L’euro spopola. I paesi poveri.
Una unione monetaria imperfetta che rende fissi i tassi di cambio, rende flessibile la demografia.
Un rapporto della Commissione Europea riferisce che la Grecia perderà il 20% della propria popolazione, per la doppia deriva del calo della natalità e della fortissima emigrazione – a sua volta dovuta alla crisi economica imposta dalla “cura” punitiva tedesca contro l’intero popolo che “viveva al disopra dei propri mezzi”.
Il risultato è che per povertà, disoccupazione ed emigrazione, i “giovani” non riescono a formarsi una famiglia. La Grecia diventa sempre più un paese di pensionati. Come può l’Europa aspettarsi che il paese si riformi e riprenda, se lo priva della sua risorsa migliore, la popolazione giovane ed istruita?
Lo stesso vale per Italia e Spagna. In Grecia, Spagna e Italia, un quinto delle donne nate negli anni ’70 non avranno figli, ha calcolato il Wittgenstein Center for Demography and Global Human Capital di Vienna. E centinaia di migliaia di giovani istruiti e fertili sono partiti per la Germania, la Gran Bretagna, il Nord prospero, e quasi certamente non ritornerà, perché nei loro paesi l’economia – mancando loro – non riprende.