SULL’ITALICA LIBIDO SERVIENDI, LIBIDO PRODENDI

 

L’Europa ha imposto all’Italia anche questo: rendere temporaneo l’ergastolo. Ai primi di ottobre la Corte Europea per i Diritti Umani, a Strasburgo, ha accolto definitivamente il ricorso di un mafioso pluriomicida –  Marcello Viola, boss calabrese della ‘ndrina di Taurianova: quattro ergastoli per plurimi omicidi, occultamento di cadavere, sequestro di persona e detenzione di armi , e  mai dissociatosi  –   ed  ha imposto allo Stato italiano di concedere anche a lui i  benefici (permessi premio, libertà condizionale, lavoro esterno, misure alternative alla detenzione) che  rammolliscono il cosiddetto ergastolo ai semplici ergastolani.  Il trattamento durissimo (41 bis) fu voluto dal giudice Falcone per quei  capi mafiosi non solo  particolarmente efferati  e  che hanno commesso stragi,  ma che  non avevano mai voluto collaborare con la giustizia.  Adesso, secondo la Corte  Europea,  questo  l’ergastolo “ostativo viola l’articolo 3 della Convenzione Europea sui Diritti umani, quello che disciplina come nessuno possa “essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani o degradanti”.

https://www.altalex.com/documents/news/2019/06/17/ergastolo-ostativo-cedu-condanna-italia

Con questa pronuncia,  una dozzina di ergastolani stragisti assoggettati all’ergastolo ostativo  possono fare ricorso e ottenere anche risarcimenti dallo Stato.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/10/09/ergastolo-gli-scenari-dopo-la-sentenza-richieste-di-indennizzo-e-ricorsi-di-matteo-gli-stragisti-mafiosi-ottengono-uno-dei-loro-scopi-ardita-colpo-di-piccone-al-sistema-di-prevenzione/5504453/

Il giorno dopo la sentenza, m’è capitato di sentire, su Radio Radicale,  gli esponenti di questo partito complimentarsi con la loro militante, e deputata ed attivista Elisabetta Zamparutti per questa vittoria.  La Zamparutti stessa si vantava di essere stata la attiva promotrice di questa sentenza di Strasburgo, nella sua veste di membro di spicco del “Comitato Europeo contro la Tortura” (CPT), messa a quel posto dal PD;   lei stessa si gloriava del “successo della sentenza Viola contro Italia”, e di aver richiamato l’attenzione della UE  “con la visita ad hoc quest’anno del CPT sul 41 bis e l’isolamento”.

E mentre se ne vantava, la Zamparutti e  l’intera radio radicale si scagliava contro il nuovo ministro della giustizia, Bonafede, che non l’aveva riconfermata come membro italiano del CPT: “una  “punizione”, disse lei “per il lavoro” che  svolge quotidianamente  in quelle sedi a  realizzare il programma radicale.  “Considero – spiegò – una medaglia al mio valore e al valore delle cose che ho fatto  per l’abolizione dell’ergastolo ostativo e l’isolamento, la decisione del governo italiano di non confermarmi nel secondo mandato al Comitato europeo per la prevenzione della tortura”.

Una profonda slealtà verso i concittadini

Abbiamo dunque qui  un altro caso del partito del 2-3 per cento, il radicale, che  metodicamente ha realizzato  ogni punto del suo programma e  lo impone al resto degli italiani che continuano a non votarlo, attraverso il sistematico inserimento dei suoi militanti in altri partiti, e l’ infiltrazione dei suoi attivisti in posizioni-chiave dove,  all’insaputa dell’opinione pubblica, fanno dare forza di legge (“europea”) ai punti del loro programma, dall’aborto alla droga depenalizzata al suicidio assistito fino all’eutanasia.
Ciò, sempre dietro le quinte e con scientifica determinazione di imporre la propria ideologia del 3 %  al restante 97 % ignaro. Non è nemmeno il caso di  invocare qui il “gioco democratico”  calpestato in modo deliberato e ricorrente; di predicare  che questioni così gravi per le  conseguenze sociali dovrebbero almeno essere discusse apertamente nell’agorà.  I radicali hanno sempre usato questo metodo, con una  organizzata  metodicità  di cui vorrei sottolineare solo  questo: la slealtà profonda  verso l’Italia,  il disprezzo  radicale  verso i compatrioti, che questo gruppuscolo  di jihadisti dell’immoralismo non ha  alcuno scrupolo di ingannare e strumentalizzare.

Dico di più. Non  posso  nemmeno immaginare un tedesco o francese, uno spagnolo o un finlandese che, membro del Comitato contro la Tortura (CPT),  segnali  al tribunale europeo il suo stesso Stato, ed attivamente  agisca per la sua  condanna  come stato-torturatore, vantandosene ed esultandone poi  – e   strillando quando non viene riconfermata.  Solo una italiana può fare questo.

Vedo dai comunicati radicali che “ il Comitato stesso abbia espresso parere positivo sulla sua nomina”,  e  deplorato che “Il governo italiano  abbia  preferito non confermarla”.  Per forza: dove lo trovano, gli altri europei, uno  che faccia delazioni  contro la sua propria nazione? Avete mai visto un francese del detto Comitato presentare alla Corte per i Diritti Umani   una delazione sulla repressione sanguinaria che il governo francese sta  facendo contro i suoi concittadini in protesta,  pestandoli e mutilandoli,  cavando loro gli occhi e   mettendoli in galera  con giudizi sommari?  Avete mai  visto un tedesco sollevare presso la Corte  il trattamento disumano e crudele che la Germania, attraverso la UE, ha voluto applicare all’intera popolazione greca, fino a favorirne  l’estinzione?  No, ma invece abbiamo un’italiana che accusa  il proprio Stato di non  trattare con i  guanti i suoi capi-bastone pluriomicidi giustamente condannati, ed  agisce per ottenerne al  condanna e il  disonore,   fedele solo alla sua fanatica ideologia espressa nel programma radicale come “nessuno tocchi Caino”. Allo straniero, che ha ben altri delitti da  nascondere, non sembra vero  di tenersi nel suo seno un’italiana così, che  fa condannare l’Italia per “tortura” (e non Macron) e “trattamento inumano”  (e  non la Merkel, Juncker e Moscovici  e gli altri massacratori dei greci).

Come risonanza  di questa azione radicale  continua,  l’estate scorsa  l’Italia  è stata accusata di “violazione dei diritti umani” a danno dei “migranti” dalle Nazioni Unite. Le Nazioni Unite dove siedono l’Arabia Saudita,  gli Stati Uniti che la tortura, vera e propria,  la praticano a Guantanamo ed in Irak e in Afghanistan, e dove siede indisturbata Israele che tortura  i prigionieri palestinesi  in modo orrendo  e  documentato.

Loro, gli stranieri, sono contenti di tenere presso di sé nelle sedi adatte, un’italiana così  –  il che non significa che guardino  alla Zamparutti come a un’eroina  dei principi morali più  alti. La vedono  nella  figura ricorrente dell’Italiano che chiama  lo straniero per vincere il proprio nemico interno, il  compatriota.  Verso cui non prova alcuna lealtà e  rispetto, nessun obbligo –  ma solo la pretesa di farsi stipendiare: perché non solo radio radicale è pagata dai contribuenti che non votano il partito di Pannella, ma  nelle cariche dietro le quinte in cui i loro attivisti  attuano il programma radicale, sono stipendiati. Pretendono, anzi ottengono, di farsi stipendiare dalla patria mentre la danneggiano.

Da quale mentalità nasce questa slealtà come carattere italiano, storicamente irrimediabile  e  incurabile? Giorni fa abbiamo avuto la (moderata) sorpresa di apprendere che per Enrico Letta  –   che si auto-incensa come “Preside della Paris  School  ofInternational Affairs, a Scienespo, memnbdro dlel’APSIA,  del Delors Institute, ed   ex primo ministro italiano –  Claudio imperatore (10 a.C. – 54 d.C.)=  era “il primo imperatore straniero a Roma, primo di una lunga serie”  perché, in una mostra che è in corso all’Ara Pacis, il grande docente aveva scoperto , evidentemente da una didascalia letta alla mostra, che era nato a Lione. Lugdunm, allora.

Altri hanno già rilevato l’ignoranza abissale, la falla di cultura generale accessibile dalle scuole  medie, che rivela questo europeista cui Macron ha dato una cattedra alla Sorbona.

Io mi limito a sottolineare ciò che ha spinto irresistibilmente l’ignorante a rivelare la sua ignoranza. Sta nella frase : ah “quanto erano più lungimiranti di noi i romani, bravi a integrare e prosperare…”.

Insomma ha ceduto alla voglia incoercibile di esprimere il suo odio di parte verso i compatrioti non-accoglientisti, prendendo qualunque spunto anche il più campato in aria: voglia di sputare su, che so, Salvini  e gli italiani che lo votano.  Una libido sputandi da cui nasce la libido serviendi lo straniero di questi insigniti di legion d honneurs, la libido prodendi ne viene di conseguenza.  Sottolineerei  il senso di “Libido”: la libidine  è  lussuria,  impulso primordiale, che esige soddisfazione ad  ogni costo e immediata. Anche di fare di Claudio un “imperatore straniero”, per  avere la scusa  poter sputacchiare  i compatrioti  sconfitti.