Che straordinaria successione di date:
Il 22 gennaio Manuel Valls (il primo ministro di Hollande) dichiara alla BBC: “Lo stato d’emergenza va mantenuto fino alla sconfitta totale di DAESH”. E’ dalla sera della strage del Bataclan il, 13 novembre, che Hollande ha instaurato l’”ètat d’urgence”: che permette perquisizioni senza mandato, incarcerazioni senza accusa formale, “poteri di polizia straordinari sulla circolazione e il soggiorno di persone, sulla chiusura di luoghi pubblici”. I controlli alle frontiere (contro Schengen) erano già in vigore con la scusa della conferenza sul clima COP 21. Il 24 novembre la Francia informa il Consiglio d’Europa che !derogherà” dalla convenzione europea dei diritti dell’uomo, vista l’emergenza della lotta al terrorismo L’état durgence è ovviamente un decreto, e deve essere rinnovata, sennò decade.
Persino il sindacato dei magistrati è contro: “La lotta contro il terrorismo è deviata: le interdizioni di manifestazione, perquisizioni e assegnazioni a domicilio coatto prendono di mira militanti. Pratica una repressione cieca e incontrollata che disperde inutilmente le forze di polizia”. Che la repressione sia “cieca” è da discutere: Hollande e Valls hanno interesse ad arrivare alle elezioni del 2017, dove si prevede una forte affermazione del Front National, con l’état d’urgence in vigore, a proprio favore.
Da qui Valls: Va’ mantenuto fino alla sconfitta di DAESH”. Il 22 gennaio. Ma DAESH non sta venendo disfatto in Siria dai Sukhoi, e in Irak dalla reazione di curdi e Baghdad?
Il 24 gennaio, lo Stato Islamico “posta un video di decapitazioni e d’orrore sugli attentati di Prigi”, di “una violenza inaudita”, dicono i media:uno spottone pubblicitario a Valls.
“Siamo nei vostri paesi, vi massacreremo nelle vostre case”, proclama nel video Abdelhamid Abaaoud, uno dei terroristi della strage del 13 novembre. Solo che è uno dei terroristi morti, che si sono apparentemente fatti saltare presso lo stadio (nessuna vittima). Ma è chiaro, il video è stato girato prima, quando era ancora vivo; in Siria di sicuro. Con lui parlano gli altri terroristi morti nella strage di Parigi, anche Bilal Hadfi, un altro kamikaze dello stadio.
Manca invece – strano no? – l ‘unico vivo, il latitante Salah Abdeslam: eppure è in Siria, sicuro, è scappato sfuggendo a tre posti di blocco della polizia belga e francese che non l’ha riconosciuto, dopo la strage di Parigi; e che ha contattato per telefono un avvocato belga, Sven May, per vedere se poteva assumersi la sua difesa (non proprio un atteggiamento da kamikaze islamista). L’avvocato è lo stesso che difende Mehdi Nemmouche, il gelido professionista che ha ucciso due agenti del Mossad nel museo ebraico di Bruxelles nel maggio 2014, per poi consegnarsi ai francesi a Marsiglia. Nemmouche s’era messo sul petto una telecamera per documentare le sue uccisioni mirate a chi di dovere.
Invece nel video del terrore ultimo, non c’è alcuna sequenza filmata dai terroristi stessi durante i loro attentati del 13 novembre, come ha fatto notare il giornalista specializzato David Thompson. Eppure al Bataclan c’erano, i gelidi professionisti, hanno fatto strage vera. E mica si son fatti saltare, quelli; se la sono filata con precisione geometrica. Non hanno documentato niente? Peccato.
“Voi non sarete mai in sicurezza”, proclamano i defunti sul video, sghignazzando.
E’ esattamente quel che dice Valls: finché DAESH non viene cancellato, lo stato d’emergenza deve durare. “Bisogna proteggere i francesi!”, strilla Jean-Christophe Cambadélis, che se non lo sapete è il segretario del Partito Socialista di Hollande.
Siccome in Francia qualche partito mainstream (lo UPR) denuncia il prolungamento senza fine dello stato d’urgenza, ecco che Europol dà manforte.
Il 25 gennaio: “Europol rivela: DAESH dispone di campi d’addestramento in Europa e nei Balcani: “Gli esperti nazionali sono d’accordo sul fatto che il sedicente Stato Islamico ha la volontà e la capacità di condurre nuovi attacchi in Europa”; ha affermato Rob Wainwright, il portavoce di Europol: ed è chiaro che i jihadisti attaccheranno “bersagli indifesi” (soft targets), ossia “civili”. Saranno attacchi “nello stile di forze speciali”, profetizza Europol: così non vi stupirete se, nei prossimi attentati, vi sembreranno teste di cuoio e non ragazzotti delle banlieues. “Un cambiamento del modo operativo”, proclama Europol, che rende DAESH in grado di lanciare “quando lo vuole, delle serie di attacchi complessi e ben coordinati”.
E dove? “Ovunque nel mondo”.
Per fortuna proprio ieri il Senato Usa ha proposto “Una legge marziale internazionale”, secondo cui il presidente Usa potrà inviare truppe dovunque nel mondo ci sia da combattere DAESH, senza doverne dare ragione e senza alcuna limitazione.
E’ un grande passo avanti per la sicurezza di tutti noi. Specie per dare forza al Trattato Transatlantico che può essere contestato nelle piazze da personaggi che – sicuramente – sono pagati da Mosca. Ma intanto, perché non sono state ancora tagliate le connessioni internet di DASH? Il Califfato sarà in rotta in Siria ma avanza sul web; fa’ propaganda per arruolare; si scambia messaggi cifrati; si finanzia con le monete digitali. Non sembra così difficile: tuta la circolazione internet è gestita da un solo ente, la ICANN ( Internet Corporation for Assigned Names and Numbers) che ha sede in California, a Secundo, un sobborgo di Los Angeles.
Qui, come ha rivelato un articolo del Guardian, 14 persone dispongono delle 7 chiavi – chiavi fisiche, non digitali – per bloccare Internet dove e quando vogliono (le chiavi sono 7 perché non sia dato il potere totale sul web ad una persona sola). Ma persino il governo iracheno, che non è una superpotenza, ha tagliato Internet nei territori occupati dal Califfato, e ciò dal 2014.
http://www.theguardian.com/technology/2014/feb/28/seven-people-keys-worldwide-internet-security-web
Da quel che qui ho descritto, non pensiate che io creda che DAESH non esista, che sia tutta un’invenzione video. No: DAESH è un pericolo reale, per niente inventato. Farà davvero periodicamente attentati strage come quelli di Parigi, cosicché lo stato d’emergenza sarà prolungato all’infinito ed esteso al mondo occidentale.
Non si può dire meglio di come l’ha spiegato lo psichiatra e docente universitario francese Boris Cyrulnik, .
L’estremismo islamico “non è un caso. E’ una organizzazione che esiste da molto tempo…si mette l’odio nei quartieri in difficoltà: è intenzionale, è una politica. Si mette l’odio, si selezionano questi giovani socialmente e psicologicamente sfavoriti, gli si offrono corsi d’addestramento militare”. E cos’è questa organizzazione? “Dei gruppi politici. Utilizzano il terrorismo come un’arma perché è efficace ed economica. Non è costosa. Si può sconvolgere una società con pochi uomini sacrificabili, è meno cara di un esercito … Una volta che questi giovani sono stati reperiti, fabbricati e sacrificati, scatenano processi politici mondiali”.
http://fawkes-news.blogspot.it/2016/01/boris-cyrulnik-une-organisation-qui.html
http://https://youtu.be/iTRyjNiUKnI