A Madrid migliaia di persone sono scese in piazza per protestare contro le liberta violate dalla dittatura terapeutica globale. La manifestazione, lanciata da Miguel Bosè, ha avuto successo. Ma, dice un lettore spagnolo, “a leggere i commenti della gente in reazione a questa manifestazione, su Twitter o sui media online, la sola cosa che colpisce è l’incredibile livello di sottomissione degli spagnoli. I partecipanti alla manifestazione sono trattati da assassini, fascio-nazisti, complottisti, populisti negazionisti. La maggioranza della gente vuole più misure liberticide, persuasi che il Covid li spazzerà via tutti e che queste misure li salveranno. La psicosi è collettiva ed è spaventosa. Frattanto, l’economia del paese è morta e sepolta, e le code per i pacchi alimentari che distribuisce la Caritas s’allungano di giorno in giorno in tutto il paese, ma al riparo delle telecamere”.
La sottomissione degli italiani ha caratteri di zombificazione. Su una minoranza attiva ma ancor più piccola di quella spagnola, spicca una maggioranza conformista ed ostile a chi protesta. Specie i giovani, e i loro giovani genitori: quelli che tornano dalle vacanze in Croazia, messi sotto accusa dai media, si dispongono docili in fila per farsi fare il tampone, invasiva penetrazione dei seni nasali di origine zootecnica: senza nemmeno chiedersi cosa c’è in quei tamponi.
Una gioventù che ha la discoteca come unico orizzonte di vita, quando il potere gli chiude le discoteche si agglomera smarrita, ma pecorile. Credono a tutte le false statistiche sulla “pandemia”, ora attacca i ventenni e balle simili?
Quello che so, è che questi giovani, mentre gli viene distrutto il futuro, e per lo più non studiano nè lavorano né mai ritroveranno i lavoretti del piffero di cui in qualche modo campavano, disk-jockey (le tv dicono anche “ex disck-jockey”, come un tempo si diceva “ex combattenti”), personal trainer, “animatori”, influencer, tutti mestierucci semi-pagati a margine del “settore divertimento” da discomusic, non sono in grado di una resistenza politica qualunque. Nemmeno di enunciarla: non hanno l’istruzione necessaria.
Mi è capitato recentemente di vedere decine di questi giovani in attesa di un aereo che ritardava: in fila al check in. Muti. Orecchie coperte da cuffie digitali che sparavano qualche rap che non spartivano con nessuno. La pelle coperta di tatuaggi che avrebbero fatto vergognare un capo Maori, che ormai da tempo non si tatua più. Stili di vestiario con riferimenti a me sconosciuti, ma comunque a metà fra l’abbigliamento di palestra e di discoteca, suggeriti evidentemente da qualche influencer ignoto a noi, ma da loro preso come modello di stile, arbiter elegantiarum ed esempio da imitare.
In breve: ho capito che questi ragazzi non sono nemmeno più italiani. Palesemente, non partecipano a nulla della cultura e della storia italiana da cui non sanno di provenire. Roma e Atene, il diritto romano,Dante, san Francescco, il Rinascimento, il cattolicesimo, fascismo, comunismo, non dicono niente a loro; sono invece il prodotto dei “valori europei”, generici, svuotati, una massa intercambiabile di millennials identica a quella che trovate a Madrid come a Parigi o dovunque, attorno alle stesse discoteche e agli stessi non-luoghi del “divertimento” e della “cultura del corpo” – e inveisce conro chi manifesta.
Anche il loro linguaggio non è più l’italiano. Ne deriva, ma come il volgare medievale, derivava dal latino classico: una lingua semplificata, impoverita, imprecisa. Che rivela l’ignoranza più assoluta delle complessità della modernità che dovrebbero padroneggiare.
Sono i figli linguistici di quel Tridico, che abbiamo sentito parlare delle “partite IVE”: al plurale. Evidentemente, questo sedicente “economista” messo dai grillo-piddini a presiedere l’INPS, l’ente pagatore più titanico del paese, non sa che IVA non ha plurale, significando “Imposta sul Valore Aggiunto”, oppure ha ceduto al pressapochismo linguistico di far concordare “partite” con “Iva”, che rivela il pressapochismo istituzionale di tutti, da Giuseppe Conte (che usa “vadino” come congiuntivo) o da quello del Colle, incapace di esprimere un pensierino che non sia un luogo comune inutile.
I giovani tatuati sono appunto figli e nipoti di questi quarantenni al potere del tutto incompetenti e soddisfatti di sè. Sono uomini-massa di terza generazione, ossia sono stati educati da genitori-massa e insegnanti-massa.
Siccome l’uomo-massa è colui per il quale “vivere” è “essere quello che già è”, senza esigere nulla da se stesso, perché ben accomodato nelle comodità della civiltà moderna – questo complesso artefatto frutto di secoli di sforzi, conquiste ed errori degli antenati, che lui ritiene “naturale” come la foresta – siccome la vita dell’uomo-massa “manca di programma”, le sue opinioni sono “idola fori”, succede che ad ogni generazione fa scadere la civiltà, la lascia degradare per mancanza di manutenzione. E’ così che la terza quarta generazione, di civiltà ne è rimasta ben poca; intere parti costitutive di essa (basti pensare al diritto e alla giustizia, occupato dai Palamara) sono già scomparse; la garanzia di pluralismo politico non esiste più; ma i giovani – che vivono nel Grande Adesso – non se ne preoccupano, credendo di vivere ancora nella modernità perché aderiscono ai nuovi “valori” (nozze gay, entertainment, nessun tabù) mentre sono ormai neo-primitivi compiuti.
Io sono sicuro che quando premono i pulsante e arriva la luce, girano la manopola e arriva il gas, i giovani e i loro padri al potere, i Tridico,gli Speranza, e i Fontana – ritengono che gas ed elettricità siano come linfa delle palme tropicali. Invece sono prodotti importati che bisogna comprare all’estero con valuta estera, e che tale valuta estera a miliardi viene guadagnata da italiani che – contrariamente a loro – faticano, s’ingegnano ed esportano.
Per questo i terza-generazione possono favoleggiare di decrescita felice e chiudere l’ILVA o impedire la Gronda Nord a Genova, convinti che tanto la linfa chiamata gas, e petrolio, continuerà ad arrivare. Per questo un ministro della Salute (ormai “salute” perché “sanità” è un termine troppo astratto e complesso per il neo-italiano semplificato) ormai un burattino conformista, gestito da idola fori globali della natura più sospetta, OMS, Bill Gates, Ricciardi, – che nella sua mente superstiziosa sono “la Scenza” – del tutto inetto ad elaborare un pensiero prorpio, anzi nemmeno di informarsi.
In questo, lo Speranza, del tutto identico ai giovani ex disck jockey o personal trainer nei centri benessere: quattro mesi che si parla del coronavirus, su cosa sia un virus, e non mai appreso nulla su di esso, sulla sua curabilità, che so, sulla clorochina e sulle falsificazioni relative: hanno una visione approssimativa e sfocata di tutto ciò che non riguarda – e non li riguarda quasi nulla, perché se l’uomo-massa ha un repertorio molto ridotto di curiosità, il terza-generazione ha le curiosità di un bovide, mangiare, scopare, vacanza, disco, poco altro.
Per cui non stupisce che siano ferramente conformisti e docilissimi al potere costituito – che in fondo è quello dei papà loro, i Tridico, i Fontana. Non sanno nulla e nulla vogliono sapere di “politica”. Fanno la fila per farsi infilare il tampone zootecnico nel naso, limitandosi a sperare di non risultare”positivi” e poter di nuovo andare in vacanza, o in discoteca a farsi una scopata o una fumata. Si lasciano togliere tutti i diritti, financo la libertà personale. Presto per evitare di farsi internare in un centro anti-untori, si metteranno il coda per farsi vaccinare dal tatuaggio di tracciamento Bill Gates-Moderna. Ma perché dolersi per loro? Dopotutto, “la libertà ha sempre significato, prima, in Europa, la libertà di essere quello che autenticamente si è”; non è strano che non ne senta la mancanza questa massa di “giovani” che non ha niente da fare e vuole solo essere “come gli altri”.
Ma ciò significa che la loro distanza è addirittura etnica: non sono partecipi alla nazione, non ne fanno parte. Saranno spazzati via con tutti i loro tatuaggi, codici di vestiario e partite IVE, e in fondo lo sanno anche loro: vogliono l’estinzione, come ogni umanità terminale. Palesemente, hanno perso anche l’istinto di conservazione, se si fanno intrufolare un tampone senza chiedersi se, per caso, non serva a infettarli proprio col virus da cui vogliono sfuggire.
Non è tutta colpa loro. Sono la terza generazione di “liberati” da Dio e da ogni “senso di colpa” e ovviamente “senso del dovere” e “nobiltà” o “dignità personale”: il risultato è questo, lo scadimento della vita umana autentica a forza di disimpegno e vuotaggine. Ancora qualche anno di “reddito di cittadinanza” (di dipendenza dal potere) senza studiare né lavorare, e a questi giovani comincerà a crescere la coda. Prensile, spero per loro. Perché il gas e la luce non arriveranno più. Se nessuno le paga.