Il primo luglio del 2013, tre bombe fatte con pentole a pressione furono trovate piazzate davanti alla sede legislativa di Victoria, capitale della Colombia Britannica, Canada. Era il giorno del Canada Day, quando migliaia di persone si sarebbero radunate lì. L’attentato terroristico fu sventato dalla polizia. Che risalì rapidamente agli autori: John Nuttal di 41 anni, la moglie Amanda Korody di 33: recentemente convertiti all’Islam (lui con un passato di tossicomane), gli inquirenti sono stati in grado di mostrare ai giurati ore dir registrazioni video in cui i due si dichiaravano ispirati da Al Qaeda e desiderosi di lanciare la loro guerra santa contro l’Occidente, che tratta con odiosa ingiustizia i musulmani. I video mostravano anche come agenti della polizia canadese a cavallo (ovviamente in borghese) erano diventati loro amici, avevano regalato loro dei telefonini (per le comunicazioni ‘clandestine’) e riforniti di generi alimentari; e fingendosi jihadisti li avevano convinti a rinunciare a progetti più grandiosi elaborati dalla coppia – come il dirottamento di un sottomarino della Royal Navy, o la fabbricazione di missili a corto raggio – per l’attentato alla pentola a pressione. Era infatti appena avvenuto l’attentato alla maratona di Boston, il 13 aprile 2013, messo a segno da due fratelli Tsarnaev, d’origine cecena e radicalizzatisi, con due pentole a pressione (6 morti e 280 feriti: un evento sulla cui versione ufficiale i complottisti hanno espresso forti dubbi); e il neoconvertito canadese Nudal fu udito vantarsi che avrebbe fatto meglio di quei dilettanti, e contava di ammazzare centinaia di persone nel Canadian Day: fu udito anche dai giurati, perché le sue esaltate vanterie erano state accuratamente riprese dagli agenti, che furono così in grado di portare prove schiaccianti.
Conclusione: ergastolo per la coppia di terroristi islamici.
Venerdi 29 luglio la sentenza è stata rovesciata dalla giudice della corte suprema Catherine Bruce: “Gli imputati non sono molto intelligenti, facili da ingannare e ingenuità infantile”, ha scritto la giudice. “Senza la polizia sarebbe stato per loro impossibile realizzare il piano con le pentole a pressione. La polizia ha creato il piano e ha fatto sì che Nuttal e Korody pensassero che era nato da loro”. La coppia dipendeva dall’assistenza sociale per tirare avanti, “chiamarli semplici è generoso”, lottavano con la dipendenza da droga, “non rappresentavano per sé un pericolo incombente”. Come è stato appurato, per la loro radicalizzazione hanno operato ben 240 agenti di polizia (undercover, in abito simulato), che hanno intessuto attorno ai due una vera rete di pretesi jihadisti. Alla fin fine gli gli agenti hanno fornito loro anche l’esplosivo – ovviamente falso. Le tre pentole erano inerti. Non esplosero e non potevano esplodere.
Un caso istruttivo di generazione poliziesca di terrorismo islamico? Colpiscono alcune analogie con gli attentati più recenti in Francia e Belgio: marginali, spostati, omosessuali e piccoli spacciatori (fratelli Abdeslam) improvvisamente radicalizzati; armi inerti, come i mitra o fucili che portava sul camion di Nizza Mohamed Lahouaiej Bouhlel, e il cui significato non è stato chiarito; comportamenti più che sospetti di polizia e inquirenti, che tolgono la sorveglianza anzitempo (Nizza) o che “conoscevano” gli attentatori da tempo, ne sapevano gli spostamenti in Siria o Turchia; o servizi anti-terrorismo che forniscono le armi. Come ho già scritto, Amedy Coulibaly, il ragazzone che s’era asserragliato all’Hyper Cacher di Parigi, il 9 gennaio 2015 a Parigi, aveva un mitra Skorpion, un fucile d’assalto vz 58 (simile al Kalashnikov), due pistole Tokarev. Tutte armi da guerra di provenienza cecoslovacca, molto difficili da comprare. Secondo il giornale di Calais La Voix du Nord sulla base di indiscrezioni degli inquirenti, quelle armi erano state fornite da “una rete costituita da forze dello Stato” che le comprava, attraverso intermediari pregiudicati ma collaborativi, per spedirle ai ribelli jihadisti in Siria”. E’ tutto quel che si è potuto sapere prima che il ministro dell’Interno Cazeneuve facesse piombare sulla faccenda il “segreto di stato militare”.
https://www.maurizioblondet.it/su-charlie-hebdo-piomba-il-segreto-militare/
Anche l’iraniano di Monaco, in cura psichiatrica, aveva una pistola Glok 9 mm, e 300 proiettili: comprata su Darknet, è stato scritto. Facile risposta. Qualcuno mi insegna come si fa? Avrei bisogno. Ma siccome i terroristi vengono tutti uccisi, non si riesce mai a sapere, durante il processo, come hanno fatto. La coppia canadese di subnormali è andata a processo, ed è stata assolta.
Molto istruttivo. Istruttiva anche la difesa che l’avvocato dello Stato (crown layer), Peter Eccles, ha fatto dei metodi usati dagli agenti: “E’ stata una un’inchiesta innovativa undercover, in cui la polizia reale ha dato a due sospetti l’opportunità di eseguire la jihad, di essere i terroristi che volevano essere, e allo stesso tempo proteggere la popolazione assicurando che il loro piano fallisse”. Quando la lotta è al terrorismo, ogni mezzo è valido, ha concluso.
Riarrestati
Istruttivo anche l’epilogo. La coppia di canadesi è stata accolta dalla famiglia di lui, con cui ha festeggiato il primo giorno di libertà. Nel pomeriggio, mentre andavano con qualche parente in auto, a tre isolati da casa, “la polizia di Vancouver ci ha bloccati” con due auto ed ha arrestato di nuovo i due convertiti. Sono stati liberati più tardi, su cauzione. Ma non per molto.
La polizia sta cercando di ottenere a loro carico un “terrorism peace bond” (legame terrorismo di pace?). A quel che è dato capire, si tratta di una misura nel quadro delle leggi speciali antiterrorismo islamico in vigore in Canada, parte del loro Patriot Act: lo scopo – leggiamo da un sito ufficiale – è di “prevenire o impedire ad uno specifico individuo dal commettere un delitto terroristico”. Il ‘legame’ è applicabile se l’attorney general decreta che ci sono ragionevoli timori che quella data persona commetta atti di terrorismo. Può consistere in bracciale elettronico, arresti domiciliari, ritiro del passaporto, ma anche incarcerazione se la persona viola le misure di libertà ridotta cui è sottoposta.
Ma John Nuttal e Amanda Korody non hanno commesso alcun delitto, ha pur decretato il tribunale. Non importa: una volta accusato da terrorista islamico sei sempre trattato da terrorista islamico. Anzi, sulla base di passate esperienze, il vostro vecchissimo cronista può persino azzardare come andrà a finire: o si saprà che John e Amanda sono fuggiti “e si trovano in Siria dove hanno raggiunto Daesh”, o faranno un altro attentato islamico nel corso del quale saranno ammazzati, ma dopo aver twittato la loro fedeltà al Califfo. Cose viste anche in Italia, cosa credete. E’ strategia della tensione, lotta mondiale al terrorismo .