(Un grazie a Enrica Perucchietti, che ha scoperto questo):
“E’ così che si distrugge la reputazione di un giornalista scomodo: il 28 luglio alle 16:37 (cioè soltanto ieri, “casualmente” nel pieno della discussione per la sua nomina alla presidenza RAI!) è stata modificata la pagina wikipedia di Marcello Foa
https://it.wikipedia.org/wiki/Marcello_Foa
aggiungendo la sezione “Controversie” (prima inesistente, basta controllare la cronologia che riporto qui sotto) in cui viene denigrato come un “complottista” per aver sostenuto l’esistenza di false flag e per aver parlato della teoria gender (che viene liquidata come una “teoria del complotto nata nell’ambito ecclesiastico negli anni ’90”).
Ergo gli “studi di genere” per coloro che hanno modificato il profilo wikipedia di Foa NON solo non esistono ma sono becero cospirazionismo. Ditelo al National Geographic che ci ha dedicato una copertina, ditelo a tutti quei docenti che sono stati insigniti di una cattedra sul tema, ditelo ai produttori di trasmissioni, reality, serie TV e film che ne parlano!
Un grande nome viene in queste ore infangato perché ha osato esprimere posizioni al di fuori del pensiero unico dominante. Ma non dovrebbe essere anche questo il ruolo di un grande giornalista, ossia quello di “scavare” e portare al grande pubblico tematiche che i potenti vogliono tenere nascoste?
Il pensiero critico e l’informazione alternativa ai media mainstream oggi vengono perseguitati per silenziare il dissenso.
Non sono questi i metodi dei sistemi totalitari che si ammantano di slogan politicamente corretti e perseguitano con violenza chi non si piega ai loro diktat?
State attenti a chi non vuole che esprimiate la vostra coscienza critica ma che vi vuole passivi alla loro volontà; ne vale del vostro e del nostro futuro.”
(Enrica Perucchietti)
(Con questo, il PD ricalca Orwell nella forma più pura: anche in 1984, il protagonista Winston Smith lavora al Ministero della Verità. E il suo lavoro “consisteva nel correggere articoli o notizie pubblicate anche anni prima che non collimavano più con la linea politica attuale dettata dal Grande Fratello. Una volta apportate le rettifiche, il numero del giornale,della rivista o del libro veniva ristampato e la vecchia copia assieme ad ogni traccia dell’avvenuta correzione era gettata in feritoie ubicate in ogni parte dell’edificio ministeriale e soprannominate buchi della memoria dove le fiamme la distruggevano. Giorno dopo giorno, anzi quasi minuto dopo minuto, il passato veniva aggiornato…La storia era un palinsesto che poteva essere raschiato e riscritto tutte le volte che si voleva” (Cesare Allara)