De Mistura: Jeffrey Feltman, ebreo sionista. Che ha reclamato , preteso, ingiunto, la destituzione di Assad, il ritiro dalla Siria di Hezbollah e le Guardie iraniane, l’incriminazione di 120 personalità del regime siriano (una lista preparata dalla UE), insomma la fine della repubblica araba siriana “e l’insediamento al potere dei Fratelli Mussulmani con la protezione della NATO “, dice Meyssan, e non esagera. Da sei anni Feltman lavora alla capitolazione e criminalizzazione della repubblica siriana nell’interesse plateale di Israele.
Insomma forze potenti hanno fatto di tutto per decretare il fallimento dell’immenso sforzo diplomatico di Putin-Lavrov, che “per la prima volta dall’inizio del conflitto, nel 2011, hanno riunito la conferenza cui hanno partecipato 1.500 delegati siriani di tutte le origini, confessioni e di quasi tutte le opinioni politiche”. Mai prima “nessuno era stato capace di riunire tante personalità rappresentative del popolo siriano”, dice Meyssan. Ebbene: parlandosi tra loro, incontrandosi di nuovo faccia a faccia , questi rappresentanti delle minoranze (perché il popolo siriano è un popolo di minoranze) sono giunti a firmare un documento comune. La base per una vera pacificazione, fine della guerra civile.
La comparsa di Staffan e la sua “benedizione” a nome dell’ONU hanno dato il timbro dell’autorità internazionale. Feltman (ossia Israele) è stato sconfitto. Quelli che non sono venuti – Francia, Usa, UER – si sono esclusi da sé.
Naturalmente non c’è da farsi soverchie illusioni, sappiamo le risorse dei carnefici internazionali della Siria; vediamo che Staffan De Mistura ha sfidato queste forze. Il suo coraggio sarà punito? Avrà superato il suo mandato? Ci resta il dubbio che ci colse quando si mise sul ciglio della strada di montagna, in Albania, ad accogliere nella notte gelida la gente di Pristina affranta senza aver nulla in mano, salvo il suo cappellino azzurro , risibile segno della sua “autorità globale”, che agitava, e il largo sorriso “Welcome! The United Nations welcome you”. Comunque vada, è bello vedere come questo accorto signore e diplomatico italiano, alla fine, si è posto non dalla parte dei seminatori di zizzania, ma con onesta audacia, dalla parte dei costruttori di pace.