Quneitra è una cittadina (ora città-fantasma) della Siria meridionale, sulle alture del Golan, all’interno della fascia di sicurezza Onu che divide Siria e Israele – di cui è al confine. Dopo la sconfitta siriana nella guerra de Sei Giorno, è stata abbandonata. Dai siriani. Ma ci hanno fatto il nido le milizie di Al Nusra, ex Al Qaeda, oggi ribattezzatasi FAtah al Sham. Orbene, la notizia è questa: il Mossad ha disposto un rimpasto dei comandanti di queste milizie islamiste. Le spie ebraiche hanno convocato lo sceicco Asim Qassim, il mufti del Fatah al-Sham ex Nusra) nella regione di Jabat al-Khashab e Tarania (nella parte nord di Quneitra) per ordinarli la riorganizzazione dei comandanti terroristi.
L’incredibile notizia è data dal sito arabo Axis News (http://www.axis-news.com/2016/09/28/14/) che, grazie alle sue fonti in loco, dà in particolari: “gli agenti israeliani hanno nominato tal Ali Mare’i Suleiman e suo fratello Faisal Mare’i Suleiman coma comandati del fronte orientale di Jabat al-Khashb, comprendente il fronte Qob al Hamry, la cittadina di Hazar e le aree davanti al distretto dove è posizionata la Quarta Divisione della armata regolare siriana. Parimenti Taj Leili e Adnan Leili sono stati assegnati al comando delle zone di Tarania, Tal al-Ahmar e al-Saraya, mentre Ma’as Nazar è stato re insediato al comando della parte occidentale di Jabata al-Khashab, vicina al Golan”.
Le fonti dicono che dopo che lo sceicco Qassim (che è stato giudice della Sharia per il regime terrorista in zona) ha riferito degli ordini israeliani, “i militanti che hanno di recente abbandonato Dara’a e si sono uniti a Fatah al-Sham a Quneitra hanno dato vita a rabbiose proteste, reclamando un ruolo maggiore nella struttura di comando. La situazione è divenuta caotica e possono scoppiare scontri fra i miliziani”.
Dara’a è la città che l’esercito siriano ha riconquistato a luglio, infliggendo gravi perdite ai miliziano. Dara’a ha una importanza strategica, perché rende possibile al governo di Damasco di chiudere i due passaggi di frontiera con la Giordania,da cui i guerriglieri wahabiti ricevono rifornimenti in uomini ed armi; la vittoria inoltre consente di reimpiegare altrove – ad Aleppo – le truppe lì impegnate.
Il Mossad avrebbe deciso il rimpasto dei terroristi al suo comando dopo il fallimento di una puntata offensiva chiamata “Talaki”, che doveva congiungere Beit Jen nella parte sud orientale della provincia di Damasco a Quneitra,e quindi a Israele.
Secondo un alto ufficiale di Damasco, li israeliani hanno allestito una vera e propria “sala operativa” a Quneitra per guidare i terroristi di Al Nusra. I terroristi ritiratisi da Dara’a, circa seicento, avrebbero perso ordini da questa sala operativa israeliana durante l’attacco per prendere possesso delle basi di al-Raba’a e di Sha’ban nel nord di Quneitra, senza riuscirci perché le forze legittime siriane ne erano state preavvertite dalla loro intelligence.
In ogni caso, ciò mostra definitivamente che Al Nusra è un corpo d’armata alle dirette dipendenze di Israele. Come si ricorderà, una simile sala-comando di operazioni è stata colpita qualche giorno fa da tre missili Kalibr sparati da navi russe. La sala si trovava nella parte occidentale della regione di Aleppo, sulla montagna Sama’n, in vecchie cave ritenute irraggiungibili. La edizione in arabo di Sputnik ha detto che erano stati uccisi una trentina di ufficiali israeliani, britannici, turchi e sauditi che da quella sala operativa comandavano le offensive dei terroristi su Aleppo e Idlib.
Usa: “i terroristi manderanno i russi nei body bags”
Abbandonata ogni finzione, anche il portavoce del Dipartimento di Stato, John Kirby, ha previsto (ossia minacciato) che se la Russia “non cessa la violenza” contro i terroristi di Aleppo, città russe saranno attaccate dai medesimi terroristi, la Russia rimanderà a casa i suoi soldati “nei body bags” , e perderà “anche velivoli”. A questa inaudita minaccia – che è anche una sfrontata ammissione: siamo noi a guidare il terrorismo islamico – il ministero russo della Difesa ha risposto, per bocca del generale Igor Konashenkov:
“Riguardo alle minacce di Kirby sulle perdite possibili di aerei russi e sul mandare in Russia i soldati nei body bags, voglio dire che noi siamo ben informati in quali luoghi in Siria, compresa la provincia di Aleppo, ed esattamente quanti ‘non pubblicizzati’ specialisti sono impegnati nella comando operativo dei militanti. Naturalmente si continuei a dirci che sonoo lì per separare, ostinatamente ma inefficacemente, Al Nusra dalla ‘opposzione’. Ma se si tenterà di portare a compimento quelle minacce, sarebbe azzardato sperare che i militanti riuscirebbero a salvare la loro pelle”.
Konashenkov ha poi invitato Kirby (che è un ex contrammiraglio) a non dimenticare il suo onore militare, profferendo quelle minacce da gangster, quale è quella di colpire i civili in Russia con i terroristi islamici. Le forze armate russe sono ancora pronte a continuare il dialogo con gli sa per coordinare le misure contro i terroristi i Siria, ha detto:
“Ma questo dialogo non deve contenere nemmeno l’ombra di una minaccia alle nostre truppe e ai nostri cittadini. Quando si tratta di assicurare la sicurezza dei cittadini russi, dovunque essi siano, non ci saranno compromessi. Questa è la nostra prima e incondizionata priorità”.
La frasi disonorevoli di Kirby hanno fatto una profonda, sgradevole impressione a Mosca. “Quello che ha detto non è solo una minaccia diretta, ma la minaccia fatta da una personalità di Stato”, ha commentato il vice presidente della Commissione Esteri alla Duma, Leonid Kalashnikov: “Non riesco nemmeno a ricordare precedenti del genere. Kirby ha alluso ad Al Qaeda e di come gli americani l’hanno messa contro l’Unione Sovietica, non solo in Afghanistan ma in Asia centrale. Questa è un’allusione al fatto che il terrorismo può essere infiltrato in Russia, e a farlo saranno gli americani. Se gli Usa contribuiranno ad operazioni di terroristi in Russia, se gli americani li forniscono di armi, i servizi russi non lasceranno ciò senza ‘attenzione’. La Russia prenderà misure adeguate contro coloro che non solo minacciano, ma comandano una guerra di terrorismo contro la Russia. A Mosca già si discute delle misure da prendere in risposta simili dichiarazioni. Ma i politici russi, al contrario di Kirby, non lo fanno pubblicamente”.