Gabriele Carrer per la Verità
Nel bel mezzo della conferenza per la Libia, emergono dettagli sui movimenti dei servizi segreti francesi a Malta. Il giornale Malta Today ha pubblicato un’ inchiesta sulle persone a bordo del piccolo aereo bimotore, un Fairchild Metroliner Mk III, che il 24 ottobre 2016 precipitò poco dopo il decollo dallo scalo internazionale di Luqa a Malta. Il velivolo esplose nell’ impatto con il suolo e morirono le cinque persone a bordo. Si trattava di tre funzionari del Dgse, i servizi segreti francesi per l’ estero, e due contractor della società lussemburghese Cae. Il governo maltese sostenne immediatamente che si trattasse di un volo di ricognizione per monitorare le rotte del traffico di droga ed esseri umani dalla Libia.
In realtà i cinque, come ha ricostruito Malta Today, facevano parte di una cellula di nove uomini che – da una villetta a schiera in quel di Balzan, ricco comune di meno di 4.000 anime nel cuore dell’ isola – controllava i movimenti delle armi francesi dirette in Libia. La loro missione era assicurarsi che finissero nelle mani giuste.
Lo scriveva l’ allora segretario di Stato americano Hillary Clinton in una mail del 2 aprile 2011 (rivelata da Wikileaks 4 anni più tardi) destinata al suo fedele Sid, cioè il consigliere per lo politica estera, Sidney Blumenthal: la Francia di Nicolas Sarkozy, la stessa che sotto egida Nato intervenne con altri Paesi occidentali il 19 marzo 2011 per rovesciare il regime di Muammar Gheddafi, vendeva armi ai ribelli libici. E ha continuato a farlo, nonostante l’ embargo delle Nazioni Unite, anche dopo il 2011.
Malta Today racconta come l’ abitazione sia stata smantellata in fretta e furia, lasciando cavi scoperti per le stanze. Ma in tempo: appena prima dell’ arrivo dei magistrati e della polizia, il giorno stesso della tragedia dell’ aereo. E oggi, a distanza di qualche giorno dal rapporto delle autorità francesi secondo cui l’ incidente fu causato dalla scarsa manutenzione del velivolo, l’ inchiesta del giornale contraddice quanto dichiarato ufficialmente dal governo della Valletta, che allora sostenne si trattasse di uomini coinvolti in un’ operazione di sorveglianza doganale che andava avanti da soli cinque mesi. E la polizia maltese che indaga sul caso avanza dei dubbi sul rapporto francese.
In realtà, in quell’ abitazione di Balzan, affittata per 20.000 euro all’ anno, viveva una squadra di nove membri degna di un film di spionaggio. Immaginate l’ aereo in volo che trasmette le riprese dal vivo delle coste e del territorio della Libia; poi alcuni agenti che, seduti dietro i loro computer nelle stanze dalle villetta, elaborano le informazioni.
È così che una fonte di Malta Today racconta le testimonianze raccolte dal magistrato inquirente Doreen Clarke, aggiungendo: «Contrariamente a quanto era stato detto pubblicamente, l’ aereo non stava sorvegliando le rotte del traffico di droga e di essere umani, ma si stava assicurando che le armi francesi venissero consegnate alle persone giuste in Libia». E pensare che nel 2014, nonostante l’ embargo sulle armi imposto dalle Nazioni Unite per impedire la fornitura a qualsiasi fazione libica che non fosse stata autorizzata dal comitato competente del Consiglio di Sicurezza Onu, la Francia riuscì a raggiungere i 9,1 miliardi di export di armi, un record storico.
Ma ormai, con l’ iniziativa italiana e soprattutto la vicinanza tra l’ uomo forte della Cirenaica Khalifa Haftar e la Russia, Parigi sembra destinata a essere tagliata fuori dai giochi delle armi. Mosca è pronta sostenere il leader di Bengasi, come dimostrava la presenza di Evgenij Prigozhin, detto lo «chef di Vladimir Putin», l’ uomo che coordina i mercenari russi della compagnia Wagner, durante le trattative tra lo stesso Haftar e il ministero della Difesa russo. A ribadire il concetto sono le indiscrezioni di alcuni giorni fa del tabloid britannico Sun, che riferiva di agenti del Gru – i servizi segreti militari russi – già presenti sia a Tobruk sia a Bengasi. Al fianco di Haftar c’ è anche l’ Egitto di Abdel Fattah Al Sisi. E con l’ intesa tra il generale e Roma, pare avvicinarsi l’ uscita di scena dei servizi francesi dallo scenario libico.