Così parla uno statista patriota

Dal discorso di insediamento di Orban:

“Si alterneranno periodi di stagnazione, recessione e crescita modesta. Pericolose epidemie possono ripresentarsi. La migrazione verso i paesi ricchi si sta intensificando con forza tettonica. Inoltre, c’è una vera guerra nella terra del nostro vicino orientale”, ha aggiunto Orban, “dobbiamo prepararci e adeguare la nostra politica”. Il presidente ungherese è stato rieletto con 133 voti a favore, 27 contrari e 39 astenuti.

“L’Ungheria – ha ricordato – non porrà il veto a sanzioni” alla Russia “nell’interesse dell’unità europea fino a quando non sarà oltrepassata la linea rossa, ovvero non sarà in pericolo la sicurezza energetica del Paese”.

“L’Europa oggi non ha mezzi per affrontare la guerra nel suo vicinato. In assenza di ciò, i leader del continente sono convinti che le sanzioni possono mettere in ginocchio la Russia”, ha proseguito il premier magiaro, “abbiamo portato il Paese nella Nato nel 1999, ritenendolo il punto fermo da cui poter costruire la strategia di sicurezza dell’Ungheria”, ha aggiunto Orban, “tuttavia la Nato non può e non deve partecipare alla guerra”.

“L’Ungheria sostiene l’Ucraina con aiuti umanitari, tralasciando che gli ungheresi della Transcarpazia hanno subito abusi in passato e che il presidente e il governo ucraini sono intervenuti apertamente nella campagna elettorale ungherese e hanno sostenuto l’opposizione”. Nonostante ciò”, ha concluso, “gli ucraini possono contare sull’Ungheria”.

“L’Ungheria oggi non è al centro dell’attenzione dell’Occidente a causa della sua popolazione, del suo esercito o del potere economico ma perché, insieme alla Polonia, siamo diventati l’ultimo bastione cristiano-conservatore in Europa”. E ancora: “Stiamo costruendo i nostri Paesi in modo diverso ma possiamo stare insieme”, ha aggiunto Orban, “Bruxelles oggi però punta all’uniformità, un approccio al quale l’Ungheria si sta ribellando”.

L’Occidente, infine, sta “tentando il suicidio”. Orban ha citato “il vasto programma di scambio della popolazione occidentale, che cerca di sostituire i bambini cristiani non ancora nati con migranti; la follia di genere, che vede nell’uomo il creatore della propria identità sessuale; un programma di un’Europa liberale che trascende gli stati-nazione e il cristianesimo e non fa nulla per sostituire queste forze di conservazione”.

“Siamo afflitti contemporaneamente dai problemi economici, dalla guerra, dalla debolezza intellettuale dell’Europa e dall’errore politico di Bruxelles”, ha concluso il premier ungherese, “è un compito difficile stabilire la direzione e mantenerla, ma possiamo riuscirci”.

(Da Rossella Fidanza)