Nel 1994, ad Emma Bonino i voti della Lega non facevano schifo. Era la Lega stupida di Bossi e furbastra di Maroni (e del Trota), quelle dell’acqua del Po e dei militanti con le corna da vichingo, secessionista, anti-meridionale (a parole), derisa dalle sinistre illuminate: ma la Bonino si fa eleggere da quella formazione. La cui rozzezza permetteva ogni forma di “entrismo”.
Possiamo dire meglio, di parassitismo. Nel senso del verme solitario, parassita dei maiali e dell’uomo. Il partito Radicale, sapendo che da sé e con il suo simbolo non raccoglie voti, si è sempre infiltrato negli intestini dei partiti che trascurano l’igiene alimentare; ci si piazzano, ne succhiano le energie e deviano l’ideologia verso le istanze radicali, il nichilismo immoralista . Ricordiamo:
Benedetto Della Vedova. La taenia solium di Gianfranco Fini, di cui è diventato il suggeritore e braccio destro dal 2009 essendo lo sciagurato capo ex-almirantiano stato istruito a trasformare il partito in una “destra” gradita a Londra e al Rito Scozzese. Fini è politicamente morto, e a rischio di galera per essersi fatto parassitare dai Tulliani; Benedetto della Vedova è più vivo che mai. Tuttora senatore, eletto con Monti (un altro che il parassita ha ucciso), è diventato segretario agli Esteri con Renzi, e lo è tuttora con Gentiloni. Ma ciò stupisce molto meno, data l’affinità biologica dell’ex Partito Comunista, diventato il partito radicale di massa – ossia mutatosi da Partito dei Lavoratori a partito della Borghesia Ricca e Viziosa, la Orgasmus Generation.
Imparate, politici, da Fini, i pericoli della tenia.
Berlusconi, le cui abitudini di rotolarsi nel fango sono ben note, ha un partito colonizzato dai parassiti radicali: da Marco Taradash a Elio Vito, da Eugenia Roccella, da Stracquadanio a Quagliarello, fino a Daniele Capezzone. Intere colonie di platelminti ed ascaridi, che fanno di Forza Italia un pannellismo ambulante e verminante.
Ma ovviamente il colpo grosso del partito-parassita è stato di infilarsi nella pancia del Vaticano, grazie alla negligenza dell’igiene mentale che ha instaurato “Francesco” e alle frequentazioni (omo) sessuali di troppi dei suoi collaboratori intimi. Come ci ha insegnato la dottoressa De Mari, tali abitudini sono una fonte enorme di infezioni: dalla clamidia alla blenorragia (vulgo scolo), dall’AIDS alla pediculosi del pube, dalla proctite al radicalismo di Soros via Bonino.