di Americo Mascarucci
E’ scontro sulla nuova legge europea sul diritto d’autore che, a detta degli operatori della rete, introdurrebbe pesanti limitazioni alla libera circolazione delle notizie sul web. Due gli articoli incriminati, l’11 e il 13. L’articolo 11 (cosiddetta link tax) costringerà chiunque utilizzi snippet di contenuti giornalistici online ad ottenere una licenza dall’editore. L’articolo 13 obbliga invece le piattaforme digitali a filtrare i contenuti pubblicati dagli utenti. In Italia sul video blog dell’esperto di comunicazione Claudio Messora ByoBlu. è stata lanciata una petizione ai parlamentari europei affinché blocchino il testo di legge licenziato dalla Commissione giuridica del Parlamento Ue, evidenziando i rischi che l’entrata in vigore della legge produrrebbe sulla libera informazione. In tanti hanno risposto all’appello di Messora, ad iniziare dal giornalista e scrittore Marcello Foaintervistato da Lo Speciale.E’ scontro sulla nuova legge europea sul diritto d’autore che, a detta degli operatori della rete, introdurrebbe pesanti limitazioni alla libera circolazione delle notizie sul web. Due gli articoli incriminati, l’11 e il 13. L’articolo 11 (cosiddetta link tax) costringerà chiunque utilizzi snippet di contenuti giornalistici online ad ottenere una licenza dall’editore. L’articolo 13 obbliga invece le piattaforme digitali a filtrare i contenuti pubblicati dagli utenti. In Italia sul video blog dell’esperto di comunicazione Claudio Messora ByoBlu. è stata lanciata una petizione ai parlamentari europei affinché blocchino il testo di legge licenziato dalla Commissione giuridica del Parlamento Ue, evidenziando i rischi che l’entrata in vigore della legge produrrebbe sulla libera informazione. In tanti hanno risposto all’appello di Messora, ad iniziare dal giornalista e scrittore Marcello Foaintervistato da Lo Speciale.
Perché questa legge è così pericolosa?
“Fondamentalmente i rischi sono due. Il primo è quello di scoraggiare il passaggio dei link, dal momento che questa legge vieta di citare anche poche righe estrapolate da un articolo di altri che correttamente poi si linka. Faccio un esempio. Lei non potrà più riprendere un mio articolo, specificando nelle prime righe che è stato tratto dal mio blog e allegando subito dopo il relativo link, perché di fatto violerà la normativa. La cosa più grave però è un’altra”.
Ossia?
“Il fatto che le piattaforme saranno responsabili delle violazioni del diritto d’autore da parte degli utenti. Sarà molto difficile utilizzare immagini, perché scatteranno le regole per la tutela del copyright. Ora capisce bene che le varie piattaforme, ad iniziare da Google e Facebook, per non incorrere nelle sanzioni previste, saranno obbligate a comportarsi molto scrupolosamente e in maniera restrittiva. Questo significa che di fronte ad ogni minimo rischio, si sceglierà la strada più facile, quella cioè di bloccare la pubblicazione dei contenuti. In questo modo sarà scoraggiata la libera circolazione di idee e post, a meno che non si tratti di opinioni scritte dal singolo utente o di foto proprie. Di questo passo non potremo più pubblicare le foto dei gattini, a meno che non siano nostri, altrimenti rischiamo di violare il copyright del proprietario degli animali”.
Le conseguenze più pericolose quali saranno?
“Bloccare l’attività di tutti quei soggetti che fanno libera informazione e che sul web hanno necessità di recuperare materiale giornalistico o fotografico. Queste persone di fatto vedranno drasticamente limitata, per non dire oscurata, la propria libertà d’azione”.
C’è chi paventa il concreto rischio di legalizzare la censura? E’ così?
“Questo provvedimento deve essere inquadrato in un contesto più ampio. Già da parecchi mesi il cosiddetto establishment, sia europeo che internazionale, sta rivedendo il giudizio su internet e i social media. Fino a quando questi erano considerati strumenti utili a rafforzare una certa parte politica, vedi Obama, tutto andava bene, ma nel momento in cui si sono rivelati volani di idee controcorrenti che hanno portato al successo della Brexit o alla vittoria delle forze cosiddette populiste in Italia e nel resto d’Europa, allora la rete è diventata improvvisamente il principale nemico. Già da tempo hanno avviato la polemica sulle fake news proprio con l’obiettivo di introdurre una forma di censura mascherata dall’esigenza di assicurare la presunta veridicità delle notizie. La nuova legge sul copyright è parte secondo molti di questa strategia”.
C’è addirittura chi ritiene che con le nuove regole diventerà impossibile anche fare satira in rete. Esiste questo rischio?
“Se per fare satira prende una foto dal mio profilo io potrei farle causa. Questa è un’assurdità. Se io voglio denunciare la cattiva informazione che c’è sulla Siria o sull’Ucraina non posso più nemmeno andare a ricercare le foto che possono meglio rafforzare le mie opinioni e che oggi su Google sono per la maggior parte libere. Tutto questo non sarà più possibile perché la nostra pagina potrebbe essere bloccata e ci potrebbero essere richiesti dei congrui risarcimenti. Quando la gente si renderà conto dei rischi che corre, inevitabilmente sarà costretta a limitare la propria libertà. A rimetterci sarà, tanto per cambiare, quella controinformazione che io ritengo invece molto positiva”.
Stando così le cose, forze politiche come Lega ed M5S dovrebbero fermare questa legge. Lo faranno?
“Questo non lo so sinceramente, anche perché non ho contatti diretti con i parlamentari europei e non sono impegnato in prima linea su questo fronte. E’ ovvio che i partiti antisistema cosiddetti populisti dovrebbero avere tutto l’interesse a bloccare il provvedimento, così come quelli moderati, popolari e socialisti, al contrario hanno quello di farlo passare. Soltanto così infatti avranno l’opportunità di imbrigliare la libertà di espressione e di opinione, non censurandola definitivamente ma limitandone gli effetti, controllandola come avveniva prima dell’avvento di internet. L’establishment sta perdendo potere ed influenza sulla società e quindi deve trovare la maniera di limitare il più possibile l’impatto che la libera circolazione delle notizie sul web produce nella formazione dell’opinione pubblica e del consenso”.
Quindi il messaggio finale quale può essere?
“Ho subito sostenuto la petizione di Claudio Messora per raccogliere firme sui social e fare pressing sul Parlamento Ue affinché non dia seguito a quanto già deciso dalla Commissione competente. Se questa riforma sarà approvata, ci saranno centinaia di persone pronte a ribellarsi. Speriamo questo porti il maggior numero di europarlamentari a votare secondo coscienza e non seguendo le direttive di partito”.
Americo Mascarucci