Le “radici giudaico-cristiane”, come sapete, l’Europa le ha rifiutate. Fieramente, col petto in fuori: non dipendiamo più da dogmi superstiziosi. Perché l’Europa è laica. Ha le sue radici nell’Illuminismo. Nel 1789, negli “Immortali Princìpi”, Liberté Egalité Fraternité, divisione dei poteri, pluralismo, voto a maggioranza, “informare per decidere” e tutto il resto. E’ dalla Ragione che l’Europa trae i suoi altissimi principi morali. Mica da un Dio irrazionale che non esiste.
Non si può negare che questa postura morale è nobile, ed anche diffusa. Appena mi capita di rivelare in un articolo che credo in Cristo eucaristico, fra i tanti lettori che mi deridono per il mio dogmatismo e superata superstizione, c’è sempre qualcuno che mi fa’ la lezione: è da vecchiette paurose, da vili e non da cittadini virili, far dipendere il proprio comportamento etico dal timor di Dio e dalla paura di finire all’Inferno. “Io per esempio – conclude il lettore – sono ateo eppure mi attengo a tutte le virtù”.
Li invidio, questi lettori. . Noi credenti facciamo fatica a liberarci di vizi e peccati, e abbiamo sempre paura di tradire i comandamenti, di non essere all’altezza. I laici e gli atei, invece, sono sicurissimi della loro eticità. Più sono atei e più si sentono onesti e morali. E fedeli ai valori.
Sono principi durissimi, quelli laici. Incisi nel bronzo anzi forgiati nell’acciaio inossidabile della Costituzione europea, attuata progressivamente nonostante i voti contrari dei referendum di Francia e Belgio nel 2009: cosa conta la passionale “volontà popolare” rispetto ai principi dettati dalla Razionalità! L’Europa vi si attiene ad ogni costo. Inflessibilmente. Sono molto più “non-negoziabili” degli altri.
Ne abbiamo avuto una potente dimostrazione nel gennaio del 2015 “Je suis Charlie”. Ricordate? Tutti i governanti d’Europa, anzi di oltre (c’era pure Bibi) marcianti in testa alla immensa folla. Cosa stavano difendendo? Lo sapete: la Libertà di Stampa, la Libertà d’Opinione. Anzi di più: la Libertà di Espressione, spinta fino all’offesa e alla bestemmia della religione altrui. Perché in Europa quella libertà è senza limiti né condizioni. Un valore non-negoziabile.
Erdogan più europeo di Putin
Solo che lo scorso 4 maggio la Commissione Europea ha decretato l’esenzione dei visti a tutti i turchi che vogliono viaggiare nello spazio-Schengen. E l’ha concesso dicendo che ormai la Turchia ha adempiuto “quasi tutti 72 criteri” per far parte della civiltà dei Lumi e dei Valori Laici. “Quasi” tutti: non gliene restano che 5. Poca cosa.
E ciò proprio subito dopo che il governante turco, presidente Erdogan, ha sbattuto in galera dei giornalisti che avevano rivelato e documentato che il governo turco è complice del terrorismo anti-siriano. E’ stata violata la sacra libertà di Stampa. Come mai nessuna critica da Bruxelles? Nessuna potente manifestazione “Je suis Charlie” a Parigi? Non era quello un principio laicamente inciso nel bronzo? La famosa “Liberté”? Invece la cancelliera Kasner (in arte Merkel) s’è affrettata a imitare il Turco: ha fatto perseguire in tribunale il comico Jan Böhmermann, che in tv aveva satireggiato il presidente turco e di cui Erdogan aveva chiesto la testa. Il comico, si badi, è stato perseguito per legge: una legge risalente alla Prussia del Kaiser, che non era uno stato ma una caserma. Previdente, l’Illuminismo tedesco aveva dimenticato di cancellarla: è venuta buona. Bisogna infatti rabbonire Erdogan perché si tenga il milione di profughi “siriani” che lui stesso minacciava di spedire in massa.
Il punto è questo: a giudizio della Merkel, uno “stato di necessità” (stabilito dalla stessa Merkel) consente di venire meno ai ferrei principi laici. Per accontentare il dittatore di Akara, che è sempre più chiaramente un despota (ha cacciato il suo primo ministro Davutoglu come il sultano cacciava il suo vizir in disgrazia; sta tentando il genocidio della minoranza curda; la famiglia ha fatto miliardi con i traffici coll’IS..), i “valori” laici non negoziabili sono stati negoziati. Che dico, negoziati? Sono stati svenduti. Anzi regalati. Dalla UE, da Bruxelles, da Berlino –ma con l’assenso di tutti i governi.
Eppure la Libertà di Stampa sembrava un principio nient’affatto negoziabile quando si è trattato della giornalista Anna Politkovkaia. Ricordate? Mobilitazione internazionale, Reporters san Frontières, PEN club, premi vari al suo coraggio; manifestazioni del nostro transessuale nazionale a Mosca…quando fu poi sparata (da ceceni) si insinuò in tutti i modi che il mandante era Putin: senza un indizio, ma si sa, la Russia di Putin non aderisce agli immortali principi dell’89, non è illuminista; insomma, la Russia “non” è Europa. Infatti i russi hanno bisogno di visto per venire fra noi. Anzi molti di loro sono sanzionati da embargo, perché non sono abbastanza civili secondo i nostri esigenti standard.
Ma scusate: i russi no, e invece i turchi di Erdogan sì?
Non mi sento più tanto protetto nelle mie libertà di espressione e d’opinione, dagli immortali principi europei.
Neonazismo è bello. Negli ucraini.
Perché, prendiamo un altro principio addirittura sacro (laicamente sacro, s’intende): la Vigilanza contro il Nazismo. Quanto non fa’ la UE per educarci a non ricadere nel Male Assoluto? Giornate della Memoria, visite di scolaresche ad Auschwitz, interviste di Sopravvissuti-della-Shué, lezioni dal Quirinale con voce sofferta e impostata. Ci hanno tanto gonfiato i testicoli, che ci hanno inchiodato nel cuore una verità: l’antinazismo è il valore supremo dell’Unione Europea. Il suo vero principio fondativo. Un principio d’acciaio, inflessibile, che non ammette compromessi e attenuazioni.
Sicché anche noi abbiamo imparato a vigilare, perché non torni il nazismo. Vigiliamo insonni, e siamo tutt’un fascio di nervi pronti a scagliarci contro un simpatizzante per Hitler, appena ne appare all’orizzonte uno…Salvo però che sia un drappello di ucraini del Pravi Sektor o del battaglione Azov. Perché questi – pur riconoscibilissimi dalle storiche uniformi SS che indossano con orgoglio, dall’inconfondibile elmetto e dalle svastiche, dei Totenkopf, dei cori, dei saluti a braccio teso e mostrine runiche – a questi Bruxelles e Berlino stanno già concedendo, come ai turchi, l’esenzione dal visto.
Possono venire nei nostri paesi, libera circolazione. Premio “per le difficili e profonde riforme fatte dal governo ucraino nella giustizia e negli affari interni” (così il commissario Dimitris Avramopoulos). Lo sta decretando la Commissione UE. A dispetto, e all’indomani, del referendum dove il popolo olandese ha detto “No” all’accessione del regime di Kiev nella UE.
Anzi già che c’è, la Commissione sta esentando dai visti anche tutti gli abitanti del Kossovo. La commissaria Mogherini è andata a Pristina, capitale, qualche giorno fa a presenziare alla solenne seduta del parlamento kosovaro che ha approvato la delimitazione di frontiere con il Montenegro: “Ultima condizione posta dalla UE” per salutare nel governo del Kossovo un degno membro della civiltà nostra superiore, rispettoso dei principi non negoziabili che fanno la forza morale dell’Europa: trasparenza, pluralismo, libertà di voto, separazione dei poteri, purezza dalla corruzione, libero mercato.
Quest’ultima virtù è quella in cui lo staterello, piccolo ma pepato, eccelle. Il suo presidente, Hashim Thaci, è addirittura un maestro del libro commercio. Egli e i suoi compari dell’UCK commerciano con piena libertà di tutto: documenti falsi, traffico di profughi, armi, eroina, ragazze, organi umani.
Quest’ultima preziosa nicchia di mercato, su cui l’UCK ha il vantaggio competitivo, è stata documentata da ispettori dell’ex Tribunale Speciale per l’Ex Jugoslavia, da Carla del Ponte e da giornalisti. C’è stato anche un rapporto ufficiale nel 2011. Prigionieri serbi dell’UCK, zingari, ma anche albanesi dissidenti, venivano chiusi in centri di detenzione, non solo in Kosovo ma in Albania, e li tenuti in attesa del cliente facoltoso. Uno di questi centri (ma ce n’era “un arcipelago”, secondo il rapporto) sorgeva a fianco di una piccola clinica privata a Fushe Kruja, una dozzina di chilometri dall’aeroporto internazionale di Tirana, l’occasionale cliente facoltoso, bisognoso di un rene o altro organo, vi si faceva ricoverare appena atterrato; in un edificio vicino il donatore (involontario) veniva “preparato” con un colpo di revolver alla nuca e rapidamente espiantato…da Shaip Muja, allora responsabile della Sanità dell’Armata di Liberazione del Kosssovo (UCK) e oggi medico personale di Thaci.
Kosso-kriminal in libera entrata
Qualcuno dice che Thaci, che è stato a lungo primo ministro prima che essere liberamente eletto presidente, è solo un pericolo assassino a capo della peggior criminalità organizzata del nostro emisfero; e ha fatto del Kossovo non il suo “stato”, ma la sua centrale che comanda da mafioso, con donativi e punizioni al “popolo”. Sono sicuramente calunnie: infatti il presidente gode dell’amicizia di Hillary Clinton, che mai frequenta persone che non sono più che rispettabili. Del resto i commerci del gruppo di Drenica (si chiama così la banda dell’espianto) avvengono alla luce del sole, perché sotto il benevolo sguardo di Camp Bondsteel, la più grossa base americana in Europa: più trasparenza di così, cosa pretendete? La Mogherini ha annunciato a questi individui, a questo “governo” e ai kossovari (disoccupati al 60%, quindi desiderosi di occuparsi qui) che possono venire liberamente in Europa come e quando vogliono, in massa, armi (è il caso di dirlo) e bagagli. Penetrati nello spazio Schengen senza dover sottostare ad alcun controllo, potranno esercitare tutti i loro commerci, col bisturi o il kalashnikov in pugno; sarà una bella gara coi commercianti ucraini abituati, là in patria, a venderti tra il lusco e il brusco anche un carro armato dell’ex Armata Rossa, se hai i soldi.
Profughi: se cristiani, sono angariati in Germania
Daranno anch’essi il loro contributo al nuovo ordine europeo in rapida instaurazione per volontà di Berlino e Bruxelles. Un dinamico mix di criminali kossovari, assassini nazisti ucraini, mafia turca, confusi s’intende fra il milione di “profughi” musulmani da far entrare ogni anno, che comprendono jihadisti e stupratori sciolti e a pacchetti: già adesso nei centri di accoglienza in Germania i “profughi” musulmani esercitano ogni sorta di angherie e violenze verso quelli di loro che sono cristiani, terrorizzandoli. Così, la nuova Europa tanto fortemente voluta dalla Cancelleria, trionfa un altro dei principi laici irrinunciabili, scolpiti nell’acciaio della nostra civiltà: la libertà religiosa, il diritto delle minoranze di esercitare la loro fede senza subire minacce persecuzioni e violenze.
(Violenza di massa contro i rifugiati cristiani in Germania – Un recente studio ha rivelato che i rifugiati cristiani sono diventati sempre più violenza, vittime di rifugiati musulmani e personale di sicurezza. Le organizzazioni umanitarie parlano di un clima di “paura e panico” tra i profughi cristiani)
Sì, sono proprio belli i principi di un’Europa che ha rifiutato quelli cristiani, per attenersi a quelli razionali. In pochi mesi, come non si sa, l’Unione Europea ha plasmato quei principii – pluralismo, sicurezza nell’ordine, libertà di stampa, di critica e d’opinione, libertà religiosa, rispetto delle minoranze e dei deboli – in una forma di governo che sta a metà fra il dispotismo orientale e la cosca, dove i deboli sono angariati, l’ineguaglianza è a livelli odiosi, il caos e la miseria infuriano, il voto degli elettori non conta nulla, il sistema dei due pesi-due misure è patente ed aperto: l’apologia di nazismo è punita qui, e premiata là in Ucraina; si rigetta Putin come poco democratico e si abbracciano Erdogan e Thaci come degni di stare in Europa con tutta la loro banda.
Quei principi bronzei si stanno rivelando fatti di una materia più plasmabile della creta, che è anche puzzolente. Che siano fatti di merda?
Forse è il caso di cominciare ad aver paura. Ci hanno tolto tutti i diritti politici, sociali e culturali; ci hanno strappato l’identità storica nazionale; e in cambio che cosa ci hanno dato? A sì, ci hanno dato i “diritti civili”: per i culattoni. Ma guai se protestate. La “libertà di critica” è stata adeguata al modello Ankara