“Francesco”, sulle accuse di Monsignor Viganò – che lui era al corrente dei casi di cardinali omosessuali e li ha promossi e favoriti – ha reagito: “Non dirò una sola parola”.
L’ha fatto sempre. Non ha detto una parola sul perché ha voluto distruggere i Francescani dell’Immacolata, un ordine fiorente di vocazioni. Una distruzione senza motivazione, extragiudiziale, e persino senza accusa formale, onde gli accusati non potessero difendersi e non sapessero di cosa li incolpava. Padre Manelli, il fondatore, ha chiesto continuamente di incontrarlo; lui non gli ha mai rivolto una parola.
Mai una parola ai cardinali che gli avevano rispettosamente, e in forma riservata, espresso i loro dubia sulla Amoris Laetitia. Quando la cosa è diventata pubblica, ha detto – palesemente mentendo – di aver appreso la cosa dai giornali.
Parla solo coi complici. “Se parliamo esplicitamente di comunione ai divorziati risposati – ha riportato Mons. Forte riferendo una battuta di Papa Francesco, durante la preparazione appunto di Amoris Laetitia – questi non sai che casino che ci combinano. Allora non ne parliamo in modo diretto, fa in modo che ci siano le premesse, poi le conclusioni le trarrò io».
Mai detto una parola sul perché la Gran Loggia delle Filippine, quando ha visitato il Paese, ha comprato pagine dei giornali principali per dargli il benvenuto.
In realtà, Francesco è muto su tutto. Muto sul perché ha chiamato accanto a sé proprio l’arrogante corte degli omosessuali in porpora, favorendoli perché sono più bravi ad adularlo? Muto sull’immane devastazione morale dell’Occidente. Muto sull’Europa diventata una prigione dei popoli. Muto su generazioni che si estinguono nella masturbazione e nella pornografia, muto nella peste di errori e vizi che ammorbano il mondo e la Chiesa. Muto su Israele che si proclama stato degli ebrei.
Mai una preghiera su questo mondo in perdizione, mai un avvertimento inteso a placare l’odio che l’ingiustizia e la menzogna fanno crescere nella società, la nostra, l’europea, l’americana – ormai società possedute ed ossesse dall’odio fra vicini e cittadini, dove la giustizia è negata, dove i poveri vivono sotto le tende e i ricchi possiedono ciascuno cento miliardi almeno.
Attenti al Demonio Muto
Muto su tutto. Gli antichi direttori spirituali mettevano in guardia contro il Demonio Muto: il demone della superbia, dicevano, che induce al mutismo sui propri peccati.
Naturalmente parlano i suoi complici: parteggiando, accendendo più odio politico, ingerendosi nella società, e diffondendo falsità. Ormai sapete che le foto che Avvenire ha pubblicato, sulle presunte torture che gli africani “rimandati indietro” in Libia subirebbero, sono state comprovate false.
Peggio: sono foto già comprovate false nel 2017, nel senso che non mostrano “torture subite dai migranti nei lager libici”, come hanno sparato i vari Repubblica e Il Manifesto e loro blog, bensì scene riprese in Costa d’Avorio, e se mai nella Libia del 2011, quella del rovesciamento di Gheddafi e della conseguente “caccia al negro” scatenata dai “ribelli islamisti” che accusavano ogni africano di far parte della guardia straniera assoldata dal dittatore.
Falsità pubblicate ad uno scopo preciso: accendere più odio contro il governo legittimo italiano, negargli la sua parte di ragione.
Ma invece di scusarsi, Avvenire insiste, dice che queste sono forse false, ma ci sono filmati che sono veri, “li ha visionati anche Republica” (Sic), e sono quelli che il papa ha visto…video che però, a noi, non ci è consentito vedere. Dobbiamo credere sulla parola a un giornale che ha messo la Chiesa italiana nella lotta politica settaria, che ha appena diffuso foto false. Anche qui come non vedere l’opera del Demonio Muto?
Papa Muto Primo non risponde a Venegoni. Ma lascia scatenare i suoi complici, scherani e leccapiedi a diffamare, calunniare, chiamare con epiteti schernitori Viganò, insinuare che Viganò ha bassi motivi di carriera per opporsi alla potenza dei kulattoni cardinalizi. Tipico del Demonio Muto anche questo. L’impossibilità di ammetter che anche gli altri possono avere delle ragioni, lo sforzo di comprenderle.
E nulla ha da dire su notizie come queste:
Cannibalismo e corpi smembrati nel cellulare dello scafista che vende gli organi dei migranti
“Secondo i pm guidati dal Procuratore Francesco Lo Voi, il sanguinario scafista sarebbe Mered Medhanie Yedhego (35 anni).
Le fotografie e i video sono stati inseriti nella memoria depositata dai magistrati al gup Alessia Geraci. “….risulta l’invio di immagini ritraenti delle scene di cannibalismo – scrivono i magistrati – nonché dei filmati scaricati da YouTube che verosimilmente riprendono dei migranti presi in consegna nel deserto da alcuni trafficanti armati”. Un accertamento che, come dicono gli stessi pm, “assume un pregnante rilievo”, soprattutto dopo le dichiarazioni rese da Nuredin Atta Wehabrebi, un ex trafficante di esseri umani che ora collabora con la giustizia. Nel corso dell’interrogatorio reso l’11 maggio di un anno fa, Atta aveva riferito che “lungo la strada del Sinai i migranti che non hanno avuto la possibilità di corrispondere le somme pattuite vengono sistematicamente uccisi dalle organizzazioni criminali dedite al traffico di uomini al fine di estrarne gli organi avvalendosi di soggetti soprannominati ‘medici del Sahara’”.
Perché il mutismo ecclesiale su questo? Perché dà ragione a chi dice che la “accoglienza e misericordia” è complice di queste atroci delitti, favorisce i trafficanti assassini mercificanti di corpi e parti umane. Una vittoria del Demonio Muto.
Un bel contributo della Chiesa Muta e di Papa Sotterfugio a fare di questo mondo un inferno.