“Draghi vuole un Nuovo Ordine Mondiale che i populisti ameranno odiare”: così suona un articolo di Bloomberg datato 28 giugno, all’indomani del Brexit. Due ore dopo, Bloomberg toglieva dal titolo l’aggettivo “Nuovo”: parlare di Nuovo Ordine Mondiale forse scopriva troppo i giochi.
Come si sa, in quegli ambienti vale il detto: “Mai sprecare una bella crisi”. E il Brexit lo è. I globalizzatori sono dunque all’attacco: mentre gli europeisti (che sembrano essere la cosca perdente) cercano di cavalcare la crisi per instaurare “più Europa”, Draghi e complici puntano al Nuovo Ordine Mondiale.
Ciò sarà venduto al pubblico come “necessario coordinamento fra le banche centrali”, in seguito ad un collasso finanziario globale che è stato già (deliberatamente?) innescato. Di fatto, Draghi, nelle sue dichiarazioni post-Brexit, ha parlato di un coordinamento obbligatorio per tutti gli Stati, coattivo, sovrannazionale. Bloomberg è chiaro, fin troppo. Oggi, “le banche centrali [nazionali] sono governate da leggi concepite in patria, che richiedono loro di perseguire certi scopi, a volte espliciti, in genere legati all’inflazione e alla disoccupazione. Per di più, devono rispondere ai legislatori nazionali, eletti”. Il che è un guaio per i banchieri globali. In questa crisi gravissima, invece, “gli obbiettivi a breve termine dovrebbero essere sostituiti dagli obbiettivi globali”.
Obbiettivi globali che comprendono l’aggravamento della disoccupazione, e decretati da un consesso di banchieri centrali irresponsabili verso i governi e i popoli (meno, magari, verso Goldman Sachs di cui, come Draghi, sono impiegati). La crisi ci farà cadere dalla padella dell’euro alla brace della moneta globale governata contro gli interessi dei popoli.
Brandon Smith, notevole economista-blogger, giunge a sostenere che il Brexit sia stato un evento artificiale, per preparare deliberatamente il prossimo collasso – quello vero – che farà implorare i media e i governi e i complici in ogni stato, il governo unico mondiale – proprio come oggi i federalisti eurocratici vorrebbero, pateticamente, non sprecare questa bella crisi per dare tutti i poteri alla Commissione, senza vedere che essi sono stati superati. Ora vige il nuovo progetto.
http://www.alt-market.com/articles/2931-brexit-global-trigger-event-fake-out-or-something-else
Questa ipotesi non manca di indizi. Mette nella giusta prospettiva il fatto che l’uscita del Regno Unito dalla Ue sia stato voluto dalla “gentry e da Buckingham Palace” – per posizionare la City come centrale globale di negoziazione dello yuan – che farà parte del paniere di monete che costituirà la moneta globale digitale, una volta tramontato il dollaro. Il giorno dopo il Brexit, Pechino s’è affrettata ad esprimere il caldo proposito di collaborare, con la sua Asian Infrastructure Investment Bank (AIIB), di stretto concerto con la Banca Mondiale: la prova, per Brandon Smith, che “i cinesi non hanno mai avuto l’intenzione di fare di fare della AIIB un contro Fondo Monetario o anti-Banca Mondiale. Ho sempre sostenuto che i cinesi lavorano con i globalizzatori, non contro di essi”: parere che personalmente condivido, per quel che vale.
In questa chiave si capisce anche come Toni Blair venga messo sotto accusa dal rapporto emanato dalla ‘gentry” – proprio adesso, dopo 12 anni! – per aver obbedito a Bush jr. e aver commesso crimini di guerra in una guerra criminale in Irak. Personaggi simili non servono più, o hanno ormai una sola utilità marginale: non escluderei che Blair, e persino Bush jr., siano dati in pasto alle folle e tratti in tribunale. Allo stesso modo, la Unione Europea viene abbandonata come un guscio vuoto. Abbiamo sentito Schauble criticare la “commissione e Bruxelles” – manco fosse un blogger, non uno dei creatori di “Bruxelles” e della sua ottusa regolamentazione, che ha aggravato il collasso economico dell’Europa del Sud, e come se la sua cancelliera non fosse l’artefice del colpo finale, con la sua inspiegabile chiamata a milioni di ‘profughi’ perché invadessero l’Europa. Adesso il governo tedesco si disamora dell’Europa; adesso che dovrebbe pagare il conto dell’aver ficcato il naso nei bilanci degli altri s tati membri per controllare che li pareggiassero, facendo dell’euro una “vera” moneta comune (con relativi trasferimenti di solidarietà da Berlino a Grecia, Portogallo, Spagna, Italia: è questo “più Europa”), Schauble dice: se alcuni stati membri vogliono perseguire le loro politiche al difuori delle istituzioni europee, che lo facciano pure. Una UE ridotatad accordi fra governi, adesso gli va benissimo.
Matteo? Sacrificabile
Se il progetto è quello indicato d a Bloomberg – salto nella globalizzazione totalitaria – si capisce anche l’imprevista pugnalata di Draghi al Montepaschi, a cui ha richiesto, ordinato, di liberarsi di 10 miliardi di crediti inesigibili: certo con ciò ha precipitato il fallimento della banca (del PD), e magari il collasso del sistema bancario italiano, il più fragile, e non può non averlo fatto apposta. Con ciò ha decretato anche la disfatta di Matteo Renzi.
Deliberatamente ha pugnalato alla schiena il giovine rottamatore, come già fece con il vecchio Berlusconi.
Come Blair, come Juncker e Schulz, simili personaggi non servono più. Sono spendibili, come l’Europa che ormai ha esaurito il suo compito di fase intermedia verso la globalizzazione.
Anche Matteo Renzi sarà dato in pasto alle folle inferocite, e ai suoi sicari di partito….C’è il rischio che l’Italia si trovi nel collasso del suo sistema bancario senza un governo funzionante, e magari – il che è lo stesso – con un governo grillino eletto a furor di popolo. Ma chi dice che è un “rischio”? Lo sarà per chi ha perso il lavoro nei passati otto anni di depressione mai curata, chi s’è visto pignorare la casa, ed ha i figli disoccupati da sempre. Ma per lorsignori le grandi recessioni hanno un altro significato: non perdono mai il lavoro, né la villa, né lo yacht, loro. “ Mai sprecare una bella crisi”.
Aggravarla, cioè, non alleviarla– così sospetta Brandon Smith. Non a caso Soros continua a dire che sta per arrivare la catastrofe. Non a caso il Fondo Monetario e la Banca dei Regolamenti Internazionali hanno “lanciato l’allarme” prevedendo un crash colossale nel 2016. Queste previsioni non le sbagliano mai, perché sono loro che pongono le condizioni perché esplodano, sostiene Brandon Smith. Per quel che vale, tenderei a condividere.