(un commento geniale, MB)
Non è facile questo lavoro. A volte si resta col dubbio. Un essere umano o un replicante, un “lavoro in pelle”? Anche se poi alla Verità ci si arriva. Questo è stato l’ultimo caso.
Su un quotidiano confindustriale il 14 febbraio scorso compare a nome di un importante Cardinale di Curia, Gianfranco Ravasi, un pezzettone intitolato “La Chiesa & la Loggia. Cari fratelli massoni”.
Viene subito segnalato: aria di replicante. Ma è strano…
Nulla di chiaro, ma molto di sospetto. Un equilibrismo di ambiguità, parrebbe, voluto e ben calibrato: dire e non dire, ma non come l’Oracolo di Delfi.
Non è roba da esseri umani. Ma se è opera di un lavoro in pelle siamo di fronte ad un’ulteriore imprevista evoluzione dei replicanti. Una copia del vero essere umano, come sempre, ma questa volta fatta veramente bene, tanto da poter ingannare QUASI chiunque… Replicanti inaspettatamente evolutisi? Un finto replicante, un umano traditore della propria specie?… Un sudore gelato mi scorre giù dalla schiena… E la mano corre dritto alla fondina…
In nome della memoria dell’ortodossia, una nebbia di indistinzione avvolge ogni cosa, ed alla fine ogni cosa è eguale al suo contrario.
Il tema vero: i rapporti pratici fra Cattolici e massoni (NON tra Chiesa cattolica e massoneria, che è il tema finto, rapidamente accantonato…)
La premessa è Nebelfabrik: la genesi della massoneria sarebbe un problema fra i più discutibili in tutto il campo della ricerca storica… L’eterna ridiscussione dell’ovvio, con un bel bicchiere di champagne in mano, per accantonare l’ovvio e il chiaro e rendere il noto ignoto, il risaputo inesistente, il chiaro ipotetico e soggettivo… E metter da parte storia, documenti, Verità.
PRIMA strategia da replicante.
Tre testi vengono citati dentro una recensione della Dichiarazione della Congregazione per la Dottrina della Fede del 23 novembre 1993, che ha messo in riga una volta per tutte i tentativi dei massoni di adulterare la posizione cattolica su loro stessi, figlioli e derivati. Fra essi, una debole dichiarazione di Vescovi tedeschi del 1980, in cui ogni desiderata massonico trovava portoni aperti, ponti d’oro, salamelecchi.
SECONDA strategia da replicante.
La Dichiarazione romana del 1983 nasce anche (e non secondariamente) per rimettere in riga i confratelli tedeschi e nordeuropei, che traspirano “doppie appartenenze” anfibie catto-massoniche di stirpe protestante.
Grazie al Cardinale l’aperturismo acritico tedesco, abbondantemente commentato ed incensato, viene spalmato a larghe mani sul documento pontificio, senza mai troppo dire e senza nulla negare, di modo ché al lettore ignaro dei testi (sui quotidiani confindustriali i teologi scarseggiano, tant’è che vi si vedon maramaldeggiare i Mancuso…) pare che il buon Joseph Ratzinger, quand’era Prefetto, condividesse la melassa sincretista dei confratelli tedeschi.
Conclusione del Cardinale: certo, IN PASSATO ci sono state condanne e vi sono differenze, per carità, lo sappiamo, abbiamo studiato… ma siamo uomini di mondo ed abbiamo tante belle cose da fare assieme… conoscenza reciproca (un buon cocktail party ed una tavola rotonda non si negano a nessuno), comunitarismo (coi profeti del contratto sociale, acrobazia mirabile di scontata inutilità), lotta al materialismo (si potrebbe proporlo al Grand Orient di Francia, per vedere l’effetto che fa…), beneficienza (dopo il defilé diamo pure ai barboni qualcosa, che fa molto fine…).
Ciò che ci unisce ci aiuta a non pensare troppo a ciò che ci divide… In fondo condividiamo gli stessi salotti, parterre, tribune…
E soprattutto la celeberrima “dignità umana”. Come se l’homo di Voltaire avesse qualcosa a che vedere con l’uomo della concezione classica e cristiana. Come se un “fratello” identificasse un “Fratello”, e viceversa… Nebbia in Val padana… e quella di una volta, collosa e massiccia… Inquinata.
Come se un replicante, poiché in qualche modo ci assomiglia, fosse eguale ad un uomo.
Ma è la conclusione a sorpresa che alla fine scopre quasi tutte le carte: «Si deve, inoltre, superare quell’atteggiamento di certi ambienti integralisti cattolici che – per colpire esponenti anche gerarchici della Chiesa a loro sgraditi – ricorrevano all’arma dell’accusa apodittica di una loro appartenenza massonica.»
Forse perché bisogna attendere che siano i massoni a certificarne l’affiliazione, ovviamente post mortem, come avvenne col Cardinal Jean Villot.
Non si tratta di una excusatio non petita. Ha l’aria di una interessante dichiarazione autobiografica.
Voigt-Kampf. La macchinetta non sbaglia. È un lavoro in pelle. E va ritirato. Prima possibile… Inizia la caccia.
Blade Runner