L’Ungheria ha annunciato che rimpatrierà 100 mila once delle sue riserve aure, limitatissime (5 tonnellate) che conserva presso la Banca d’Inghilterra. Budapest segue in ciò Germania, Austria, Olanda e persino il Venezuela: Chavez ha rimpatriato 180 tonnellate nel 2011. Russia, Cina ed anche Turchia continuano ad acquistare oro (Mosca, 20 tonnellate solo a gennaio 2018, quattro volte le riserve ungheresi).
L’Italia, che ha – o dovrebbe avere, se i cari alleati non ce le hanno vendute – 2451,8 tonnellate, continua ad affidarle alle casseforti dei cari alleati, essenzialmente Fort Knox e Londra.
E questo, proprio nel momento in cui l’alleato americano moltiplica i segnali di ostilità verso la concorrenza europea, e minaccia una guerra commerciale. In più, l’asse Usa-Regno Unito dà sempre più segni di impazzimento, imprevedibilità e inaffidabilità per cui Lavrov ha coniato il termine “incapace di fare trattati”, ossia più precisamente, di restare fedele agli impegni dai loro governi presi sul piano internazionale.
Iнедоговороспособны (in inglese: Not Agreement Capable) è il termine – giuridicamente noto per esempio nella “circonvenzione di incapace” – che la diplomazia russa ha cominciato ad adottare sulla crisi siriana, quando il ministro degli esteri di Obama, John Kerry, stringeva accordi con Lavrov che poi “accidentalmente” il Pentagono infrangeva bombardando qua e là le truppe siriane, per aiutare l’ISIS. Ma in realtà tale comportamento incivile della Superpotenza è cominciata molto prima, almeno dal 2002 quando Washington s’è ritirata unilateralmente dai trattati ABM (Anti-Ballistic Missiles), senza consultare gli alleati né la Russia, la controparte . I trattati ABM hanno mantenuto la parità nucleare (e quindi la pace) per oltre mezzo secolo, anche attraverso visite reciproche delle due parti nei rispettivi siti nucleari. Come già abbiamo avuto modo di scrivere, nello stesso 2002 Bush jr. o meglio i suoi gestori neocon israelo-americani, (con la scusa dell’11 Settembre, false flag), emanarono la “Nuova dottrina di sicurezza nazionale che proclamava il diritto americano di lanciare guerre preventive contro qualsiasi nazionale, per “espandere la democrazia e libertà nelle nazioni del mondo”. Ciò significava non riconoscere alle altre nazioni lo status di soggetti di diritto; tutti gli stati erano aggredibili, ad arbitraria volontà americana. Con ciò i talmudici neocon hanno stracciato i principi del Trattato di Westfalia del 1648, ossia “il riconoscimento reciproco della sovranità degli stati, e amicizia basata sulla non-ingerenza negli affari interno, che garantì in Europa 150 anni di di pace”. La distruzione dello Jus Publicum Aeropaeum ci ha fatti entrare nella nuova fase della barbarie americana, o israelo americana.
Promemoria per El Papa: i nazionalisti fanno la pace. Le democrazie, le guerre.
Di cui vediamo ogni giorno segnali più allarmanti ed accelerati: l’uscita unilaterale dagli accordi conclusi con gli europei e Mosca sul nucleare iraniano, la costruzione di bombe atomiche “per guerre limitate”, la creazione di eserciti irregolari di terroristi islamici, le aggressioni non giustificate di Irak, Siria, Afghanistan, Libia. La dichiarazione di fare di Gerusalemme la capitale ebraica indivisa. E da ultimo, gli eventi che segnalano un vero impazzimento: il presidente Usa che sconfessa e licenzia come un cameriere il suo ministro degli esteri, da lui stesso scelto; per sostituirlo col capo della CIA; e la messa a capo della CIA di una donna, Gina Haspel , che è perseguita in Germania come torturatrice, l’organizzatrice di interrogatori con torture in sedi estere clandestine – insomma una violatrice abituale del diritto e della pura e semplice civiltà.
La May invoca l’art.5 NATO
Questo aggravamento verso la barbarie è stato intensificato da poche ore dalla premier britannica May. Ha accusato senza prove Mosca dell’avvelenamento della sua ex spia, dichiarando che “tale azione configura l’uso illegittimo della forza dello stato russo contro il Regno Unito”. Come ha sottolineato gongolando Voice of America, con questa dizione la May ha invocato l’articolo 5 del trattato NATO, che obbliga i paesi alleati a scendere in guerra a fianco di uno di loro che ha subito un “illegittimo uso della forza”. Come dice Voice of America, la May “ha aperto la strada per la Gran Bretagna di seguire l’esempio dell’America all’indomani dell’11 Settembre 2001”. Il segretario generale NATO, Jens Stoltenberg, ovviamente ha dichiarato: “L’uso di un agente nervino è orrendo e completamente inaccettabile”. Macron ha dichiarato lo stesso, affiancandosi alla May. Dunque la NATO è mobilitata. L’Italia non è stata nemmeno avvertita.
https://www.voanews.com/a/theresa-may-responds-to-russian-spy-poisoning/4296219.html
Frattanto, la UE ha pompato un altro miliardo (denaro anche nostro) al regime di Kiev. In questa foto, Poroshenko e signora sono stati invitati al gala dell’Opera di Stato a Vienna. Al centro, con fascia, il presidente austriaco Van Der Bellen, di sinistra quindi europeista. Oligarchi in festa.
Può darsi che tutta questa manfrina criminale miri (e si riduca) a trovare un pretesto per chiudere gli uffici londinesi e americani di Russia Today, l’emittente internazionale di Mosca che (giustamente) tanto fastidio dà ai liberi media occidentali, disturbandone la coralità. Così sembrano credere, o sperare, i russi.
Ma in questo clima di pazzia delinquenziale, Orban che rimpatria le sue poche riserve auree nazionali compie un atto di puro buon senso, di fronte ad un ordine occidentale sempre meno “capace di rispettare trattati” Iнедоговороспособны .
Non ve lo aspettate, ovviamente, da Gentiloni, o Padoan che è andato ad “avvelenare i pozzi” contro il voto italiano a Bruxelles: un governo delegittimato che continuerà a governare forse per tutto l’anno prossimo, e avrà tempo di fare tutti i giochi sporchi in odio agli italiani che si sono macchiati della colpa di volerli mandare a casa.