E’ molto strano, non capisco”, si lamenta Ahmed Othman. E’ il comandante del battaglione Furqa al-Sultan Murad, finanziato ed armato dagli USA, che combatte in Siria. E’ stato aggredito dal militanti curdi di Aleppo, parimenti armati ed addestrati dagli Usa.
“Gli Stati Uniti in Siria sono in guerra con se stessi, per interposti gruppi”, racconta Mike Giglio, corrispondente da Istanbul di BuzzFeed, in un ben informata inchiesta sulle forze in campo. Se non ci fossero quei 470 mila morti, 3 milioni di profughi, un bellissimo antico paese distrutto dalle fondamenta, ci sarebbe da ridere a vedere l’effetto finale della doppiezza di Washington.
Il battaglione Furqa al-Sultan Murad riceve armi ed addestramento in forza di un programma clandestino della Cia volto ad abbattere Assad. I guerriglieri curdi ricevono armi ed addestramento dal Pentagono per, ufficialmente, “combattere l’ISIS”. Sono quelli che rispondono alla sigla YPG (Unità di protezione popolare), braccio armato del PKK in Siria, il partito comunista curdo che Erdogan considera terrorista. Anche Washington lo ha messo nella lista terrorista – il PKK – ma non lo YPG, con gran dispetto di Erdogan. Anzi l’US Air Force si coordina regolarmente coi comandi del YPG per i bombardamenti.
Adesso però che l’aviazione russa, l’esercito siriano di Assad e le forze alleate (Iran, Hezbollah) hanno disfatto progressivamente i jihadisti attorno ad Aleppo, lo YPG ha approfittato della copertura aerea di Mosca coordinandosi con essa – per prendere ai terroristi cittadine e villaggi che essi hanno abbandonato. A nord di Aleppo ed Idlib, e minacciando di mangiarsi Azaz, la cittadina di confine con la Turchia, attraverso cui i jihadisti hanno ricevuto i rifornimenti: è la ragione per cui Erdogan ha sconfinato in Siria con l’artiglieria, che ha cominciato a battere le posizioni dell’YPG attorno ad Azaz. “Un’altra difficoltà per gli Usa: la sua pedina è sotto attacco da parte del suo alleato NATO”, sottolinea Mike Giglio.
Non contento, lo YPG armato dal Pentagono ha cominciato a combattere contro Furqa al-Sultan Murad, armata dalla Cia, cercando di impadronirsi di due zone di Aleppo sotto controllo di questa: sparatori, morti, feriti da entrambe le parti, e – dice Othman – sette curdi catturati da Furqa. Othman, il capo, che dice di essere in contato regolare coi suoi manovratori americani, si stupisce: “Devono fermarlo (lo YPG). Dirgli: state attaccando un gruppo che noi sosteniamo, proprio come sosteniamo voi. Ma loro si limitano a guardare. Non capisco la politica Usa”.
Stessa lamentela da altri tre ruppi armati e finanziati dalla “operation room” americana, Northern Division, Jaysh al-Mujahideen, e una coalizione chiamata Jabhat al-Shamiya: lo YPG li sta attaccando e gli Usa non fanno niente per aiutarli . Si lamentano:gli Usa “non danno materiale sufficiente né appoggio politico, a noi ribelli moderati”. Quanto allo YPG, gli americani “dicono che loro, in quelle aree, non controllano lo YPG. È la loro risposta ufficiale”. E’ vero? Mike Giglio l’ha chiesto via email al colonnello Patrick J. Ryder, il portavoce dello US Central Command che ha la supervisione sullo YPG. Il colonnello ha detto di non saper nulla “di potenziali frizioni fra gruppi di opposizione”. “La Siria è un teatro molto complicato. Noi restiamo concentrati nel sostenere le forze indigene nella loro lotta contro l’ISIS”.
Il che è un bel progresso, visto ancora nell’ottobre scorso il governo Obama come è stato recentemente rivelato, sperava che l’ISIS arrivasse ad occupare Damasco e rovesciasse il governo Assad, fondando uno stato sunnita wahabita esteso fra Siria e Irak.
http://www.voltairenet.org/article190324.html
Ma forse la risposta (come minimo) evasiva dei militari è parte di quella strategia segreta, rivelata da Seymour Hersh, per cui alcuni alti gradi del Pentagono hanno sabotato gli sforzi della Cia e passato ai russi intelligence per battere l’ISIS, o impedirgli di arrivare a Damasco, – svolta che avrebbe fatto crollare il Medio Oriente intero sotto il fanatismo totalitario wahabita. Una doppiezza aggiuntiva contro la doppiezza obamiana, che la dice lunga a suo modo sullo stato morale della Superpotenza: Obama, di fronte a questo atto di tradimento, ha fatto finta di nulla.
http://www.lrb.co.uk/v38/n01/seymour-m-hersh/military-to-military
Adesso, per Mike Giglio, “Il Pentagono ha la strategia di rafforzare una coalizione militare, dominata dal YPG, chiamata Syrian Democratic Front (SDF), per cui ha incoraggiato più piccoli battaglioni arabi di unirsi ad essa. In ottobre il governo Usa ha paracadutato al SDF una quantità di armamento, e ha inserito consiglieri delle forze speciali nel gruppo”: evidentemente uno sforzo per creare la “opposizione moderata” che “ha preso le armi per la democrazia”. Ma in ottobre l’amministrazione Usa non sperava che l’ISIS prendesse Damasco? Va’ a capir. Forse la “strategia del Pentagono” di metter l’opposizone sotto il YPG non è detto sia la strategia dell’Amministrazione? Giglio sostiene che l’aiuto dato allo YPG è conforme con “la crescente esitazione dell’amministrazione Obama di rovesciare Assad. Con cui ha mantenuto una distensione…”. Allora l’Amministrazione Obama farebbe bene ad avvisare gli alleati e i maggiordomi: non solo i Sauditi, ma anche AngelaMerkel e Hollande tengono fermo il punto che i negoziati sì, d’accordo, ma che Assad deve abbandonare il potere prima che i negoziati comincino – il che renderebbe superflui i negoziati. Merkel ed Hollande non ci fanno una figura da intelligenti.
Oppure: Obama ha forse acceduto alla proposta russa di negoziati – dopo la lunga telefonata di Putin – per un solo scopo: evacuare i commandos Usa che sono stati mandati lì a combattere nelle file dei terroristi islamici? Abbiamo visto che il Pentagono ha i suoi consiglieri delle forze speciali nella neonata SDF guidata dal YPG (ossia dal PKK). E la tesi di Chossudovsky (Globalresearch): “Washington a Mosca: per favore non bombardate le truppe americane sul terreno nella Siria del Nord”
ma lo lascia intendere anche l’ufficialissimo Washington Post: il governo Usa si preoccupa delle sorti di Al Qaeda (Al Nusra) e vuole salvarle i suoi terroristi preferiti. “..Pare che la Russia abbia rigettato una proposta USA di lasciare Jabhat Al –Nusra esente dai bombardamenti, come parte del cessate il fuoco, almeno temporaneamente, fino a che i gruppi possano essere districati”. Districati? Eh sì, spiega i Washington Post: le forze di Jabhat al-Nusra “sono mescolate (intermingled) coi gruppi di ribelli moderati vicino al confine russo”, sicchè qaedisti terroristi e “moderati” sono praticamente una cosa sola.
Anche Reuters conferma (grazie al lettore che me l’ha segnalato) :
http://news.yahoo.com/syrian-opposition-agrees-two-three-week-truce-russia-115934065.html?nf=1
“Il cessate il fuoco”, gli americani lo vogliono”condizionale alla cessazione degli attacchi contro Al Nusra, collegato ad Al Qaeda, da parte delle forze del governo siriano e suoi alleati. (…) Al Nusra è considerata un’organizzazione terrorista dal Consiglio di Sicurezza Onu”. I russi hano ovviamente risposto picche. “Il portavoce del residente Vladimir Putin, Dmitri Peskov, ha dettoche la Russia si atteneva coerentemente alla direttiva di dare assistenza alle forze armate siriane nella loro offensiva contro le organizzazioni terroristiche”. Una fonte al corrente dei negoziati ha detto: “L’insistenza dell’opposizione [moderata, sic] sul fatto che non si deve colpire Al Nusra è l’elefante nella cristalleria”. Gli americani “devono agire con delicatezza altrimenti possono finire per trovarsi con una guerra civile tra le mani a Idlib”: una guerra civile c’è già. Ma loro intendono: una guerra civile fra i terroristi che loro pagano e addestrano.
Ma poi ci sarà la tregua, che dovrà andare in vigore sabato? I sauditi attaccheranno? Forniranno ai jihadisti i missili terra-aria? E Erdogan invade? Putin ci crede o fa finta di crederci, lascia dichiarazioni per cui la ritiene una svolta, che può portare davvero alla pace in Siria. Contemporaneamente, Mosca ha consegnato al Consiglio di Sicurezza dell’Onu un rapporto dei suoi servizi, dove si documenta l’appoggio che Erdogan ha dato ai terroristi dello Stato Islamico. Fatti precisi, che violano varie risoluzioni dello stesso Consiglio di Sicurezza. Sarebbe un documento esplosivo, se l’Occidente non avesse deciso, coralmente, di far finta che non esista. Qui la succosa lettura in italiano:
A noi non resta che contemplare con ammirata meraviglia l’Impero della Menzogna che si è ingarbugliato nelle sue doppiezze. Una dissimulazione a cui ha dato un apporto decisivo, si dice, Barak Obama, che secondo chi gli sta vicino è dissimulatore di carattere. Sono ormai anni che tale Larry Sinclair, un ex ragazzo di vita pregiudicato, sostiene di aver fatto sesso con il futuro presidente Usa – allora senatore dell’Illinois – e di avere insieme sniffato cocaina mentre il senatore si faceva fare una fellatio. Naturalmente è tutto falso. Ma aggiungerebbe un tocco alla capacità di finzione di Obama: fa finta di combattere l’Isis, fa’ finta di non essere un Muslim Brother, fa’ finta di essere un marito, finta di essere un maschio, fa’ finta di essere un premio Nobel per la pace.