25 APRILE. IL PERICOLO GRASSO.

di Roberto Pecchioli

E’ passata la nottata: siamo sopravvissuti ad un altro 25 aprile.  Il periodico diluvio di retorica, menzogne e autoglorificazione della repubblica-democratica-nata-dalla-resistenza si è svolto regolarmente, con il consueto circo di nani, ballerine, riesumazione di reduci e ispirate omelie del clero addetto alla cerimonia.

Il grandissimo Giovannino Guareschi, sul suo impareggiabile “Candido”  , teneva una rubrica settimanale in cui ironizzava, con la penna del fuoriclasse, sulle dichiarazioni pubbliche più assurde e sugli articoli giornalistici più stupidi del periodo, assegnando al migliore, cioè al peggiore, un premio simbolico, il Baluba d’ Oro, progenitore del Tapiro di Striscia la Notizia. In alcuni casi speciali, il secondo della sua graduatoria veniva insignito dell’Ordine della Sveglia al Collo.

Da un paio d’anni, ho smesso di infuriarmi davanti alla TV o seguendo la rassegna stampa: sono infatti convinto che gran parte delle cosiddette autorità  recitino varie parti in una tragicommedia che ha il nome di Italia. Mentono tutto l’anno, perché dovrebbero essere sinceri proprio il 25 aprile, giorno di San Marco ?  Faremmo torto alla loro intelligenza se pensassimo che credono in quello che proclamano a gola spiegata dinanzi a folle sempre meno numerose ed alle truppe cammellate dell’ANPI, benemerita associazione che continua a percepire dalle istituzioni discrete sommette per diffondere il verbo resistenziale, il quale sempre più consiste nell’operazione di nascondere la polvere ( tanta) sotto tappeti sempre più lisi.

Anche quest’anno , comunque, non si sono risparmiati, e, da fieri antifascisti in assenza di fascismo, ci hanno offerto tesori di democratica eloquenza che rendono necessario rispolverare il Baluba d’Oro.  Il buon Mattarella, mite democristo palermitano, sfoggia in Valsesia la tempra del repubblicano storico, proclama che è sempre tempo di resistenza e svela il filo (rosso) che lega il 25 aprile al 2 giugno 1946, data del  referendum che istituì la Repubblica Italiana. Una confessione in piena regola, da parte del fratello del povero Piersanti e del figlio del potente Bernardo feudatario della DC siciliana per decenni. Sì, c’è un filo ben preciso: infatti il referendum fu caratterizzato da brogli, violenze, impossibilità di votare per militari, giuliani, altoatesini , e la stessa Corte d’Appello rifiutò di proclamare i risultati. E non è che siamo nostalgici dei Savoia fuggitivi a Pescara… Quanto alla presidenta, la soave signora Boldrini, si è limitata a parlare del prossimo, di referendum, quello che dovrà stabilire se gli italiani accettano il suicidio politico delle riforme di Renzi , il commissario Basettoni della Troika, e della madonnina infilzata Boschi, Nostra Signora dell’Etruria Banca. Non se lo sono guadagnati, il Baluba d’Oro : ordinaria amministrazione, sbadigli in piazza. L’ambito riconoscimento va invece alla seconda carica dello Stato, il dottore Pietro Grasso da Palermo, le cui parole hanno finalmente chiarito qual è il problema del nostro tempo: siamo noi, adesso lo sapete.

L’ex magistrato antimafia, la cui folgorante carriera politica lo ha portato a presiedere il Senato ancor prima di abituarsi al laticlavio generosamente offerto dal Partito Democratico, ha svelato al popolo tutto che il pericolo sono i nazionalismi e la chiusura delle frontiere.  In fondo ha ragione: la crisi economica non lo tocca, se ha figli , avranno certamente un’invidiabile posizione . Quanto al terrorismo, lui è ben protetto dalla scorta, e certo non frequenta metropolitane né fa il check in all’aeroporto. Che milioni di giovani siano disoccupati ed altrettanti anziani vivano con gli spiccioli non è affar suo. Dimentica anche ladri e rapinatori multietnici alla conquista di quartieri e villette isolate. I cattivi sono i nemici dell’immigrazione incontrollata.

Non so se abbia citato anche i “populisti”, biechi figuri che preferiscono i loro connazionali alle oligarchie, quindi sono proscritti dalla stampa e dai politici democratici, progressisti e servi.

L’Ordine della Sveglia al Collo, eccezionalmente, va ai politici diversamente antifascisti del cosiddetto centrodestra, che sfidano la sorte ogni anno, e , meritatamente, ricevono fischi e pernacchie dalla platea progressista, rinforzata dai centri sociali in libera uscita. Ben fatto, compagni !

Questa , in fin dei conti, è l’Italia loro. Se la godano tutta , se Il nemico dinanzi al quale resistere, resistere, resistere è, per l’onorevole signor Presidente del Senato della Repubblica, non l’invasore extracomunitario (oh, straniero è parla brutta) e chi ne organizza il viaggio, ma chi intende difendere i confini, tenere ferma l’identità nazionale, salvaguardare la civiltà in cui è nato, che, guarda caso, è quella che ha dato all’umanità la schiacciante maggioranza della cultura, delle scoperte , delle idee e dell’arte.

Basta frontiere, invoca Grasso , e, di conseguenza, sì alla sostituzione della nostra gente con stranieri di ogni razza, anzi etnia ( razza è parola nazista, impronunciabile) tutti giorni dell’anno, figurarsi il 25 aprile.

Questa è la nostra classe dirigente, da loro dovremmo aspettarci ordine, benessere, giustizia. Ogni tanto , gettano ogni maschera: uno di quei giorni è Il 25 aprile. Ce lo hanno detto chiaramente: l’Italia può essere invasa , forse deve, e la Marina Militare ottiene cospicui finanziamenti, con gioia di ammiragli e commodori ( vero, comandante De Giorgi ?), per agevolare e portare a riva, anziché fermare, chi vuole entrare illegalmente nel territorio della patria repubblicana ed antifascista liberata dal male assoluto or sono settantuno anni fa.

Una volta arrivati, tutti nelle caritatevoli mani del papa scafista e delle cooperative care ai nostri democratici governanti. Il male, come al solito, siamo noi.  Un personaggio del “loro “ Bertolt Brecht affermava : ci siamo seduti dalla parte del torto perché tutti gli altri posti erano occupati.

E’ la storia della nostra vita. Ma, ad ogni giorno che passa, ad ogni benedetto 25 aprile che si abbatte sulla nostra pazienza, siamo più convinti di non essere dalla parte del torto.

Seppelliamola, una volta per tutte, con una risata gigantesca , la compagnia di giro di reduci, filodrammatici delle narrazioni resistenziali, servitori a tariffa delle banche e degli americani, lustrascarpe della cricca di Bruxelles, ritardatari del comunismo, benpensanti sempre dalla parte giusta e morale della storia.

Resistiamo, una volta tanto, anche noi : attenti al pericolo Grasso!

Roberto PECCHIOLI