Assistiamo – pressocchè impotenti – ad una rappresentazione che vuole trasformare il mondo che conoscevamo in un mondo abitato solo da dannati e derelitti.
Uomini insulsi, vuoti, privi di scrupoli, pregni di voglia di potere su altri uomini, si fanno servi del principe delle tenebre e agiscono sotto le sue direttive. Creano divisione, confusione e disordine. Il processo di liquidazione – ampiamente avanzato e quasi del tutto compiuto – della struttura terrena della Chiesa, lascia a questi uomini campo libero e si riverbera su tutti gli ambiti della vita sociale e politica. L’obiettivo è distruggere tutto quello che Dio ha creato, per concederlo alla disponibilità dell’uomo. A cominciare dalla sua dignità, dal suo amore per la Verità, per la sua Libertà, per la sua stessa Vita. La morte, che fa parte della Vita ed è suo compimento – che bisogna amare, come si ama la vita, perché se ce lo meriteremo segnerà l’incontro eterno con Nostro Signore Gesù Cristo – viene usata come strumento per generare inquietudine, isolamento, angoscia, paura.
Qualcuno se la vuole prendere la nostra vita. Vuole sottrarcela, possederla, disporne a suo piacimento, farne cibo per cani. La disprezza perché deriva da Colui nei confronti del quale ha compiuto la sua ribellione e vuole che anche noi seguiamo la stessa strada. Ci vuole suoi. Prede da addomesticare e divorare.
Non si può comprendere quello che accade intorno a noi, se non si ha presente la scena che si consumò sul Golgota, quando l’Uomo-Dio chinò il capo e spirò. Il Cielo rispose con l’oscurità. La Terra vibrò intensamente. Tremarono tutti e alcuni – solo in quel momento – compresero quanto che era accaduto. Il mondo si era reso nemico della Verità, come l’Uomo-Dio testimoniò con le Sue ultime parole: Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno (Lc 23, 34).
Da quel momento iniziò quello che Gesù aveva profetizzato: si sviluppò la lotta tra il Bene e il Male, che ora è giunta all’inizio del suo epilogo. Dio separerà in modo selettivo il Bene dal Male, il grano dalla zizzania, che ora vivono insieme.
Vogliamo continuare ad agire con la nostra ignavia, con la nostra pusillanimità, con la nostra omissione, con la nostra cattiva coscienza? O vogliamo liberarci da tutte le pastoie umane e comportarci da figli di Dio, battezzati nel Suo nome e solo a Lui obbedienti?
La questione è una sola, semplice. Non cè alcun bisogno di girarci intorno con le parole. Chi vuole capire, capisca. E’ iniziata la conta di coloro che stanno con Dio e di coloro che stanno contro Dio. Bisogna scegliere da che parte stare. Ora. Perché dopo sarà troppo tardi.
A chi sta con Dio toccherà soffrire molto, con gioia, come dice san Paolo. Quella gioia deriva direttamente dalla promessa che Gesù ha fatto a coloro che rimarranno nella Sua sequela. Gli altri, saranno dannati per l’eternità.
All’inizio, dicevo che ci sembra di essere impotenti. Gli Apostoli erano solo dodici. Nel nome del loro Maestro e della Sua Parola, evangelizzarono il mondo allora conosciuto. Noi, nel nome di Cristo, che cosa siamo capaci di fare rispetto a noi stessi, a coloro che ci sono vicini, al mondo che ci circonda? Che cosa può valere, agli occhi di Dio, la nostra vita, se non pieghiamo le nostre ginocchia sotto la Croce di Cristo, accanto a Sua Madre, ogni giorno, per tutto il tempo che ci sarà ancora concesso di vivere? Solo così potremo ricevere la forza, il coraggio, la virilità di affrontare il tempo che viviamo. Appellarsi agli uomini non ha alcun significato. Non produrrà nulla. Appelliamoci al Cielo, dove c’è la nostra salvezza. Il Cielo, il Cielo, scriveva suor Lucia di Fatima dopo aver visto la visione dell’Inferno. Dal Cielo chiediamo la protezione della Madre di Nostro Signore e della Madre Nostra, della Corredentrice e Mediatrice dell’Umanità intera.
Con umiltà, Vi invito ad essere forti, coraggiosi, prudenti, come Lei vuole che noi siamo, Vi invito ad essere miti. Vi invito a fare o a rinnovare la consacrazione al Suo Cuore Immacolato, perché possa guidare le nostre azioni, mantenerci saldi nella fede e nella Grazia, testimoni della Provvidenza e della Bontà di Dio, che non ci abbandonerà mai se Gli rimarremo fedeli.
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