“Se Dio non esiste, allora tutto è permesso”, disse Dostoevski. La sentenza non cessa di suscitare revulsione in quel tipo speciale di ipocriti soddisfatti di sé e politicamente corretti, che Marx chiamava filistei. Anzi la frase è come la pietra di paragone per saggiare filistei. Pronunciatela e immediatamente qualcuno salterà su:
“Se Dio non esiste, tutto è permesso? Non è vero “, sbottò su Il Foglio Adriano Sofri 12 marzo 2016 , affrettandosi a ritorcere : “Non è vero, almeno altrettanto, il contrario? Che proprio se Dio esiste tutto è permesso, perché tutto è perdonato?”.
“No, no, io sono onesto e non credo. Non ho bisogno di aver paura né la vostra superstizione per mantenermi onesto e buono e morale ”, è la sicurezza inetta dell’uomo-massa. Come sapete Beppe Grillo ha radunato un grosso movimento di “onesti” di questo genere. Al grido di Onestah Onestah hanno sostituito i politici “disonesti” perché invece è così facile essere onesti, che ci vuole? Ed eccoli lì ad aderiure a qualunque disonestà per non perdere i 15 mila mensili.
In questo tempo di oppressione totale della Grande Impostura covid dettata dai miliardari che possono fare tutto agli altri uomini, sarà bene rileggere il passo di Dostoevski, con lo sguardo all’ora più nera dell’umanità che stiamo subendo senza difese, perché se i potenti possono fare “tutto” agli esseri umani, anche le loro vittime si lasciano fare tutto, rinchiudere, ingannare, mascherare, vaccinare, gestire come animali dal governo zootecnico mondiale per lo stesso motivo: anche per loro Dio non esiste. Anche loro senza limite. Perché anche loro “hanno fede nella scienza”che ha sostituito in loro la fede, come lo scientista Ivan Karamazov.
Qui il testo:
“Magnifica, Aljòsa, questa scienza! Ne verrà fuori un uomo nuovo, questo lo capisco… Ma tuttavia rimpiango Dio!
– È bene anche questo, – disse Aljòsa.
– Che io rimpianga Dio? La chimica, fratello, la chimica! Non c’è niente da fare, Vostra Reverenza, fatevi in là, passa la chimica! E Rakítin non ama Dio, oh, no! È il punto debole di tutti costoro! “Ma allora, domando, che sarà dell’uomo? Senza Dio e senza vita futura? Tutto è permesso dunque, tutto è lecito?”
[…]
“Secondo me, non c’è nulla da distruggere, fuorché l’idea di Dio nell’umanità; ecco di dove occorre cominciare! È di qui, di qui che si deve partire, o ciechi, che non capite nulla! Una volta che l’umanità intera abbia rinnegato Dio, tutta la vecchia concezione cadrà da sé, e soprattutto cadrà la vecchia morale, e tutto si rinnoverà. Gli uomini si uniranno per prendere alla vita tutto ciò che essa può dare, ma unicamente per la gioia e la felicità di questo mondo.
“L’uomo si esalterà in un orgoglio divino, titanico, e apparirà l’uomo-dio. Trionfando senza posa e senza limiti della natura, mercé la sua volontà e la sua scienza, l’uomo per ciò solo proverà ad ogni istante un godimento cosí alto da tenere per lui il posto di tutte le vecchie speranze di gioie celesti. Ognuno saprà di essere per intero mortale, senza resurrezione possibile, e accoglierà la morte con tranquilla fierezza, come un dio.
“Per fierezza comprenderà di non dover mormorare perché la vita è solo un attimo, e amerà il fratello suo senza ricompensa. L’amore non riempirà che un attimo di vita, ma la stessa consapevolezza di questa sua fugacità ne rinforzerà altrettanto l’ardore quanto prima esso si disperdeva nelle speranze di un amore d’oltre tomba e infinito…”, e via di questo passo. Delizioso!
“Ivàn se ne stava seduto, tappandosi gli orecchi con le mani e guardando a terra, ma prese a tremare in tutto il corpo. L’ospite proseguí.
” La questione, diceva il mio giovane pensatore, ora sta in questo: è possibile che una simile epoca abbia un giorno a spuntare? Se spunterà, tutto sarà deciso e l’umanità si darà il suo assetto definitivo.
“Ma siccome, data l’inveterata stoltezza umana, a tale assetto non si verrà nemmeno in un migliaio d’anni, cosí a chiunque già oggi abbia coscienza della verità è lecito regolarsi come piú gli fa comodo, in base ai nuovi princípi. In questo senso “tutto gli è permesso”. Non basta: se anche quell’epoca non dovesse venir mai, poiché a ogni modo Dio e l’immortalità non esistono, all’uomo nuovo è lecito diventare un uomo-dio (dovesse pur esser l’unico al mondo) e poi, s’intende, nella sua nuova qualità, scavalcare a cuor leggero tutte le vecchie barriere morali dell’uomo-schiavo, se sarà necessario. Per Dio non c’è legge! Ovunque Iddio si metta, quello è il suo posto! Ovunque io mi metta, quello diventa subito il primo posto… “tutto è lecito” e basta!”
(F. M. Dostoevskij, I fratelli Karamazov, Milano, 1979, vol. II, pagg. 619, 623 e 680-681)
Nel romanzo “I demoni“, Dostoevskij si ispira all’orrendo fatto di cronaca che ebbe come nero pprotagonista Sergei Necaev (1847-1882), un intellettuale anarchico fanatico della lotta clandestina, che aveva scritto il “Catechismo del rivoluzionario” a quattro mani con Bakunin. Necaev aveva ucciso un membro del suo proprio gruppo clandestino senza motivo, per provare agli altri membri e a se stesso che “tutto è possibile” . Processato nel 18783, sarebbe morto in prigionia di scorbuto nel 1882.
Nel romanzo, che descrive appunto i terroristi, definiti anche “nichilisti” o “demoni”, Necaev diviene Verchovenskij e l’anarchico Bakunin diviene Stavrogin. Ma un altro dei personaggi chiave è Kirillov.
Entrambi, essendo atei, vivono nella dimensione del “tutto è permesso“: Verchovenskij ha un progetto politico, di “distruzione universale”, per ricostruire una società secondo il proprio disegno (il Grand Reset del Forum di Davos). Quanto a Kirillov: il suo è un suicidio metafisico, una dimostrazione di disprezzo verso la nozione di Dio.
Kirillov afferma: “Se non c’è Dio, io sono Dio…Possibile che non ci sia nessuno, su tutto il pianeta, che dopo averla fatta finita con Dio ed aver posto fede nel proprio libero arbitrio, non osi proclamare il libero arbitrio nel senso più assoluto?”
E Verchovenskij: “Io, sapete, al vostro posto, per dimostrare il mio libero arbitrio, avrei ammazzato qualcun altro, non me stesso. Potreste essere utile. Vi indicherò chi dovreste ammazzare…”.
Ma Kirillov:” …io voglio l’affermazione più alta e ucciderò me stesso. Sento di dover proclamare l’assenza della fede. Per me non c’è idea più alta di quella che Dio non c’è…Capire che non c’è Dio, e non capire nello stesso momento che sei diventato tu stesso Dio, è una assurdità“.
Se oggi i Bill Gates e i miliardari del Grand Reset che ritengono i popoli superflui, troppo numerosi e per di più inquinanti, e la creazione imperfetta da correggere con i cyborg e la riduzione del Co2 incarnano Verchovenskij, nelle file di covidioti docilmente in fila per farsi iniettare qualunque cosa li “salvi” da un virus che esiste solo nei media e li terrorizza, o per poter di nuovo andare in vacanza col passaporto vaccinale, riconosciamo in forma stravolta e paradossale, Kirillov.
Come Kirillov rifiutano la proposta di lotta armata, che oggi sarebbe uno stretto dovere. Passivi fino al suicidio, volontari pronti all’eutanasia che sarà dispensata dal Servizio Sanitario Nazionale del mostro Speranza. Se Dio non esiste, è permesso farsi fare tutto. Senza rispetto di sé, senza lotta, senza limiti .