Negli ultimi tre anni in Italia sono morte – in molti casi da sole, tra le mura domestiche, negli ospedali o nelle case di riposo, senza poter neanche dire addio ai loro cari – decine di migliaia di persone che potevano essere salvate, se fossero state loro praticate le cure domiciliari indicate da medici coraggiosi, a migliaia radiati o sospesi dal loro ordine di appartenenza, perché, come impone il giuramento di Ippocrate, hanno curato i loro pazienti, rifiutandosi di seguire obbedienti il protocollo consigliato dal Ministero della Salute, che ancora oggi prevede il paracetamolo e la vigile attesa contro un virus ingegnerizzato (con scopi altamente oscuri e inquietanti) e reso patogeno o non si sono sottoposti alla somministrazione del siero o hanno espresso le loro opinioni sulla sua sicurezza, come nel caso dell’endocrinologo e professore universitario Giovanni Fraiese. È stata impedita la ricerca e la sperimentazione su larga scala del plasma iperimmune – confermato nella sua efficacia da uno studio pubblicato dal New England Journal of Medicine (Nejm) nel mese di aprile 2022 – ideata e avviata da Giuseppe De Donno, che ha speso la sua vita per questa causa, salvando tutti i suoi pazienti. Da un anno a questa parte è stata avviata una campagna massiva d’inoculazione di tre dosi di una sostanza che viene propagandata come vaccino e che vaccino non è. È un siero sperimentale: chi lo produce non fornisce dati certi sulla sua fabbricazione, che sono coperti dal segreto e sulla sua sicurezza; chi lo inocula è protetto dallo scudo penale, introdotto per legge; chi l’ha previsto, non può assicurare che quel siero impedisca il contagio e l’assunzione della malattia, perché quel siero non assolve a questo compito. Anzi, i vaccinati possono contagiarsi e trasmettere la malattia e morire, come se non più dei non vaccinati. Le stesse case produttrici affermano che la sperimentazione terminerà nel 2023 e la Pfizer ha ottenuto dall’ente statunitense preposto alla vigilanza sui farmaci, che i dati sulla fabbricazione siano divulgati nell’anno 2076, quando tutti coloro che si sono fatti inoculare il siero non ci saranno più. È stata addirittura prevista l’inoculazione del siero ai bambini dai 5 ai 12 anni, contro i dati ufficiali delle statistiche mondiali, in base ai quali il virus colpisce i bambini nello 0,01% dei casi. Sulla rivista Nature-Scientific Report, i ricercatori israeliani hanno presentato quest’anno una ricerca in base alla quale nella popolazione al di sotto dei 40 anni alla quale è stato inoculato il siero, si riscontra un aumento del 25% delle morti cardiache o per danni cardiovascolari rispetto agli anni precedenti. Quel siero, in base a dati facilmenti reberibili e provenienti dall’informazione ancora libera, ha prodotto – in Italia e negli altri Paesi – migliaia di morti accertate e decine di migliaia di eventi avversi gravi e meno gravi. Al 1° gennaio 2022, l’indagine di EudraVigilance dell’Unione europea – la banca dati dei morti e degli infortunati per reazioni avverse, eseguita in 27 nazioni delle 50 dell’Unione europea, riporta il numero di 37.927 decessi e 3.392.632 lesioni o reazioni avverse.
Nonostante questi fatti, viene annunciata, per il prossimo autunno, dal Ministro della Salute, la somministrazione di una quarta dose, sconfessando il proclama dei membri dell’ex Comitato Tecnico Scientifico di alcuni mesi or sono, in base al quale la seconda dose avrebbe protetto per i prossimi dieci anni e mentre la scienza medica seria di tutto il mondo avverte sui rischi ai quali andrebbe incontro la popolazione. Sono spariti i dati dell’incidenza dell’influenza, presenti nelle statistiche ufficiali fino all’anno 2019 e da tre anni viene diffuso un bollettino giornaliero su numero dei contagiati e morti per il virus che prescinde dallo specificare di quali patologie concomitanti soffrissero i morti. A causa dello stato di paura in cui è stata fatta vivere la popolazione e allo sfascio del sistema salute – causato da condotte politiche irresponsabili degli ultimi vent’anni, non accertate e tanto meno sanzionate – centinaia di migliaia di persone hanno rinunciato alle cure e alle diagnosi precoci. Come conseguenza, si assiste ad un aumento spaventoso delle malattie, in particolare tumorali e cardiovascolari, determinando una situazione che ha i connotati dell’irreversibilità e che si rivelerà drammatica nei prossimi anni. Per tre anni è stato imposto l’uso della mascherina e pur essendo stato sospeso a partire dal primo maggio 2022 – solo in alcuni luoghi e per alcune categorie di persone e salvo il comportamento del datore di lavoro che la può imporre – la stragrande maggioranza della popolazione, terrorizzata e soggiogata, però continua ad usarla, pensando che costituisca una misura di prevenzione (contro tutti i pareri degli scienziati veri) e non vede l’ora che tutti tornino ad indossarla, additando al pubblico ludibrio chi l’ha dismessa. Tutti i cittadini sono stati vessati con lockdown che non avevano alcuna giustificazione scientifica: la lesione dei loro diritti costituzionali è stata profonda e irrimediabile; la crisi economica causata, spaventosa, ha determinato la chiusura di centinaia di migliaia di aziende e la perdita di decine di migliaia di posti di lavoro e una crisi psicologica e sociale di enorme dimensione, che ha colpito soprattutto gli adolescenti e i bambini, tuttora costretti a frequentare la scuola bardati con la mascherina. Migliaia di persone sono state sospese o hanno perso il lavoro a causa dell’obbligo vaccinale decretato per legge, in spregio del loro diritto a esistere e della loro dignità.
Questi fatti e molti altri che si sono susseguiti – compreso il ruolo dell’informazione televisiva e della carta stampata, pagata con soldi pubblici per eseguire i dettati del regime e invasa dalle opinioni di individui, alcuni dei quali titolari di enormi conflitti d’interessi non dichiarati con le aziende produttrici dei cosiddetti vaccini – sono scivolati addosso al popolo italiano senza suscitare alcun tipo di reazione, mentre tutto porta a ritenere che la cosiddetta pandemia torni ad imperversare agli inizi dell’autunno, che già si preannuncia al freddo, con il riscaldamento razionato, a causa dello stato di emergenza già dichiarato fino al 31 dicembre 2022, causa guerra.
Continua la politica miserabile dei bonus una tantum (inaugurata nel 2018 con l’infame misura del reddito di cittadinanza – imposto da quel Movimento 5 Stelle che dalla sua nascita ha svolto il ruolo di stampella del regime – che prelude al reddito universale, com’è nei desiderata dell’Unione europea e di quei potenti che pensano di trattare l’umanità come una mandria di schiavi). Aumentano in maniera esorbitante i prezzi di tutti i generi alimentari e del 100, 200, 300% quelli delle bollette della corrente elettrica e del gas, della benzina, del gasolio. S’incrementa in maniera impressionante il numero degli italiani poveri (che ha raggiunto livelli mai conosciuti negli ultimi 70 anni), in attesa che i 209 miliardi previsti e in grande parte prestati dal Piano europeo di Ripresa e Resilienza, vengano spartiti tra le Regioni e tra i potentati regionali in progetti che non sono sottoposti alla discussione del Parlamento e quindi dell’opinione pubblica. Il Governo, contro il sacro principio del ripudio della guerra, sancito dalla Costituzione, decide di inviare sempre più armi all’Ucraina, concorre a determinare sanzioni sempre più pesanti contro la Russia, inimicandosela definitivamente, stringe patti sempre più scellerati con gli Stati Uniti d’America – principali responsabili della situazione in essere, a causa della politica condotta negli ultimi trent’anni contro la Russia, attraverso l’arma strategica della NATO – di cui è succube e di cui ospita basi nel suo territorio, che diventerebbe uno dei primi bersagli se il conflitto, da terrestre, si trasformasse in nucleare.
Il pantano in cui le donne e gli uomini rimasti liberi si sentono sommersi non è determinato da Draghi o dai suoi referenti internazionali, ne dalle oligarchie dei partiti attuali (molti dei quali scompariranno a breve, salvo la possibile sospensione del diritto al voto), che per garantire le indennità pensionistiche dei loro parlamentari alla prima legislatura – matureranno nel mese di settembre 2022 – hanno consentito che si susseguissero Governi sorretti da maggioranze non elette dal popolo e decreti legge e atti amministrativi estranei allo spirito e alla lettera della Costituzione, senza che il Parlamento intervenisse e svolgesse il suo ruolo di contrappeso al potere legislativo. Non è neanche determinato dal potere giudiziario, che sino ad ora non ha ritenuto d’intervenìre rispetto alla lesione dei diritti inalienabili e insopprimibili dei cittadini, com’è invece avvenuto in molti altri casi della storia italiana, quando la Magistratura ha peraltro svolto un ruolo che molti giuristi hanno giudicato esorbitante in relazione ai limiti ad essa imposti dalla Costituzione. Il pantano, insomma, non è il prodotto di quello che è avvenuto negli ultimi tre anni. È il prodotto della corruzione morale e materiale in cui questo Paese vive da decenni e decenni.
Rispetto alla corruzione materiale, basta dire – considerando il fatto che rilevantissimi territori e ambienti italiani sono letteralmente nelle mani e nelle disponibilità delle organizzazioni criminali, mafiose e para-mafiose, massoniche e para-massoniche – che l’indice di percezione della corruzione (che va da 0 per i Paesi più corrotti a 100 per quelli meno corrotti), elaborato annualmente da Transparency International, assegna all’Italia per il 2021 il 42simo posto su 180 Paesi nel mondo (17simo posto sui 27 Paesi UE).
L’aspetto della corruzione morale – meglio: della degradazione morale e spirituale dei costumi, della società e del popolo italiano – è ancora più importante e inquietante. Ha impedito che si facesse luce storica (quindi, obiettiva) su fatti enormi che si sono succeduti dall’unità d’Italia ad oggi. Elenchiamone solo alcuni: l’origine del Risorgimento italiano, voluto dalla Massoneria anglosassone e subito dal Meridione d’Italia, che l’amministrazione sabauda depredò delle sue industrie e delle sue ricchezze, trasferite al Nord, insieme a buona parte della popolazione meridionale, costretta per oltre cent’anni ad emigrare per garantirsi la sopravvivenza; da quell’unità dello Stato italiano ebbe origine l’ormai inaffrontabile questione meridionale, che non è una questione legata al divario economico tra Nord e Sud, ma è di matrice politico-culturale, causata dalla totale ignoranza nella quale è stata lasciata vivere, di generazione in generazione, metà della società italiana; la Resistenza e la guerra partigiana, occultata nella sua realtà persino nei testi scolastici e proposta come modello ideologico da seguire e da celebrare; gli innumerevoli scandali di carattere finanziario che hanno costellato l’intera storia della Prima Repubblica, poi dissolta dall’iniziativa giudiziaria dei giudici di Milano, che salvarono il Partito Comunista, dominatore – attraverso la sua ideologia e il fiume di denaro che gli è pervenuto per decenni dall’URSS – della scena politica ed economico-finanziara e di tutti gli ambiti del vivere civile e sociale del Paese dal dopoguerra ad oggi; la strategia della tensione, di cui sono stati autori apparati dello Stato, che per almeno vent’anni hanno cercato di destabilizzare per stabilizzare, utilizzando fazioni ideologizzate di fronti opposti, che hanno seminato il terrore e centinaia di morti; l’assassinio di Aldo Moro, che nonostante innumerevoli processi e due commissioni d’inchiesta parlamentare, resta il più grande mistero italiano, che ancora oggi, a distanza di 44 anni, grava sul futuro del Paese; l’adesione all’euro, che insieme alla gestione della politica economico-finanziaria e monetaria degli ultimi vent’anni, ha reso l’Italia legata mani e piedi alle decisioni delle oligarchie burocratiche di un’Europa che non è mai stata un soggetto politico e ha cancellato la sua sovranità di Stato, legata indissolubilmente alla possibilità di emettere moneta; la dismissione di gran parte del patrimonio pubblico e la sua privatizzazione, avvenuta agli inizi degli anni ’90, di cui fu uno dei principali artefici proprio l’attuale Presidente del Consiglio; le commistioni evidentissime, e in molti casi accertate giudiziariamente, tra gli apparati dei sistemi mafiosi e criminali e quelli dell’alta finanza; la stagione dei cosiddetti diritti civili, che ha consentito – attraverso l’approvazione delle leggi sul divorzio e sull’aborto, grazie all’arrendevolezza ed alla complicità della Chiesa post-conciliare – la distruzione del nucleo centrale di ogni società, la famiglia e, insieme allo spregiudicato utilizzo dei sistemi anticoncezionali, l’azzeramento degli indici di crescita della popolazione, sostituibile nei prossimi 10-15 anni da milioni e milioni di immigrati, com’era nei desideri e nei progetti dei potentati massonici dell’inizio del secolo scorso; la diffusione su larga scala, persino negli asili, dell’ideologia del gender, che concorre in maniera determinante ad edificare una società che si vuole privare dei principi di ordine naturale e quindi di Dio.
Prima della cosiddetta pandemia, in Italia erano già accaduti questi fatti e rispetto al loro susseguirsi non si è mai manifestata l’identità di un popolo. Il popolo italiano, rispetto a questi fatti, non ha mai chiesto di sapere la verità. Si è sempre rifiutato, nella sua quasi totalità, di conoscerli, di esaminarli, di studiarli. Li ha vissuti come vive ora: nell’indifferenza, nella tiepidezza e nell’ignavia più totali. Si è consegnato al potere, che di volta in volta cambiava la sua maschera, restando sempre uguale a se stesso.
C’è ora da stupirsi se questo popolo rimane paralizzato e inerte di fronte ad una dittatura sanitaria che cela un disegno evidente di diffusione del terrore generalizzato per finalità estranee alla protezione della popolazione, ma sinergiche ad un disegno di proporzioni molto più grandi, che diventa sempre più evidente, giorno dopo giorno, goccia dopo goccia? C’è da meravigliarsi se questo popolo subisce l’annuncio di dover vivere nei prossimi mesi il regime di un’economia di guerra, perché l’Italia – invece di operare per la pace, che a parere del Presidente del Consiglio si potrebbe ottenere spegnendo i condizionatori d’aria – si schiera a fianco di un regime, quello ucraino, così democratico che nel suo territorio ospita bio-laboratori che hanno l’obiettivo di attentare alla sicurezza mondiale, è stato autore per otto anni di massacri di popolazioni filo-russe al suo interno ed ha una componente del suo esercito che si richiama al nazismo?
Né stupore, né meraviglia, quindi, ma consapevolezza degli uomini e delle donne rimasti liberi di dover combattere per l’affermazione della Verità. Hic et nunc, in questo tempo storico. Dio fa nuove tutte le cose e tutto concorre al Bene per coloro che Lo amano. Attraversare moralmente integri l’empietà che ci circonda – offrendo le inevitabili sofferenze che questo comporta – rappresenta di per sé, da un lato, la ragione principale della nostra esistenza in questo territorio del mondo, dall’altro, la speranza di renderlo migliore per la vita che ci rimane e per il futuro dei nostri figli.
Sono ancora disponibili copie del mio ultimo libro (VENDITORI DI SOFFERENZA – Danilo Quinto). Chi lo volesse può scrivere all’email pasqualedanilo.quinto@gmail.com o inviare un messaggio al 340.0727761. Le modalità per la donazione di 18,00 sono queste:
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