Enrico Gloppini
Voi sapete quanto sia refrattario a partiti ed elezioni.
Ma quando i fatti sono scandalosi vanno denunciati.
Ad orologeria, ad un giorno dalle elezioni amministrative, esplode uno “scandalo” mirato a danneggiare Fratelli d’Italia. Gli ‘argomenti’ sono due: la corruzione (soldi in nero) e il “fascismo” di alcuni esponenti del partito. Sul primo aspetto, nemmeno ci perdo tempo, tanto queste cose le abbiamo viste e riviste: potrebbe essere vero come falso, tanto tutti per forza prenderanno quattrini di nascosto perché questa politica costa. Semmai il punto è un altro. Le accuse dovrebbero essere portate da un magistrato, non da dei giornalisti ostili che, a differenza dei vari politici, non vengono mai sfiorati da “scandali” ed inchieste della magistratura perché sono troppo importanti per il sistema. Inoltre bisognerebbe essere un tantino più accorti quando si dà confidenza a certi personaggi che puzzano l’intano un miglio di “avventurismo” se non proprio di cialtroneria, perché poi queste leggerezze prima o poi si pagano.
Sul secondo punto spendo qualche parola in più. Via via, anche su questo gruppo, insisto sul cancro dell’antifascismo. L’antifascismo in Italia, al di là delle falsificazioni storiche, si nutre di uno psichismo malato che pervade tutto, dalla scuola all’editoria, dalla cultura all’intrattenimento. Tutti, se vogliono accedere ad una qualche carica istituzionale, devono mostrarsi affidabili e professare la religione dell’antifascismo. Il caso dell’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, è paradigmatico: siccome era stato in gioventù un membro di spicco del “neofascismo”, egli dovette accompagnarsi sistematicamente col capo della comunità ebraica romana, tal Pacifici, profondendosi in continue “scuse” e “prese di distanza”, fino al rituale viaggio espiatorio ad Auschwitz e l’eposizione in Campidoglio della bandiera israeliana e della gigantografia di un caporale “rapito da Hamas”.
Ma se quello di Alemanno è il caso più grottesco che si ricordi, gli altri non sono da meno. La sinistra alimenta un continuo “antifascismo” in malafede, anche quando si trova a governare Predappio, che comunque faceva (adesso la cripta è chiusa) girare quattrini a causa del ‘turismo’ lì diretto. Il nuovo che avanza, e cioè i vari partiti “alternativi” che devono calmierare il fisiologico malcontento che emerge, sono ancora più antifascisti della destra e della sinistra: la Raggi e l’Appendino, simboli della “novità” meteorica del M5S (che sparirà tornando nel nulla), sono un concentrato d’antifascismo teorico e pratico, specialmente la prima, con la seconda che ha alimentato dal primo minuto – per esempio trasformando Torino nella città italiana più “gay friendly” – tutto ciò che rappresenta la dissoluzione contro la quale il Fascismo storico s’era battuto.
L’unico antifascismo degno di comprensione e rispetto sarebbe – parzialmente e con discernimento – quello del periodo in cui il Fascismo esisteva. Perché l’uno e l’altro dovrebbero essere trattati storicamente e collocati nella loro epoca. Senonché entrambi traducono e sono un’emanazione di idee che afferiscono alla dimensione metastorica, pertanto ecco spiegato perché, da un lato, se è possibile ridare vita all’essenza del Fascismo, dall’altro è – e lo vediamo costantemente – è altrettanto possibile (ed è più facile perché va nella direzione della dissoluzione, verso il basso) tradurre in pratica l’essenza dell’antifascismo, che non è la reazione, comprensibile ed anche giusta, ad ogni sopruso e tirannide, bensì la sistematica azione volta ad innestare nel corpo della nazione suggestioni, fisime e stati d’animo contrari all’ordine naturale delle cose.
Così veniamo al punto: perché insistono così tanto con l’antifascismo?
Galoppini, 1
Primo perché, come nei meccanismi pubblicitari, sanno che se smettono la gente pian piano rinsavisce e torna in sé. Ma più che altro insistono, a dosi sempre maggiori, perché devono mantenere in piedi un sistema abusivo, illegittimo, che ha usurpato il potere portando alla rovina una nazione intera coi suoi anti-valori e la sua visione del mondo a rovescio. Geopoliticamente parlando, poi, l’antifascismo garantisce un posizionamento dell’Italia in un alveo antitetico ai suoi interessi in Europa, nel Mediterraneo e nel mondo.
- 10.21 09:55 ↩