“E’ l’odio che ha presieduto alle esequie del senatore John McCain, e forse più dell’odio”: sto citando Philippe Grasset, perché torna su quella cerimonia spaventosa che ha riunito l’intero Establishment americano (ed anche europeo), cogliendone il diapason che, sia per autocensura sia per assuefazione, non abbiamo colto: il “tono” satanico. McCain, 81 anni, canceroso al cervello, ha avuto cura di dare lui stesso le disposizioni per fare del proprio funerale una manifestazione di odio; di farne un insulto al presidente in carica, ordinando che fosse tenuto lontano dalla cerimonia; dalla bara, ormai cadavere, ha incitato ed eccitato tutti i presenti a proseguire la sua lotta dell’odio contro Donald Trump: incitamento cui tutti gli oratori, dalla figlia Megan a Barack Obama con la sua celebre oratoria “umanitaria”, hanno obbedito. Un odio non placato nemmeno dai sudori dell’agonia e dalla discesa nella morte, un grido di rabbia dall’inferno, non può essere che definito con una parola adatta. Luciferino.
Stupefatto Edward Luce, britannico, opinionista per il Financial Times a Washington: “L’intera commemorazione di McCain – le parole di (senatore) Lieberman, Kissinger, Bus, Obama e gli altri, e gli applausi che hanno ricevuto – sono un gigantesco tweet contro Trump. Non s’era mai visto un simile spettacolo contro un presidente in carica”.
Candace Owens, una commentatrice conservatrice (è nera, bella e ha 29 anni) ha espresso come un brivido di ribrezzo: “Questa novità di utilizzare funerali ed elogi funebri per far passare messaggi politici è del tutto ripugnante. Lo sfruttamento dell’empatia che suscita la morte come mezzo di influenzare l’opinione pubblica, è il nuovo livello che ha raggiunto la corruzione. Tutte le persone che vi hanno partecipato dovrebbero aver vergogna di se stesse”.
Bisogna ricordare che McCain è celebrato come “war hero”, eroe di guerra, benché in Vietnam abbia guerreggiato da alta quota come bombardiere, il più vile dei meccanismi letali che gli Usa ritengono soldati; che preso prigioniero, ha parlato lui dice sotto tortura, cosa che ha ammesso; ma altre cose ha taciuto, perché di quel periodo gli è rimasta una strana opposizione a contrastare i reduci e veterani che per anni hanno chiesto il suo sostegno di senatore per chiedere al Pentagono (che le ha, ma le tiene segrete) informazioni sulle centinaia di soldati Usa “dispersi in azione” o eventuali “prigionieri di guerra” in Vietnam e Laos , apostrofandoli come “complottisti”, “ciarlatani”, “Rambo da due soldi”, “la lobby dei dispersi”) – insomma non mostrando alcun desiderio, anzi una rabbiosa opposizione, al ritorno possibile di alcuni suoi vecchi compagni di prigionia. “Un uomo non in pace con se stesso”, lo ha definito un senatore anche lui reduce dal Vietnam, ma sotto anonimato,perché gli scoppi di rabbia di McCain erano tali, da preferire di non provocarli. Figlio di un celebre ammiraglio, McCain si è laureato nel 1959 all’Accademia Navale – giungendo 894mo su 899; sul piano veramente militare non si è mai veramente distinto per atti di coraggio né intelligenza.
http://www.unz.com/article/mccain-and-the-pow-cover-up/
Ora, questo uomo, 35 anni senatore, il guerrafondaio che sappiamo, l’attivo destabilizzatore e promotore di guerra in Siria e Irak e in Iran, è stato così celebrato dalla figlia Meghan, e con l’approvazione degli importantissimi presenti:
“Siamo qui riuniti per piangere il trapasso della grandezza americana. Quella vera, non quella retorica a poco prezzo di uomini che mai si avvicineranno al sacrificio che lui ha offerto con piena volontà, né quella grandezza di cui si appropriano opportunisti che vivono nella comodità e nel privilegio”. Evidenti allusioni allo slogan di Donald, “Make America Great Again”:
“L’America di John McCain – ha scandito la figlia fra le lacrime- non ha bisogno di tornare ad essere grande perché l’America è sempre stata grande”.
“JohnMcCain è l’Amore”
Applausi. Ormai in delirio, la figlia ha alzato il discorso:
“John McCain non è stato definito dalla prigionia, dal servizio in Marina, dal Senato, dal partito repubblicano, né da una qualunque delle straordinarie imprese della sua vita assolutamente straordinaria. No” – e qui una pausa – “No, John McCain è stato definito dall’amore”.
Poiché Obama non è andato lontano da questo oltraggioso rovesciamento del vero (“John ci ha spinto ad essere migliori, ad essere superiori alle meschinità e grettezze della politica”), alla presenza di tutti: i Clinton, Kissinger, i Bush, Al Gore, Mike Pence, Ivanka e Jared che “The Donald” aveva comunque voluto mandare ad onorare l’odiatore dall’oltretomba – ha dato alla cerimonia di colpo un aspetto di religione. Il rito di una anti-religione in cui l’Establishment elebrava la propria unità profonda abbandonando la finzione di competizione bipartitica, Bush jr “di destra” che passava caramelle a Michelle Obama “progressista”, tutti lì a sorridersi ed accarezzarsi, a mostrare di intendersela perfettamente al disopra delle (finte) rivalità.
Erano tutti lì, concordi, a chiamare “amore” la malvagità e l’odio, “grandezza” la crudeltà – l’Establishment stava canonizzando l’orribile senatore, facendone il santo condiviso della sua anti-religione, di una gnosi che solo i privilegiati coltivano tra loro e il popolo non ha bisogno di capire , né condividere. Il sito (tyrotzkista) WSS, World Socialist Website, ha soprattutto notato: “questa unità bi-partisan è il carattere più importante delle esequie di McCain, più di quanto sia diretta contro Trump”, additandone il “vuoto, il carattere artificiale, la sua sconnessione dalle preoccupazioni ed ansie della massima parte della popolazione”.
Un evento enorme e riempito di vuoto e di panico perché – come ha confessato la figlia con lapsus psicanalitico – questo gruppo umano mostruoso, che da due decenni bombarda e distrugge paesi e umanità lontane, ordina omicidi mirati o missili e droni su matrimoni afghani – s’era riunito per “piangere il trapasso della grandezza americana”. La paura, il sospetto venato di panico che questa grandezza che loro chiamano “amore” stia degradando e indebolendosi. “Funerali conformi all’epoca del crollo di una civiltà e dei suoi principi, della sua intima vicinanza al Male, del suo nichilismo totalitariamente entropico di distruzione del mondo”.
Ora, abbiamo assistito increduli il gruppo di potere italiano che si auto dichiara progressista e liberista globale, partecipare in Italia alla celebrazione dello spettro infernale del fu McCain, senza nemmeno esservi invitati, né obbligati: spontaneamente. Segno che sono adepti della stessa religione pubblica elitaria – l’antireligione prodotta dalla”liberazione” più totale delle minime briciole del ricordo di Cristo – e possono chiamare “amore” la volontà di odio e di guerra gratuita. E’ bene che ci abituiamo riconoscere nei loro atti e parole la nota stridula in cui si riconosce l’odio satanico. E’ importante ravvisarlo in questi “democratici” che invece dei diritti del demos immiserito e oppresso, difendono la “omogenitorialità”, i clandestini, i diritti delle minoranze contro “gli stereotipi razzisti”, il gender, il libero mercato globale, “l’arte” contemporanea, e praticano la sorveglianza permanente del comportamento altrui.
E’ importante riconoscere nel loro libertarismo il registro luciferino, perché questo è il gruppo umano che, quando salirà al potere mondiale l’Anticristo, lo saluterà come Uomo di Pace, esalterà le opere del suo odio chiamandole “amore”, dovere di proteggere, espansione della democrazia, il suo totalitarismo “Libertà” e liberismo …. L’hanno già fatto con McCain.
Per farmi meglio capire, porto un esempio. Laura Boldrini ha lanciato la sua idea di “unità progressista” contro “i fascisti” sovranisti, chiamandola Lista Unitaria Europea (LUE…), che dovrebbe “dare centralità a chi non si è sentito rappresentato da Liberi e Uguali né dal PD”: associazionismo, movimenti ambientalisti e femministi, comunità LGBT, mondo del lavoro, sindaci”…
Si noterà l’ordine di importanza: il “mondo del lavoro”, dizione generica di una realtà sconosciuta alla radical-chic, arriva penultimo, indietro rispetto a quelli del “suo” mondo: LGBT, femministe, ambientalisti, ONG. Qui c’è la volontà evidente, ancorché inconsapevole, di sostituire il popolo con la somma delle minoranze, “immigrati, i ggiovani, le ddonne,”, ovviamente gli animalisti, i vegani, la Caritas, la Open Society.
Chiunque non riconosca in ciò la volontà totalitaria che irrise va chiamato col suo nome: esprime odio satanico. Come ben dice Grasset, siamo davanti qui ad una “estrema corruzione delle psicologie” e delle anime: Questa ostinazione a chiamare il Male bene e “amore” l’odio sfrenato, noi vecchi l’abbiamo già vista. Sono gli stessi – o i loro figli – che ieri negavano il Gulag e chiamavano il Terrore sovietico “paradiso dei lavoratori”, quelli che adoravano Mao e la sua “rivoluzione culturale”, atroce esercizio di stragi, fame, decimazioni e campi di concentramento. Il punto è che, questi stessi, oggi li abbiamo al potere: nei media, nella magistratura, nei ministeri. Liberisti, globalisti, europeisti.