di Giulietto Chiesa
Non è una sorpresa che forze molto potenti, guidate da gruppi di Proprietari Universali, stiano cercando di imporre nuove regole collettive al genere umano: quelle che corrispondono ai loro interessi immediati.
Queste forze dispongono di veri e propri eserciti di propagandisti, influencer, giornalisti, intellettuali, scrittori, docenti, tutti a libro paga, diretto o indiretto. E dispongono — essendo proprietari di quasi tutti gli strumenti principali di diffusione della informazione/comunicazione/spettacolo — del monopolio, quasi assoluto, delle idee che raggiungono le grandi masse popolari.
Con l’aggravarsi della crisi mondiale (economica, sociale, politica) — da essi procurata — questi gruppi, sia perché temono di perdere il loro dominio, per ora relativo, sia perché sono incalzati da eventi da loro non più controllabili, stanno affrettando i tempi della loro offensiva.
Un attacco coordinato e sistematico contro il pluralismo delle idee, contro gli interessi dei popoli, è in atto da tempo. Ed è costituito dal tentativo di estendere una vasta area di censura contro tutte le voci dissenzienti, contro tutti gli strumenti di comunicazione. Inclusi quelli che loro stessi hanno messo in funzione alla scopo di manipolare le grandi masse del pianeta, ma che sono diventati, loro malgrado, contemporaneamente sorgenti di pensieri, informazioni esigenze, interessi, che si contrappongono a quelli dei Padroni Universali.
La censura di fine globalizzazione è variegata, complessa, avviene in forma subdola e indiretta, si avvale delle tecnologie più sofisticate, si copre di vesti solo apparentemente legali, agisce subliminalmente, si ammanta di un consenso sociale. Ma sta diventando anche poliziesca e violenta.
È chiaro che il risultato terminale che essi si propongono è la fine dello Stato di Diritto e di tutte le libertà Costituzionali ancora esistenti nei paesi occidentali.
Bisogna difendersi. Una difesa individuale risulterà in una sconfitta collettiva. Dunque occorre, prima di tutto, che tutti coloro che combattono il pensiero unico agiscano collettivamente. Cioè che rispondano insieme e che si dotino di strumenti tecnologici comuni.
In secondo luogo è indispensabile che l’informazione e la comunicazione che essi producono sia solida e esente da punti vulnerabili.
In terzo luogo sarà necessario coinvolgere i più ampi settori di opinione pubblica e renderli consapevoli che una qualunque forma di censura generalizzata sarà la fine di ogni diritto.
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