Nella Messa feriale di rito ambrosiano (novus ordo) c’è una lettura che è una risposta al nostro popolo quasi estinto per colpa sua. Prima Geremia:
“A chi parlerò, chi scongiurerò perché mi ascolti? Il loro orecchio non è circonciso, non sono capaci di prestare attenzione. La parola del Signore è per loro oggetto di scherno, non ne vogliono sapere. Perciò sono pieno dell’ira del Signore, non posso più contenerla. «Riversala sui bambini nella strada e anche sul gruppo dei giovani, perché saranno presi insieme uomini e donne, l’anziano e il decrepito. Le loro case passeranno a stranieri, insieme con i loro campi e le loro donne, perché io stenderò la mano sugli abitanti della terra». Oracolo del Signore”.
Poi, Zaccaria 8, 1-9:
“Così dice il Signore degli eserciti: Vecchi e vecchie siederanno ancora nelle piazze di Gerusalemme, ognuno con il bastone in mano per la loro longevità. Le piazze della città formicoleranno di fanciulli e di fanciulle, che giocheranno sulle sue piazze. Così dice il Signore degli eserciti: Se questo sembra impossibile agli occhi del resto di questo popolo in quei giorni, sarà forse impossibile anche ai miei occhi? Oracolo del Signore degli eserciti”.
E domenica scorsa, terza d’Avvento, dopo il Vangelo, la voce di di tuono di Isaia che diventa ruscello e carezza, 35,4:
“Dite agli smarriti di cuore: Coraggio, non temete! Ecco si compie il giusto giudizio di Dio, il nostro Dio viene a salvarci”.