PAOLO SENSINI – “Prima la visita al presidente emerito Giorgio Napolitano” per la benedizione, in modo che fosse ben chiaro a tutti quali sono i poteri dai quali si è protetti e a cui ci si ispira, poi di corsa al comizio per autocelebrarsi e raccontare “ad usum catodico” i primati giudiziari della sua amministrazione. Basterebbe solo questo per qualificare Ignazio Marino, il sindaco di una città fallita che assomiglia sempre più a un gigantesco suk e che si regge su un buco nero di bilancio che non ha pari in nessun’altra capitale al mondo. Unico esempio di città africana senza nemmeno un quartiere europeo. Ma questo al magliaro del PD poco importa, perché lui è un vero “democratico”: “Andremo avanti fino al 2023 e faremo lì il nostro bilancio. Se dopo il 2023 dovessi scrivere un libro su quello che ho visto dovrei iniziare con la frase del film che dice ‘Ho visto cose che voi umani non avete visto mai’. Ed è quello che ho visto in Campidoglio dopo l’arrivo di una destra che non ha vergogna: tornino nelle fogne da dove sono venuti invece di dare lezioni di democrazia e rigore a noi che siamo i naturali eredi”. Appunto, i “naturali eredi” della fogna, anzi per essere più precisi della Cloaca Maxima.
Previous Post: Sull’enciclica, pareri soppesati.