IL PROBLEMA DEL SUD

 

Perché le mascherine continuano a mancare per giorni? Perché la Protezione Civile non riesce  a dare mascherine nemmeno al personale di prima linea, tanto che gli infermieri protestano?  a disporre E  ORGANIZZARE la fabbricazione delle mascherine in Italia?

abbiamo saputo  che il fabbricante c’è, ed è la Spasciani di Origgio, Varese. Azienda storica: “La ditta fondata nel 1892 porta il nome della famiglia che ha fornito le maschere antigas e gli occhiali protettivi per i soldati della prima e seconda guerra mondiale. E adesso produce tutti gli indumenti protettivi per vigili del fuoco,  minatori, operai che per tipo di attività ne hanno bisogno”.

Il governo vi  avrà subito  contattati?, chiede  Il Giornale ad Alberto Spasciani, il proprietario.. Risposta: “All’alba della crisi epidemica il governo ha cominciato timidamente a chiedere ai fabbricanti italiani, quattro scarsi, quali erano le scorte disponibili. Poi ha bloccato l’export.  ….E adesso hanno addirittura stoppato tutti i dispositivi di protezione individuali, che comprendono elmetti, scarpe, cinture. Nulla a che fare con la lotta al virus. Dei nostri carichi sono fermi in dogana per questo assurdo motivo”.

Il governo ha vietato l’export anche di questo oggetto  Spasciani. (Per il catalogo dei prodotti:
https://www.directindustry.it/prod/spasciani/product-31870-1215839.html

Inconfondibile stile di governo:  c’è una epidemia, e blocca gli elmetti. Danneggiando la ditta necessaria.

La mia ipotesi è che questa ditta non andava bene alla Protezione Civile, perché sta a  Varese.  Siccome c’è denaro pubblico da spendere,  colui che Conte ha masso a capo  della PC, Angelo Borrelli, ha cercato prima di dare i soldi a qualche azienda del Sud. Non a caso egli non è un medico con esperienze di soccorsi internazionali come  Bertolaso, ma un laureato in Economia  e Commercio nella prestigiosa università di Cassino.  Scelta giusta: quando succedono le disgrazie collettive, gli appalti  e la pioggia d’oro, vadano al Sud.

Non è un’ipotesi maligna, ma una realtà confermata dall’esperienza.  Terremoto dell’Aquila, con quell’imprenditore che  dice all’altro  “io ridevo alle 3 del mattino dentr’o letto, bisogna partire in quarta, perché non è che c’è un terremoto al giorno”.

Quando si trattò di trovare i costruttori delle “casette SAE”  dove alloggiare i temporaneamente i terremotati,  le aziende  del Trentino Alto Adige, notoriamente eccellenti nella costruzione di case prefabbricate, aspettarono invano un gara, un’asta nazionale. Aum aum,  i soldi dovevano andare ai prenditori locali. E ci  andarono. Risultato: le casette arrivarono con un anno e più di ritardo, appena montate   avevano infissi malmessi, materiali scadenti  e bagni che non funzionavano, erano  piene di umidità che moltiplicava gli scarafaggi, e per di più costavano 7 mila euro al metro quadro, più – si disse – di quel che costa un metro quadro al quartiere Prati di Roma  o a Santa Croce a Firenze.  I prefabbricati dell’Alto Adige te li vendono a  4500 il metro quadro.

Notai allora che i fabbricanti privilegiati della casette SAE non avevano avuto nemmeno l’accortezza  di comprare un prefabbricato dell’Alto Adige,  e copiarlo in tanti esemplari  quanti richiesti.  Avrebbero almeno imparato qualcosa  di utile, e mostrato senso di responsabilità e ambizione del lavoro ben fatto. I giapponesi, cinesi, coreani sono usciti dal sottosviluppo così, inizialmente copiando  i prodotti occidentali, imparando con umile orgoglio, e  ora sono all’estremo superiore delle  produzioni eccellenti e tecnicamente  sofisticate, e noi occidentali non sappiamo costruire più niente, nemmeno le mascherine. I meridionali, mai.

Nulla, non c’è verso.  Le mascherine che sono finalmente arrivate in Lombardia e in Toscana, “Made in Sud”, sono questa cosa qui, come abbiamo visto tutti:

L’assessore Gallera con la mascherina Made in Sud.

 

Anche gli infermieri toscani si sono offesi: https://iltirreno.gelocal.it/regione/toscana/2020/03/15/news/caso-mascherine-gli-infermieri-toscani-in-guerra-con-i-fucili-di-legno-1.38596147

L’assessore lombardo  Giulio Gallera ha riso amaro: “Ci hanno mandato delle mascherine che sono un fazzoletto o un foglio di carta igienica. Come posso dire di usare mascherine del genere agli operatori che fanno straordinari su straordinari?”

L’assessore lombardo  al bilancio Davide Caparini. “La Protezione Civile invia queste mascherine alla Regione Lombardia da destinare ai medici e paramedici impegnati nella guerra al coronavirus.  Il peggior materiale possibile, non nello standard previsto nei casi di pandemia. In ritardo di settimane e per di più non a norma.”  Stefano Barone, del sindacato infermieri Nursind: “”I dispositivi oltre ad essere privi del marchio CE, sono prodotti con del materiale dall’aspetto simile a un notissimo panno per togliere la polvere a  casa, con due buchi ai lati nei quali infilare le orecchie”.

Il materiale usato (si faccia il confronto con il prodotti Spasciari)

Nell’attesa di sapere chi è il fabbricante (se così si può dire: chi ha fatto due fessure nella carta per spolverare)  di queste cose, e del perché il laureato in ragioneria di Cassino le abbia accettate e pagate  coi soldi pubblici,  mi si consenta di far notare ai miei lettori meridionali che  aver mandato in Lombardia  cose del genere, è una offesa contro medici, infermieri, noi della zona rossa dove muore  la gente, noi lombardi che stiamo chiusi nelle case.

Offensivo che il governo  Conte Gualtieri, alle “partite Iva rimaste senza reddito  per settimane  per l’ordine di chiudersi in casa,  dia  un’elemosina di  500  euro:  una tantum, mi raccomando.  E’ offensivo come  le mascherine di carta igienica,   perché rivela lo stesso disprezzo per chi lavora in quel modo, e insieme l’ignoranza più crassa del problema di questo tipo di precari “professionisti” per il Fisco.    Offensive le sospensioni delle scadenze  di pagamento delle tasse, di solo qualche giorno.

Ignorante e offensiva l’esultanza di Andrea Cioffi  di Salerno, sottosegretario grillino (uno di Emergency) oggi sottosegretario alla sviluppo economico,il quale spiega che i 17 miliardi  che il governo intende stanziare ne mobiliteranno 350, “con  una leva da 1 a 20”

Incredibile pressapochismo e gioiosa superficialità.

Tutto ciò che è avvenuto in queste settimane ha mostrato in innumerevoli modi l’arretratezza tecnica e intellettuale, l’ignoranza  della modernità e le sue complessità  del Sud (che oggi governa  il Nord colpito) – Ma peggio, che il problema del  Sud è morale, e il suo sottosviluppo  è una delle conseguenze del suo problema morale.

Il problema così ben manifestato dall’imprenditore che al terremoto ridacchiò nel letto, pensando ai buoni appalti ; è evidente che  questo stato d’animo non poteva che produrre le casette SAE  per scarafaggi.  E’ lo stesso problema morale che ha spinto decine di migliaia  di meridionali che lavorano e vivono al Nord, appena saputo che ci sarebbe stata la quarantena, di  accalcarsi sui treni per “tornare a  casa”.  Così abbiamo  constatato che  per loro la Lombardia non è Italia, il Veneto è un posto straniero verso cui non si prova alcuna solidarietà di patria,  Codogno un nome estraneo su una carta:  ciascuno per sé hanno,  fatto secessione dalla nazione con le gambe e la valigia trolley. Una diserzione di massa da ogni dovere.

Tutti a casa! Torniamo in Italia!”

Questo disprezzo e insolidarietà  per i connazionali del Nord percepiti come stranieri, emerge come voce dal sen fuggita da mille dichiarazioni. Come  quella del ministro Boccia (di Bisceglie) che ha giudicato “sgradevoli”  le critiche del  lombardo Gallera per le mascherine Made in Sud, e  offeso ha detto:  noi stiamo aiutando la Lombardia più di altre regioni.  Frase rivelatrice: siccome la Lombardia è la più colpita delle regioni,  che Roma l’aiuti di  più dovrebbe  andare  da sé  – a meno che  non la si percepisca come non-Italia.  Essendo “Italia” quella che canta sui balconi (il mare è vicino, presto si andrà in spiaggia)  ed  è tornata a casa  dal Nord.

Si potrebbe aggiungere sul silenzio del siciliano al Quirinale.  Qualcuno sul web chiede  beffardo se “è già andato a  Brindisi” a  bordo del  Baionetta.  Anni ed anni di dichiarazioni viete e tendenziose sotto  finzione di super partes, e  adesso, di fronte al Nord colpito, muto. Non ha nulla da dire ai connazionali di Codogno e di Bergamo, che  gli esca dal cuore. O meglio  (ci risparmi le  viete parole di circostanza)  nulla da fare per loro. Per esempio  lanciare una raccolta spontanea di fondi fra i Ricchi di Stato del suo ambiente, fra i suoi figli  così ben sistemati,  i suoi senatori a vita,  i suoi ex colleghi della Corte Costituzionale coperti d’oro,  quelli di Bankitalia dai super-stipendi, i “nominati” del sottogoverno,   le firme della Rai da 250 mila euro,  i  procuratori  da 7-10  mila al mese, insomma tutti quelli che i soldi dallo Stato li prendono, e  tanti –   proprio  da quei contribuenti che oggi sono confinati, inattivi per forza,e sui cui il Fisco sta per avventarsi appena riaprono il negozio.

Imprenditori lombardi hanno offerto denaro e ne raccolgono.  Evidentemente, per i Ricchi di Stato la Lombardia e il Veneto sono Italia solo quando i soldi li danno, non quando ne hanno bisogno. Il Sud ha un problema.