Cosa fa Pedro Sanchez, il capo del governo in Spagna, tanto europeista e amato da Merkel e Soros da poter sforare il deficit del 3 % senza suscitare procedure punitive di infrazione?
Spende quasi 13 miliardi di euro in nuovi armamenti. In sei mesi. Una vera campagna di riarmo accelerata, come ci racconta ABC.
“All’improvviso verranno approvati tre nuovi programmi con impatto diretto sull’industria della difesa nazionale: la costruzione di nuove fregate della nuova “classe F-110” per la Marina spagnola; i primi 348 VCR 8 × 8 veicoli corazzati per l’esercito; e la modernizzazione dell’attuale flotta di 70 caccia Eurofighter . In totale, sono circa 7 miliardi e 331 milioni , secondo fonti confermate dal Ministero della Difesa.
Questa spesa sostanziale, da distribuire in rendite successive nel decennio successivo nei bilanci della Difesa e dell’Industria, si aggiunge ai 5,4 miliardi di euro che il governo di Pedro Sánchez ha precedentemente approvato in programmi come la costruzione di quattro sottomarini S. 80, la modernizzazione dei 17 elicotteri Chinook, l’uso di due nuovi satelliti militari o un nuovo ordine di 23 elicotteri NH-90.
“Vale a dire, a metà anno di mandato, il Consiglio dei ministri ha siglato spese per l’industria militare per un importo di circa 12,9 miliardi di euro”.
Attenzione alla motivazione data:
“Questa strategia di investimento nell’industria militare serve a sostenere tre pilastri fondamentali: la forza lavoro in aziende chiave come Navantia, Santa Bárbara Sistemas, Indra e Airbus ; soddisfare i requisiti delle Forze armate dopo anni di tagli severi (un terzo del bilancio è scomparso con la crisi); e aumentare la percentuale di investimenti militari in Spagna, come la NATO ha richiesto dal 2014, che attualmente si attesta allo 0,9% e prevede di passare al 2%”.
Capito? Anzitutto non disperdere la forza-lavoro specializzata e le competenze tecniche di queste entità: Navantia è il complesso cantieristico essenzialmente militare, è di Stato (Juncker non ne esige la privatizzazione?) ed occupa quasi 6 mila dipendenti. La Santa Bàrbara Sistemas è un conglomerato di tutte le industrie militari pubbliche recentemente privatizzato (2001) e venduto all’americana General Dynamics, che l’ha “reso efficiente” riducendo del 60% il personale, ora sui mille addetti. Pochi e che producono di tutto, dai fucili mitragliatori per l’esercito fino alla polvere da sparo e munizioni, esplosivi, missili, blindati ed anfibi.
Indra è una multinazionale quotata con circa 35 mila dipendenti che provvede a “tecnologie duali” (civili-militari), automazione, controllo e comunicazione, elettronica, e attività spaziali.
Keynesismo militare
Il governo “europeista” insomma reagisce alla recessione con il “keynesismo militare”, vince la disoccupazione facendo lavorare (a deficit) le decine di migliaia di lavoratori del settore Difesa. Molto meglio di ciò che raccomandava Keynes nella depressione, pagare i lavoratori per scavare buche e poi riempirle. Quanto meglio rispetto al reddito di de-cittadinanza, i grillini e il loro Stalin della Rumenta non lo capiranno mai.
ABC mette in rilievo il ritmo degl’ investimenti militari del Nostro , a tappe forzate nel giro dei sei mesi. Pedro Sanchez diventa capo del governo (di minoranza) il 2 giugno 2018.
– 20 luglio: decreta l’ammodernamento del missile da crociera Taurus per 30 milioni.
– 27 luglio: pagamenti all’operatore Hisdesat per l’utilizzo di due nuovi satelliti per le comunicazioni militari tra il 2023 e il 2037 per 1.397 milioni.
27 luglio: il tetto massimo della spesa del sottomarino S-80 sale in altri 1,706 milioni.
3 agosto: manutenzione aeromobili per 21,6 milioni.
31 agosto: acquisizione di un elicottero di salvataggio e soccorso Súper Puma per 18 milioni.
7 settembre: ammodernamento dei 17 elicotteri Chinook per 1.060 milioni di euro.
16 novembre: 23 nuovi elicotteri NH-90 per 1.381 milioni.
14 dicembre: cinque fregate F-110, 348 veicoli 8 × 8 e modernizzazione di 70 caccia eurofighter per circa 7.331 milioni.
Un programma di investimenti così serrato, deciso e preciso lascia pensare che sia convergente con i progetti di Berlino di un esercito europeo (più o meno) autonomo dagli Usa. Probabilmente Sanchez aspira a sostituire nella cosiddetta “coppia Franco-Tedesca” Emmanuel Macron, per il quale in una recente intervista Schauble ha dichiarato (parole sue) “game over”.
Sostituire Macron nel favore tedesco?
“I tedeschi sono molto scontenti del loro gauleiter all’Eliseo”, commenta una analisi sul sito (trotzkista) WSWorg, citando ampiamente ambienti finanziari tedeschi e il giornale Die Welt, che ha accusato Macron di aver “capitolato davanti alla plebaglia gialla” invece di “passare all’offensiva” (si noti la terminologia). Die Welt spiega che la capitolazione è una “cattiva notizia per la Germania. Fino a quando Parigi resta a fianco di Berlino, la trasformazione della unione monetaria in unione dei trasferimenti può essere evitata. Ma se Parigi prendesse il partito dell’Italia e della Spagna, la situazione si fa grave. Che fare se “la Germania non avesse a trattare con la sola Italia nell’unione monetaria ma con due paesi?”. L’apertura piena alla enorme spesa di investimenti militari consentita a Sanchez è giàla risposta.
Lo stesso autore di WSW, Peter Schwarz, tedesco, rileva come uno dei modi con cui la classe dirigente germanica reagisce “alla crisi dell’Unione Europea e ai conflitti commerciali con gli Stati Uniti” è “una politica militarista da grande potenza. Il politologo Herfried Muenkler aveva auspicato già tre anni fa che la Germania divenga la sola superpotenza europea, nel suo saggio dal titolo “Il potere al centro”: “alla lunga, non può essere ‘intendente’ se non colui che è disposto a fare la parte del ‘maestro di disciplina” (la parte in cui la Germania riesce benissimo…). “Questo oggi è il consenso fra le elite dirigenti” riferisce Schwarz.
https://www.wsws.org/fr/articles/2018/12/14/alle-d14.html
Il riarmo di Sanchez può ben spiegarsi in questa direttiva gradita al “maestro di disciplina”. Il che spiega come mai possa sforare i 3% senza che aumenti lo spread, e nonostante il deficit, gli sia consentito di aumentare di ben il 22% il salario minimo spagnolo, a 1050 euro lordi, 900 netti, fin da gennaio.
Del resto la Spagna ha da offrire una sua tradizione militare dura e gloriosa.