PAOLO SENSINI – Due pesi e due misure: più chiaro di così si muore, e infatti l’I-Taglia è un morto che cammina. Da un lato la “Magistratura” democratica scivola sopra e archivia in un battibaleno lo scandalo finanziario più grave e vergognoso dal dopoguerra, cioè un buco da 28 miliardi di Euro che ha fatto crollare il Monte dei Paschi di Siena, un istituto bancario la cui storia dura ininterrottamente da sei secoli ma che è sprofondato sotto il peso di qualche decennio di gestione in carico ai burocrati del PCI-PDS-DS-PD. Zero pubblicità, inchiesta aperta e subito archiviata a tempo di record. In questo caso la regola valevole per tutti gli altri leader di partito del “non poteva non sapere” è sospesa. Caso chiuso. Tanto a ripianare il buco miliardario ci pensa lo “Shtato”, ossia i contribuenti che pagano al posto dei trinariciuti che hanno causato il crack. Parliamo di quella stessa Magistratura protagonista della famigerata inchiesta “Mani Pulite”, che ha decapitato per “finanziamento illecito e corruzione” i vertici dei Partiti che in staffetta governavano dalla caduta del fascismo, ma che ha omesso d’indagare per gli stessi tipi di reati gli eredi del Partito comunista ialiano, foraggiato e sostenuto da sempre dai compagni dell’Unione Sovietica. Ci sarebbe poi il capitolo sui reciproci “scambi e favori” tra il sistema della Lega delle Cooperative e la sua cinghia di trasmissione politica, ma evidentemente questo tipo di “finanziamento illecito” non interessa affatto i magistrati. Roba da “gomblottisti”, loro hanno cose ben più serie su cui indagare. Gli sta infatti maledettamente a cuore “il caso Ruby”, un feuilleton a sfondo sessual-pruriginoso che interessa unicamente quattro togati della Procura di Milano, la stessa da cui è scaturita Mani Pulite. Basterebbe solo questo per qualificare un Paese nato sotto i peggiori auspici e giunto ormai al suo epilogo nella più ridicola delle maniere. E’ proprio vero che la storia si presenta la prima volta come tragedia e poi come farsa. Nel passato, tuttavia, lo capivano dopo un certo lasso di decantantazione del tempo, noi invece ci godiamo lo spettacolo in diretta televisiva.
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