Presto anche da noi? Riporto un articolo:
Inquinamento luminoso – Oscurantismo dell’ecologismo.
A lungo sottovalutato, questo fenomeno è ormai un problema non aggirabile per le comunità, afferma La Tribune. L’inquinamento luminoso è dannoso per gli esseri viventi, allerta France Bleu. Cambia l’espressione genica nei girini dei rospi comuni, avverte ine.cnrs.
Liberation, attraverso il suo CheckNews (la cui fama di imprecisione e leggerezza è ben consolidata) deplora che tutte le seccature siano difficili da denunciare perché non sufficientemente misurate. Più di 200 luci non regolamentate sono state fotografate in una notte da FNE 192, ha detto La Dépêche indignata.
Le normative si sono già impadronite di questo importante problema che ci sta minando a nostra insaputa. Sono quindi numerosi gli articoli contenuti nella legge “sull’impegno nazionale per l’ambiente” detta legge Grenelle II.
L’articolo 41 della legge, codificato nell’articolo L.583-1 del Codice dell’ambiente specifica i 3 motivi per prevenire, eliminare o limitare le emissioni di luce artificiale quando quest’ultima:
- possono presentare pericoli o causare indebiti disturbi alle persone, alla fauna, alla flora o agli ecosistemi
- portare a sprechi energetici
- impedire la visione del cielo notturno.
Seguono prescrizioni tecniche, zonizzazione, fasce orarie, raccomandazioni, eccezioni, ecc. Insomma, una buona giungla normativa come sanno creare i nostri zelanti funzionari.
Danno così ulteriore lavoro agli eletti locali che avranno avuto l’assurda idea di illuminare il campanile o il patrimonio architettonico del loro borgo: “il decreto introduce una componente di controllo: ogni gestore di un parco di illuminazione deve avere il possesso di un certo numero di elementi che consentano di verificare la conformità degli impianti di illuminazione (dati sull’intensità luminosa, data di messa in servizio, potenza elettrica dell’apparecchio, ecc.)”.
Gradualmente, senza che ce ne accorgiamo, ci troviamo ostacolati da miriadi di piccoli regolamenti minuziosi e pignoli, come Gulliver immobilizzato dai lillipuziani come ha detto il noto Elon Musk in una recente intervista.
I viaggi di Gulliver scritti da Swift sono meno conosciuti in Francia dei Micromégas di Voltaire, ma questi racconti fantastici dovevano essere satire della società del loro tempo. I lillipuziani sono in perenne guerra con gli isolani di Blefuscu che si rifiutano di farsi imporre il lato delle uova sode (i big endian e i little endian appoggiati alle rispettive posizioni).
Anche gli ambientalisti sembrano essere entrati in guerre assurde: alberi morti, inquinamento luminoso, nucleare, CO2, motori termici, ecc.
L’ecologismo, lungi dal combattere l’inquinamento vero e proprio, o più semplicemente lo spreco di risorse – compreso e soprattutto quello imposto dai poteri pubblici e dalle guerre -, è diventato un’ideologia. Questa ideologia si oppone ora a tutto ciò che ha portato l’abbondanza e la possibilità di scelta a cancellare la scarsità e la carestia: libertà imprenditoriale, proprietà privata, capitalismo, tecnologia.
[in perfetta adesione al programma Gran Reset: “Non possiederai nientee sarai felice”]
Gli ecologisti contemporanei del Novecento avrebbero probabilmente detto no all’elettricità nucleare che ci permette ancora (ma non per molto, probabilmente) di avere energia che non dipende dal consumo di foreste sprofondate miliardi di anni fa la cui macerazione ha prodotto gli idrocarburi.
Nel XVIII secolo gli ecologisti avrebbero detto no alla coltivazione della patata – semente aliena – in Europa, che tuttavia ha debellato le carestie.
Diecimila anni fa avrebbero ancora detto no allo sviluppo dell’agricoltura.
400.000 anni fa si sarebbero opposti all’addomesticamento del fuoco.
Il greenismo oggi non è altro che il nuovo volto dell’oscurantismo.