Negare l’Olocausto ora è un reato Si rischiano fino a 6 anni di carcere
La legge passa con 237 sì. Seimila euro di multa a chi propaganda odio razziale
sì sono stati 237, i no 5, gli astenuti 102. In sostanza, il negazionismo diventerà un’aggravante, aggiunta alla legge Mancino, rispetto ai reati di discriminazione razziale e di stampo xenofobo. «Ieri, nell’aula della Camera, si è compiuto l’ultimo atto di uno straordinario impegno civico e culturale che ha visto protagoniste le massime istituzioni del nostro paese», ha detto il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Renzo Gattegna. Aggiungendo: «Con il via libera al ddl sul negazionismo che introduce una aggravante di pena per chiunque si renda responsabile di propaganda all’odio e di negazionismo della Shoah l’Italia scrive infatti una pagina storica della sua recente vicenda parlamentare e dota il legislatore di un nuovo fondamentale strumento nella lotta ai professionisti della menzogna tutelando al tempo stesso, con chiarezza, principi irrinunciabili quali la libertà di opinione e di ricerca».
«Il ringraziamento – aggiunge il presidente dell’Ucei – va in particolare a tutti quei parlamentari che hanno fatto sì che questo risultato potesse essere raggiunto nei modi e nei tempi più adeguati».
«Con l’approvazione di questo provvedimento, il Parlamento intende contrastare una delle forme più sottili e striscianti della diffamazione razziale, della xenofobia a sfondo antisemita e non solo, e in genere dell’incitazione all’odio». Così, in una nota, Chiara Gribaudo, vice-presidente del Gruppo Pd della Camera. Che ha aggiunto: «Abbiamo scelto, invece, di modificare l’articolo 3 della legge 13 ottobre 1975 che ha recepito la Convenzione di New York del 7 marzo 1966 sulle discriminazioni razziali introducendo il contrasto di quelle azioni discriminatorie che trovano origine nella negazione o minimizzazione del genocidio degli Ebrei e di quello di altre minoranze che costituiscono uno degli aspetti più odiosi delle pratiche razziste. Purtroppo, i gravi episodi di aggressione e denigrazione a sfondo razziale di cuisono teatro molte nostre comunità locali, ne sono una continua riprova».