La critica di Dugin a Putin

L’ottimo Cesare Sacchetti ha un punto nel sottolineare la diversità di posizione di Dugin, che qualche media (sempre meno) continua a definire l’”ideologo di Putin” ( due non si sono mai incontrati, né risulta che il Cremlino abbia inviato condoglianze pubbliche):

L’euroasiatismo del quale Dugin è uno degli esponenti più noti considera la Russia come separata dalla civiltà cristiana europea. Non fu un caso che questa scuola di pensiero ebbe una notevole popolarità dopo la rivoluzione bolscevica. Il bolscevismo sovietico si proponeva appunto di cancellare ogni legame della Russia con le sue originarie radici per lasciare spazio al culto del comunismo che aveva e ha in odio la cultura cristiana. La Russia di Putin non si ispira a tale scuola di pensiero. La Russia di Putin vuole recuperare e salvaguardare la tradizione cristiana che l’URSS sovietica aveva invece messo al bando. La Russia di Putin non si sente euroasiatica. Si sente europea e cristiana.

E’ significativo che uno o due giorni prima dell’attentato Dugin evocava un “mutamento di status quo”. Ecco il testo.

Credo che il regime di status quo in Russia potrebbe teoricamente durare non più di 6 mesi. La disperata resistenza del regime atlanto-nazista di Kiev richiede dalla Russia significative-cardinali-trasformazioni interne. Strutturali, ideologiche, personali, istituzionali, strategiche.

Ciò che è accettabile senza l’Operazione Militare Speciale, nelle condizioni di essa — e soprattutto della sua lunghezza, che non sta per finire — non è accettabile.

Attacchi sempre più frequenti alla Crimea, tentativi di organizzare un’esplosione nucleare a Zaporozhye, dichiarazioni su una contro-offensiva su Kherson, un duro rifiuto dei compromessi da parte di Zelensky, la perseveranza dell’Occidente nel tagliare tutti i legami con la Russia — tutti questi sono segni che hanno deciso di resistere fino alla fine.

Possono essere compresi: la Russia in realtà (e questa non è propaganda) ha sfidato L’Occidente come civiltà.

Quindi dovremo andare fino in fondo.

Il comandante supremo ha detto: non abbiamo ancora iniziato nulla. Ora dovremo iniziare. Vuoi o non vuoi, ma devi.

I primi 6 mesi siamo stati in grado — e questo è un dato di fatto-di condurre il NWO, fondamentalmente senza cambiare nulla nella stessa Russia. Mentre i cambiamenti cosmetici, e anche completamente inappropriate e inutili elezioni hanno deciso di tenere nei tempi previsti.

Come se non stesse succedendo niente. Ma in realtà sta accadendo.

La modalità di massimo comfort (corretta per le condizioni di emergenza) e la conservazione del vecchio sistema — “guerre attraverso il sonno” — dovranno essere annullate ad un certo punto.

Mi sembra che con l’inizio dell’autunno questa consapevolezza della necessità di trasferire il paese su nuove rotaie sarà abbastanza chiara.

Ci vorranno altri sei mesi per realizzare l ‘” irreversibilità dell’irreversibile ” e la continuazione inerziale del vecchio.

E non è lontano il 24 febbraio 2023.

Posso capire che il potere è abituato a governare come fa — più o meno efficacemente — per 22 anni. Ma questo periodo è nel passato. L’Operazione Militare Speciale ha già cambiato tutto.

Ora la domanda non è se il potere vorrà o non vorrà un cambiamento. E proprio patriottico-conservatore-rivoluzionario, se vuoi. Tali cambiamenti sono semplicemente inevitabili-anche se stai per morire contro il loro inizio, sarà in grado di ritardare non più di sei mesi. E poi arriveranno comunque.

L’Operazione Speciale ora è più importante del potere — nella sua dimensione soggettiva. Con l’inizio della sua modalità storia è cambiata irreversibilmente: è apparso un nuovo vettore ontologico, che non può essere sciolto con arbitrarietà o decreto.

Le potenti forze della storia sono entrate in azione, le placche tettoniche si sono spostate.

Lascia che il vecchio regime seppellisca i suoi morti. Sta arrivando una nuova era russa. Inesorabilmente”.

Se l’atto di terrorismo possa provocare il “cambio di status quo” invocato, non so. Sappiamo troppo poco dell’eventuale influsso di Dugin e del suo slavofilismo estremo e mistico negli ambienti del potere che possono cambiare il paradigma; tenderei ad escludere che sia forte

Anche il patriarca Kiril ha indirizzato al padre parole di prudente cristiana pacificazione:

– I “Caro Alexander Gelevich!
È con profondo dolore che ho ricevuto la notizia della tragica morte di sua figlia. Darya Alexandrovna era conosciuta in Russia e all’estero come una figura pubblica attiva, una brillante giornalista e una ricercatrice scientifica di talento. Essendo l’ere del Suo lavoro, e nonostante la sua giovane età, è riuscita a ottenere un successo significativo nel campo prescelto, guadagnandosi la gratitudine e il rispetto dei colleghi. Nei giorni di difficili prove legate alla perdita di persone care, le parole della Sacra Scrittura suonano come una consolazione: «Se viviamo, viviamo per il Signore; se moriamo, moriamo al Signore, perciò, sia che viviamo sia che moriamo, è sempre del Signore» (Rm 14,8). Possa il misericordioso Signore del Cielo e della Terra riposare l’anima della Sua serva Darya nei villaggi dei giusti e creare per lei una memoria eterna”.

E’ possibile però che il nostro pensatore emarginato abbia ragione in questo: che il cambio di status quo venga dalla forza delle cose.

Anche Darya è su myrotvorets, il sito gestito ucraino dalla NATO con le liste dei nemici. Aggiornato con

Liquidata il 20.08.2022

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