MATTEO ORFINI: IL COMMISSARIO (DEL POPOLO) SOTTO SCORTA

PAOLO SENSINI – Hanno in mano tutte le cariche più importanti dell’I-Taglia, controllano tutto quello che c’è da controllare sia a livello centrale che locale e dovunque è corruzione, malaffare, degrado, inefficienza, sperpero di denaro pubblico e ruberie. Poi scoppia il caso “Mafia capitale”, ma è solo la punta dell’iceberg di un bubbone che ha le dimensioni di un intero paese, e ora con la massima celerità tutto il circo mediatico è all’opera per tappare la falla e contenere i danni come già avvenne ai tempi dello scandalo del Monte dei Paschi di Siena. E’ il solito copione che si ripete: cambiano i protagonisti ma il sistema rimane esattamente lo stesso, anzi se possibile ancora più squallido e degradato. Mettere Orfini sotto scorta e informarne urbi et orbi le plebi televisive fa parte di questo lavoro d’imbellettamento e maquillage, come se fosse lui, il presidente del PD e commissario (del popolo) alla cupola romana del partito, a rischiare qualcosa (un regolamento di conti?). Chiunque possieda ancora un po’ di sale in zucca capisce che l’unica scorta concepibile per un simile personaggio, come per tanti suoi sodali, sarebbe quella che lo conduce in un altro luogo, forse meno austero dei Palazzi romani che frequenta abitualmente ma certo più consono alle sue attività.