Poiché un altro articolo sulla doppia morale e il doppio standard usato dagli oligarchi risulterebbe ripetitivo, mi limito a postare qualche immagine. trovata qua e là sui social, di cui i telegiornali non hanno dato notizia. Né i presidenti, vescovi, giornalisti e politici pieni di “umanità” hanno versato lacrime.
A Luana non hanno tirato un uovo…
Come controllore ATAC ha osato chiedere il biglietto a un migrante egiziano e per tutta risposta ha ricevuto una violentissima testata che l'ha mandata in coma e resa disabile.#BastaRazzismo, ma contro gli #italiani.https://t.co/rEoA3nUpmt pic.twitter.com/MNbdNdVhsf— Roger Halsted (@RogerHalsted) August 1, 2018
Ah, ed ovviamente l’egiziano che l’ha rovinata per sempre, è libero:
29 settembre 201715:32
Roma, lei disabile a vita ma il suo aggressore libero: la storia di Luana
La donna, dipendente dellʼAtac, è stata aggredita da un passeggero egiziano. Il colpevole, condannato a 14 mesi, è fuggito senza scontare la pena
…
Per l’Inail non è infortunio – “Non mi hanno riconosciuto l’infortunio professionale”, ha detto ai microfoni del programma “Dalla vostra parte”. Nonostante sia inabile al lavoro, per l’Inail non c’è un nesso dimostrabile tra il danno cerebrale e il colpo alla testa. Luana tira avanti con una piccola pensione di invalidità: meno di mille euro al mese per pagare terapie, riabilitazione e assistenza domiciliare.
Questa è vita quotidiana per il personale viaggiante di treni,tram e bus – che voi milionari, che voi oligarchi di Stato, non avete bisogno di prendere.
Altro che uova, a Roma i rom tirano sassi a bus e auto – VIDEO
Solo ieri arrestati 170 immigrati
Solo ieri arrestati 170 immigrati, ma si parla solo dell’uovo razzista
— massimo (@maximello_roma) August 1, 2018
Pusher nigeriani si affrontano in piazza col machete, feriti e sangue ovunque
Domenica, 14.30 in piazzale Castellina a Ferrara, nei pressi della stazione dei treni, un nigeriano avvicina un connazionale spacciatore per acquistare 5 euro di hashish e lo paga con una banconota da 10 euro. Ma il venditore non gli dà il resto e la discussione degenera. Il primo tira fuori un coltello per cercare di far valere le sue ragioni, il venditore scappa, i passanti chiamano le forze dell’ordine. I due vengono semplicemente identificati dai carabinieri che non hanno trovato il coltello, visto da testimoni.
Lunedì, ore 18 in via Oroboni, una zona più periferica, c’è uno scontro tra due bande di nigeriani che combattono per strada. Parte la caccia all’uomo. 4 nigeriani inseguono un quinto, probabilmente di un gruppo rivale. Uno degli aggressori impugna un machete e colpisce il rivale alla testa. “Ero lì presente”, spiega Lodi, “se non ci fosse stato per caso una pattuglia di passaggio non so come sarebbe finita”.
L’uomo colpito si accascia a terra col sangue che gli cola dalla testa. Gli aggressori scappano, vista la polizia. La vittima si siede su una gradino e con un poliziotto al fianco e aspetta l’arrivo dell’ambulanza. Finirà in ospedale in rianimazione.
Lunedì, ore 22, poco dopo i fatti di via Oroboni c’è un accoltellamento in Corso Giovecca, zona centrale. Un nigeriano viene colpito da un fendente impartitogli da connazionali. Sul posto arrivano carabinieri e sanitari del 112
Andria: rissa tra immigrati tra famiglie e bimbi
Si sono picchiati selvaggiamente anche a colpi di bottiglie, coltelli e mazze: 3 feriti
Attimi di paura ieri sera verso le 20:30 nel parco Graziella Mansi di Andria per via di una rissa tra extracomunitari. Una discussione fra due gruppi di nordrafricani, ubriachi secondo le testimonianze, è degenerata in fretta. Gli immigrati, alcuni ospiti del vicino centro di accoglienza “Buona speranza” di via vecchia Barletta, si sono picchiati selvaggiamente anche a colpi di bottiglie, coltelli e mazze. Tutto è avvenuto davanti a numerose famiglie con bambini che a quell’ora affollavano la piazzetta. Tre nigeriani sono rimasti feriti. Il più grave è stato portato all’ospedale Bonomo e poi dimesso qualche ora dopo con una prognosi di 25 giorni. Gli altri due sono stati medicati sul posto dal 118: ne avranno per 15 giorni. La polizia sta ricostruendo l’accaduto per accertare le responsabilità di ciascuno.
Poi ci sarebbe anche questo, presidente: :
la dirigente della Prefettura mentre riceve i soldi e li nasconde in un cassetto
cittadinanza italiana,venduta come frutta al mercato
non c'e più rispetto per il nostro paese pic.twitter.com/WikoxqplIL— elena bulla (@elenabulla1) August 1, 2018
Oseghale confessa: ho fatto a pezzi Pamela, ma non l’ho uccisa
Il riesame esclude lo stupro per Oseghale
“Innocent mi chiese se volevo stuprarla”
Nel tragico caso di Pamela Mastropietro spunta un intercettazione: “Innocent mi telefonò chiedendomi se volevo andare a stuprare una ragazza che dormiva”, avrebbe detto Lucky Awelima a Desmond Lucky. I
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Quei due, Lucky e Desmond, spacciatori nigeriani come lui, inizialmente sembrava avessero partecipato almeno allo squartamento, se non all’assassinio. Ebbene:la magistratra li ha scagionati. Restano in carcere solo per droga.
Secondo articoli, Oseghale era stato intercettato in carcere mentre ammetteva:
Ho ucciso io Pamela, ho fatto tutto da solo”: Innocent Oseghale intercettato in carcere
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Ora, invece, dice che lui non l’ha ucccisa. Lei è morta da sé, di morte naturale per overdose. Non si sa come coordinarla con un’altra informazione che era stata diffusa:
L’autopsia sul corpo della vittima, però, ha recentemente rivelato che un’altra è stata la causa della morte: Pamela, infatti, è stata colpita alla testa e trafitta con un fendente. Dopo la sua morte, avvenuta verosimilmente nell’appartamento in via Spalato, a Macerata, il suo corpo è stato smembrato con grande precisione e lavato con la candeggina per cancellare le tracce di DNA.
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Una strategia difensiva che quindi rigetta l’accusa di omicidio e di violenza sessuale e che era stata già preannunciata dagli avvocati del giovane nei giorni scorsi. Secondo l’accusa infatti il 29enne quel giorno avrebbe fatto entrare la ragazza nella sua casa, le avrebbe venduto l’eroina per poi violentarla; infine per non far scoprire la violenza, l’avrebbe assassinata con due coltellate al fegato e poi fatta a pezzi, lavandola con la candeggina e asportando alcune parti dove credeva si potessero trovare delle tracce degli abusi inflitti.
“. Così commenta l’avvocato Simone Matraxia. Il penalista ascolano contesta comunque l’ipotesi dell’accusa in base alla quale Pamela sarebbe stata uccisa a colpi di coltello. “Non siamo d’accordo con questa ricostruzione, basata su quanto affermato dai consulenti medico legali della Procura. In base a quanto ci riferiscono i nostri consulenti – spiega Matraxia – la povera ragazza è morta per un malore conseguente all’assunzione di droga e non perché colpita con un coltello quando era ancora in vita”.
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Certo lo spacciatore ha buoni avvocati, se li può pagare . O è difeso d’ufficio? Insomma sono sparite le coltellate al fegato, sparita la violenza carnale, sparito l’omicidio.
Mai esplorata l’ipotesi dell’omicidio rituale con pasto cannibalico a scopo magico, nessuna indagine sull’appartenenza a costui e i suoi amici a quelle sette stregonesche che la polizia nigerian chiama “Ritualist” e di cui trova spaventosi residui – fra cui corpi umani tagliati con estrema perizia, cuori e fegati strappati e mangiati, e così via.
Conclusione:
Fra quattro-cinque anni Oseghale è fuori. Dovete proprio credere, o giudici, alla sua giustificazione? Di uno spacciatore della mafia più pericolosa, omicida e spietata dell’Africa nera?
Mi sono spesso domandato: se io, il sottoscritto Blondet, fossi beccato con due valige con dentrro un corpo umano, tranciato alla perfezione, ma prima stuprato e accoltellato, potrei giustificarmi assicurando: “Ma non l’ho uccia io!”? Mi crederebbero?
Anzi. Per me, notorio sovranista e anti-euro, sarebbe adottata subito la certezza della mia colpa, anzi, aggravata a fantasia. Come – per esempio- la miliardaria Rula Jebreal, “giornalista” tv ma oggi vivente milionaria a Manhattan. Per lei il lancio dell’uovo alla lanciatrice di disco di Moncalieri è diventato “un pestaggio di neo-nazisti”.
Daisy Osakue è un’atleta italiana: è stata aggredita e picchiata da un gruppo di neo-nazisti italiani. Le minacce si stanno facendo sempre più pesanti per quelli come noi non ritenuti di “razza pura” dal governo italiano. Svegliamoci! Abbiamo già visto tutto questo prima! L’Europa è a rischio!
Ovviamente questa è la Chiesa che se ne frega di Luana, la povera addetta dell’ATAC ridotta all’invalidita; se ne strafotte di Pamela violentata e fatta a pezzi, dei poveri sempre più poveri, delle vittime sempre più indifese e spregiate da voi oligarchi, da voi ricchi, da voi sicuri.
E’ questa Chiesa:
Ex parroco sposato
con un uomo torna
a celebrare messa
L’abbraccio tra Giuliano Costalunga e il vescovo Zenti (Foto Zambaldo)
VERONA. Il 5 luglio l’abbraccio col vescovo Giuseppe Zenti, a Selva di Progno, sembrava aver spento i riflettori sulla vicenda di Giuliano Costalunga, l’ex parroco veronese al centro di un caso che aveva fatto il giro del mondo in seguito alla notizia che si era sposato con il suo compagno. Il matrimonio civile era stato celebrato in aprile a Gran Canaria. Costalunga, con una lettera al vescovo, in febbraio aveva ufficializzato la volontà di abbandonare il ministero. Il matrimonio, poi, gli aveva procurato l’automatica sospensione “a divinis”. Ma ora, come riporta L’Arena.it Costalunga ha accettato l’invito della Chiesa Vetero Cattolica Americana: il 6 settembre nella parrocchia di Grassobbio, a Bergamo, «presiederà una solenne celebrazione eucaristica».
SICCHE’ PENSO PROPRIO CHE FRA QUATTRO ANNI OSEGHALE USCIRA’, TORNERA’ DALLA COMPAGNA ITALIANA, E APRIRA’ MAGARI UN RISTORANTE COME QUELLO CHE HANNO SCOPERTO IN NIGERIA.
Serviva carne umana cotta. Ma aveva in frigo anche due teste freschissime avvolte in cellofan.
Come dice la Boldrini, sono l’avanguardia di uno stile di vita che sarà anche il nostro. Infatti voi oligarchi, a noi già ci state divorando.