Sono otto (per il momento) i giornalisti che sono stati “convocati” dal servizio segreto interno francese (Direction générale de la sécurité intérieure (DGSI)), alcuni per aver rivelato dati scomodi sulle armi che la Francia vende ai sauditi per il genocidio in Yemen, altri per informazioni sullo scandalo Benalla, l’ex capo della sicurezza personale di Macron. Sarebbero stati minacciati d’incriminazione secondo l’articolo 413-14 del Codice penale, che punisce fino a 5 anni di galera e 750 mila euro di multa chi divulga “Informazioni che, direttamente o indirettamente, persone specializzate nella lotta al terrorismo” – è una legge che è andata in vigore nel 2016, quando l’Eliseo aveva prorogato lo stato d’emergenza – opportune queste leggi anti-terrorismo.
Così minacciati, i giornalisti sono stati premuti a dare i nomi delle loro fonti (la cui protezione da parte dei giornalisti è garantita in Francia da una legge del 1881). Una redattrice del Quotidien, Valentine Oberti, ha rivelato d’essere stata chiamata alla DGSI per rispondere appunto di un suo articolo sulle vendite d’armi francesi a Riyad. Anche il suo tecnico del suono e il cameraman erano stati convocati – prima, l’11 e il 15 aprile. La giornalista di Le Monde Ariane Chemin, ha ricevuto il 21 maggio un invito a presentarsi il 29, a giustificarsi per aver fatto il nome del militare compagno di Marie-Elodie Poitou, capessa della sicurezza a Matignon (sede del primo ministro), entrambi nel giro o tribù di Benalla, oggi licenziati. Anche il presidente del direttorio di Le Monde (che è un giornale autogestito in cooperativa, praticamente il direttore) è stato convocato per quella data: ed ha un nome delicato Louis Dreyfus.
La Société des rédacteurs du Monde et une quarantaine de rédactions expriment leur solidarité avec les journalistes convoqués par les services de renseignement français #LibertéDeLaPresse #ArianeCheminhttps://t.co/P006DKO1kP
— SRM_LeMonde (@SRM_LeMonde) May 23, 2019
Poi è stata la volta di Geoffrey Livolsi e Mathias Dental, fondatori di Disclose (un mezzo appena nato, “il primo medium investigativo senza scopo di lucro”), il loro collaboratore Michel Despratx; poi anche Benoît Collombat di Radio France, sempre per inchieste sull’uso di armi francesi contro i civili nello Yemen. Proteste generali dei sindacati giornalisti e no, una quarantina di redazioni che esprimono solidarietà alla redazione di Le Monde, invito a manifestare in piazza il 29.
LE armi francesi sono effettivamente onnipresenti in YEmen, come rivela un dossier dello stesso spionaggio francese (ma militare…DRM)
http://www.wikistrike.com/2019/05/des-armes-francaises-omnipresentes-dans-la-guerre-au-yemen.html
“La Macronia apre la porta alla dittatura”, scrive la redazione di 24Heures Actu, e si domanda: “E’ la fine della (lunga) luna di miele fra i media e il potere macroniano? Per proteggere un certo Benalla e i segreti che detiene, la Macronia è pronta a qualunque eccesso”.
Journalistes harcelés par le pouvoir : la Macronie ouvre les portes de la dictature
Effettivamente, per ridursi a farsi nemici i giornalisti, amici suoi, trattandoli quasi come fa trattare dalla sua polizia i Gilet Gialli, Emanuel Macron deve essere alla disperazione. Contribuiscono i sondaggi, che danno il suo movimento artificiale, La République En Marche, al secondo posto, sorpassato la RN (Marine Le Pen). “Sono le prime votazioni dall’elezione di Macron” , dice Coralie Delaume (autrice di La Couple Franco-Allemande n’existe pas): “E’ quindi evidente che gli elettori utilizzeranno questo scrutinio sia per sostenere, sia per punire il presidente e la sua maggioranza. Tanto più che questa votazione viene durante il movimeno dei Gilet Gialli, che è un momento di intensa ri-politicizzazione della società francese”.
Il punto è, dice Coralie al Figaro, che “Macron ha dato tutto per l’Unione Europea, ma ha fallito su tutta la linea. Lo scopo per cui ha perso il potere? Dare delle prove di “serietà” economica (tagli salariali, smantellamento dei “costi” sociali…)per ottenere da Berlino in cambio la grande riforma dell’eurozona che sognava, con la creazione di un bilancio federale – la sola cosa che permetterebbe la sopravvivenza dell’euro”:
“Ma chi conosce un po’ il paese di Angela Merkel, chi non chiude gli occhi davanti alla sua evoluzione conservatrice, di un conservatorismo tinto fortemente di sovranismo, sapeva che il fallimento era inevitabile. Il motivo lo spiega in questo breve video l’insigne giurista Luciano Barra Caracciolo (strano che i grillini se lo tengano al governo):
Cambiare l'#Europa da dentro? Non secondo Luciano Barra Caracciolo.#Cinedissidente pic.twitter.com/ohMN0sGKVH
— L'Intellettuale Dissidente (@IntDissidente) May 23, 2019
“Adesso che sulla Germania pesano incertezze storiche sul suo modello economico, un confronto da parte di Macron sarebbe fecondo: per esempio strappando la modifica del mandato della BCE, perché esca dal suo ruolo di “macchina anti-inflazione” e si occupi invece in odo prioritario di crescita e pieno impiego. Se si alleasse con paesi che hanno gli stesi interessi economici come l’Italia – il che supporrebbe che smettesse di insultarli – Macron potrebbe smuovere in profondità le linee della euro-economia. Tanto in profondità che la Germania potrebbe giudicare che non le conviene più, e uscire.
Ma a questo, Macron è ideologicamente incapace:
“L’ordoliberismo, l’austerità, la deflazione salariale, la privatizzazione dei servizi pubblici, sono nel DNA del macronismo esattamente come nell’Europa di Mastricht”. Insomma, non hanno altre idee né ricette da proporre.
Dunque: in una democrazia, la presa d’atto di un simile epocale fallimento dovrebbe indurre un leader a lasciare. Invece si assiste agli inizi dell’instaurazione di una dittatura repressiva del popolino (i Gilet Gialli) e adesso intimidatrice del giornalisti. Una tendenza che si indurisce nell’establishment europeo: Farage viene messo sotto inchiesta dalla UE per fondi non dichiarati: a due giorni dal voto, è un atto di repressione mirato contro l’opposizione vincente sul piano democratico. Altre iniziative del genere sono attuate contro il partito della Le Pen. Insomma: questi vogliono restare al potere, nonostante non abbiano più un progetto di governo europeo che lo legittimi. In Italia, ci mandano Draghi a fare il governo dell’austerità. Una dittatura che quanto più approfondisce il proprio fallimento, più s’indurisce per durare nonostante lo scacco, è qualcosa senza precedenti.
Infine: un attore porno di nome Alexis du Reau ha raccontato di aver sodomizzato Macron nel 2013, in una serata di scambisti molto riservata durante un “piano a 3” (che preferiamo non sapere cosa sia)…”E’ una vera spazzatura, con un fenomenale disprezzo per le persone”. Nuovo scandalo in vista?